Il 2013 è l’anno di Tares e Tobin Tax

Gli italiani hanno appena finito di saldare il pagamento dell’Imu, ma devono già pensare a tre nuove tasse che stanno per collocarsi sul groppone dei contribuenti. Stiamo parlando di Ivie, Tares e Tobin Tax.

Sono i principali ‘doni’ del 2013, in quanto saranno tutte e tre attive a partire da quest’anno. Morale? La pressione fiscale aumenterà.

Le stime del Governo parlano di un aumento dello 0,6% (dal 44,7% al 45,3%).

C’è di più: Tobin Tax, Tares e Ivie saranno solo una sorta di ‘allenamento’. Già, perché da luglio gli italiani torneranno a fare i conti con l’Iva e troveranno l’aliquota aumentata dal 21% al 22%. Un bel grattacapo, insomma.

Forse, dunque, è il caso di concentrarsi sul presente. E il presente, come accennato, dice “Tobin Tax“, “Tares” e “Ivie“. Fanno parte delle tasse introdotte dal Governo Monti.

TARES

La nuova tassa sui rifiuti, battezzata con il nome di Tares, è attiva sin da ora. La prima rata, però, si pagherà solo ad aprile. Questa imposta sostituisce la vecchia ‘Tarsu’, che gli italiani già rimpiangono. La nuova Tares, infatti, graverà di ben 80 euro in più sul bilancio delle famiglie.

TOBIN TAX

E’ la seconda delle tasse al debutto nel 2013. Più volte discussa, approfondita e modificata, la Tobin Tax concerne le transazioni finanziarie. Si pagherà nel mese di marzo in relazione ai titoli partecipativi e al trasferimento delle azioni.

 

 

Come funziona e quanto ci costa la TARES

 Si chiama TARES e farà il suo ingresso nella vita degli italiani a partire dall’anno prossimo. E’ l’imposta voluta dal Governo uscente che va a sostituire la Tarsu e la Tia. La nuova tassa sui rifiuti, così com’è pensata, incide molto su chi possiede locali che producono rifiuti, sulle imprese ma anche sulle famiglie numerose.

Il pagamento della TARES doveva iniziare a gennaio, ma sembra che adesso la prima rata sia stata posticipata ad aprile. Poi toccherà regolarizzare la propria posizione in quattro rate annuali.

Il funzionamento della TARES. Questa tassa deve coprire al 100 per cento i costi del servizio sostenuto dai comuni. Attualmente, la tassa sui rifiuti copre soltanto il 79% dei costi, in pochissimi casi raggiunge quota 91% ma si tratta di eccezioni.

La TARES, oltre a coprire le spese dei servizio di raccolta dei rifiuti dovrà finanziare anche altri costi, i cosiddetti servizi indivisibili che gli enti locali forniscono ai cittadini. Nell’insieme dei servizi indivisibili rientrano l’illuminazione pubblica, la polizia locale, il verde attrezzato e la manutenzione delle strade.

Per coprire tutte queste spese sarà necessario aumentare la quota della vecchia tassa sui rifiuti, si prevede dunque un aumento di 30-40 centesimi al metro quadro. Per una famiglia composta da più di cinque persone, l’incremento medio della tassa sarà del 30 per cento. 

Allarme Confcommercio per la Tares sugli esercizi commerciali

 La nuova imposta sui rifiuti, la Tares, che entrerà in vigore dal I gennaio 2013, sarà la seconda stangata per i cittadini, che si troveranno a pagare cifre anche molto più alte di quelle che hanno già pagato per l’imposta sulla casa.

Le categorie che saranno più colpite sono soprattutto i commercianti, in modo particolare le categorie ortofrutta, bancarelle alimentari e discoteche, che saranno messi a serio rischio chiusura. Questo è l’allarme lanciato dalla Confcommercio, che parla di coefficienti non in linea con la reale produzione di rifiuti. Le simulazioni fatte dall’associazione mostrano un aggravio medio del 293%, con punte di oltre il 600%.

La Confcommercio ha chiesto al governo di rivedere i coefficienti di calcolo, aspettando almeno il 2014 per l’entrata in vigore della nuova tassa, ma il risultato ottenuto è stato quello di del rinvio del pagamento della prima rata da gennaio ad aprile 2013.

I dati aggregati delle simulazioni hanno evidenziato che rispetto alle vecchie tasse sui rifiuti (Tarsu e Tia) la Tares porterà un aggravio diverso in base alle regioni e alle categorie di esercizio commerciale: negozi di abbigliamento +50%, campeggi e distributori +100%, edicole e tabaccai +100%, ristoranti +480%, pescherie e fiorai +650%, banchi di generi alimentari nei mercati +650% e discoteche +680%.

Il nuovo tributo si chiama TARES

 Sommare la tassa sui rifiuti alla tassa sui cosiddetti servizi indivisibili, denominazione nella quale rientrano ad esempio i costi per l’illuminazione delle città, oppure per la polizia municipale. Questo è l’intento del governo che ha già creato la nuova imposta.

La tassa al debutto dal 2013 si chiamerà TARES e sarà una tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili, in sostituzione delle “vecchie” Tarsu e Tia. Il tributo si potrà pagare in un’unica soluzione a giugno. L’ultima parola sui calendari dei pagamenti e soprattutto sulle scadenze che erano state fissate a gennaio, spetta comunque ai comuni.

Le amministrazioni locali sono state dotate di un’autonomia tributaria ma devono comunque rispettare alcuni paletti governativi. Per esempio devono dare la possibilità di pagare tutto il tributo a giugno, ma se volessero anticipare qualche scadenza, comunque, non devono collocare la prima rata prima del mese si aprile.

Il vincolo vale soltanto per il 2013. Dall’anno dopo, infatti, a regime di libertà di decisione, i sindaci potranno scegliere autonomamente il calendario dei pagamenti.

La TARES riguarda tutti coloro che occupano un immobile oppure un’area a qualsiasi titolo. La tassa si calcola sull’80 per cento della superficie catastale e saranno usate come riferimento le superfici già comunicate ai fini Tarsu e Tia.

La Tares costa più dell’Imu

Saldata l’ultima rata dell’Imposta Municipale Unica, inerente alla prima abitazione, c’è da fare i conti con la Tares. La nuova tassa sui rifiuti che debutta a gennaio e sarà pagata ad aprile 2012 è la diretta prosecuzione di due esborsi, sommati e rimessi a nuovo con un nuovo nome. Cambia la nomenclatura ma non il peso nelle nostre tasche che, anzi, aumenta.

Il tempo di respirare un po’ (grazie all’emendamento alla legge di Stabilità deciso dal governo che ha permesso qualche mese in più prima del primo esborso) e poi i contribuenti dovranno fare i conti con i rifiuti che costano più della casa. La tregua, dunque, ci sarà e sarà parallela al periodo di campagna elettorale. Quasi un sotterfugio per non mettere sotto pressione gli italiani destinati a votare i propri governanti.

Ad aprile, ufficialmente, Tarsu (tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e Tia (tariffa sull’igiene ambientale) lasceranno il posto alla Tares. Ad introdurla inizialmente fu Berlusconi, soltanto che la Tares è salita in auge all’interno del Decreto Salva-Italia promosso dodici mesi fa dall’esecutivo Monti. Il varo è avvenuto dunque da un anno, ma se ne parla da poco poiché finora tutta l’attenzione è stata rivolta all’Imu.

Gli esperti del sindacato Uil non hanno dubbi. Con ogni probabilità il destino della Tares è quello di diventare il nuovo incubo degli italiani. Essa potrebbe pesare più dell’Imu sulla prima casa. Una famiglia che abita in una normale abitiazione (classe ‘media’) ha già pagato 275 euro di Imu. Ora, però, dovrebbe versarne 305 di Tares. Per la vecchia Tarsu ci volevano invece ‘solo’ 225 euro. Si registra dunque un extra di ben ottanta euro.

La Tares arriva a gennaio e sarà più cara

 La Tares, che sarà la sostituta della Tarsu o della Tia, sarà più cara perché dal suo gettito si dovranno trovare le risorse non solo per la gestione dei rifiuti, ma anche per l’illuminazione pubblica, per la manutenzione delle strade etc. Altra differenza con le tasse finora applicate è che la Tares non sarà pagata solo dai proprietari di immobili ma anche da tutti coloro che “occupano o detengono locali o aree scoperte”.

La maggiorazione della tassa sarà mediamente di 30 centesimi (che potranno arrivare anche a 40 in base alle ordinanze delle amministrazioni locali) al metro quadrato, che serviranno per finanziare quelli che vengono chiamati “servizi indivisibili”, oltre all’illuminazione e alle strade sotto questa denominazione ricadono anche asili nido e assistenza domiciliare.

In tutto si stima che nelle casse dello Stato dalla Tares arriverà circa un miliardo di euro, che saranno risparmiati dall’Amministrazione centrale con il taglio del trasferimento di risorse ai comuni.

Come per l’Imu, la cui terza e ultima rata dovrà essere pagata entro oggi per non incorrere in sanzioni, anche la Tares sarà pagabile a rate. Il legislatore ne ha previste quattro (gennaio, aprile, luglio e dicembre): le prime tre saranno calcolate in base agli importi già previsti per le Tarsu e Tia più i trenta centesimi al metro quadrato; mentre la rata di dicembre dovrà essere calcolata in base alle aliquote dei singoli comuni.