Lotta a evasione fiscale, Germania in soccorso della Grecia

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La lotta agli evasori in Grecia riparte sotto il segno di una strana alleanza tra Atene e Berlino. Il governo regionale della Renania Westfalia (un po’ provocatoriamente, aveva insinuato qualcuno) ha girato qualche settimana fa alle autorità elleniche un elenco di 10mila cittadini greci con conti in Svizzera.

E i risultati sono arrivati a stretto giro di posta, con efficienza quasi teutonica: un gruppo di investigatori ha fatto irruzione nella sede della Ubs ad Atene, sequestrando file e hard disk che conterrebbero i dati sui movimenti di capitali di almeno 200 risparmiatori. Sui conti in questione, dicono le indiscrezioni, sarebbero depositate cifre comprese tra 1,5 e 12 milioni di euro e le indagini stabiliranno se si tratta di fondi “neri” sottratti al fisco nazionale. L’operazione è stata condotta dagli stessi magistrati che hanno acceso un faro sulla Lagarde List, un altro elenco di oltre 2mila persone con fondi all’estero finito da tempo sul tavolo del governo senza dare, almeno per ora, particolari risultati. Il blitz su Ubs potrebbe segnare una svolta nella guerra all’evasione fiscale nel paese, uno dei pilastri del programma di Syriza. L’esecutivo sta mettendo assieme un programma di voluntary disclosure simile a quello appena chiuso in Italia per convincere chi ha portato in passato soldi all’estero (si stima che i capitali greci oltgrefrontiera siano oltre 100 miliardi) a rimpatriarli. Un primo schema varato a inizio 2015 con una tassazione secca del 21% sui tesoretti riportati sotto il Partenone non ha funzionato. Ora si spera che le nuove condizioni – sommate all’effetto deterrente delle mosse giudiziarie come quella su Ubs – possano convincere molti a mettersi in regola.

Alexis Tsipras, intanto, si prepara a passare un Natale relativamente tranquillo dopo un 2015 da brividi segnato da due elezioni al cardiopalma e un referendum. Il Parlamento ha approvato senza colpi di scena  l’ennesimo pacchetto di misure imposto da Ue-Bce e Fmi, dando l’ok ai provvedimenti sulla vendita dei prestiti in sofferenza delle banche, sull’omologazione degli stipendi pubblici e alla creazione del fondo per le privatizzazioni.

 

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