Transizione energetica e digitale: al via Distretto Italia

10mila i giovani da inserire nel mondo del lavoro. ELIS alla guida di un progetto che coinvolge più di 30 aziende italiane

Orientare i giovani nelle scelte di studio e di lavoro, formarli e inserirli: queste le linee di azione con le quali è iniziata oggi la fase operativa di Distretto Italia, il programma guidato dal Consorzio ELIS annunciato a ottobre.

Quattro le Scuole dei Mestieri che prepareranno i primi tecnici – posatori di fibra ottica, Site Manager, impiantisti elettrici e programmatori software – con corsi organizzati su tutto il territorio nazionale. Inoltre, Distretto Italia prevede Scuola per la Scuola, ovvero attività di orientamento attraverso PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) e Officine Futuro – percorsi di orientamento dedicati a docenti e famiglie.

Un progetto nato:

  • dallo studio dei fabbisogni delle aziende italiane, che ha rilevato le 10mila posizioni da occupare, 4.800 delle quali nell’indotto;
  • dall’esigenza di offrire ai giovani tra i 16 e 30 anni l’opportunità di orientarsi nella scelta dello studio e della professione, anche per contrastare il fenomeno dei 3 milioni di NEET (cioè, giovani che non studiano e non lavorano).

Il piano d’intervento, presentato oggi nel corso dell’evento “Insieme diventiamo futuro” presso il Campus ELIS a Roma, ha visto la partecipazione del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, e del Ministro delle Imprese
e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Promuovere il lavoro vuol dire anche promuovere condizioni di sviluppo sociale attraverso un’integrazione lavorativa che riesca a collegarsi ai valori fondamentali della nostra Costituzione”, ha dichiarato il Ministro Calderone. “Entro il 2025, dobbiamo riportare al lavoro 3 milioni di persone, essenzialmente donne e giovani, e 300mila di queste devono avere formazione in materia di innovazione e transizione digitale“, ha annunciato.

Per il Ministro Urso, “dobbiamo fare una rivoluzione culturale, per fare capire quanto sia importante il lavoro creativo e manuale del Made in Italy”. “Per questo – ha proseguito – vorremmo che in ogni Distretto produttivo italiano ci fosse il liceo del Made in Italy“.

Distretto Italia è un progetto di sistema, che serve a colmare la mancanza di competenze necessarie per la crescita dell’Italia e dare ai ragazzi la possibilità di fare le loro scelte” – ha spiegato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore generale del Gruppo Enel.

Infatti, la prima utility energetica italiana è da tempo impegnata nelle professioni del futuro, legate alla transizione green, con iniziative come Energie per Crescere, Energie per Crescere con le Rinnovabili oppure Energie per la Scuola che hanno già visto decine di migliaia di candidature e coinvolto centinaia di giovani, con il successivo inserimento nelle aziende partner. Una prova di lungimiranza, per un settore – quello dell’energia green e della sua filiera industriale – che, entro il 2030, promette mezzo milione di nuovi posti di lavoro generati dalla decarbonizzazione, l’elettrificazione e la digitalizzazione. 

Oltre a Enel, azienda tra le fondatrici del progetto, al lancio del programma hanno partecipato gli Amministratori Delegati delle imprese, delle agenzie del lavoro e degli altri enti aderenti: Autostrade per l’Italia (Gruppo che presiede il Semestre di progetto del Consorzio), A2A, Adecco, Bain & Company, Bnl Bnp Paribas, Boston Consulting Group, Cisco, Confimprese, Engineering, Eni Corporate University, Ferrovie dello Stato Italiane, Fincantieri, Fmts Group, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Generali Italia , Gi Group, Gruppo Fnm, Made in Genesi, ManpowerGroup, Milano Serravalle – Milano Tangenziali, Open Economics, Open Fiber, Orienta, Poste Italiane, Randstad, Site Spa, Skuola.net, Soft Strategy, Synergie, Tim, Trenord e Umana.

Sostenibilità e competitività attraverso l’economia circolare

Parole-chiave, innovazione e circolarità. Urso: “Transizione 5.0, politica industriale e risorse RePowerEU”. Crisostomo (Enel): “Una rivoluzione umanistica”

Dobbiamo e possiamo ripensare il modo nel quale usiamo le materie prime e l’energia, ridisegnando il nostro modello economico sulla circolarità e unendo, grazie all’innovazione, la sostenibilità alla competitività. Questa la conclusione dal convegno “Innovazione per la circolarità: soluzioni a prova di futuro per trasformare l’economia di un Paese”, moderato da Gianni Riotta e al quale sono intervenuti Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Michele Crisostomo, Presidente del Gruppo Enel, Luigi Nicolais, Presidente della Fondazione COTEC, Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola e, in collegamento, Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria, e Ami Appelbaum, Chairman of the Board of the Israel Innovation Authority

Il Ministro Urso ha sottolineato il vantaggio competitivo del nostro sistema, fatto da migliaia di piccole e medie imprese, e la necessità di una politica industriale nazionale all’interno di quella europea, per affrontare le crisi “vicine e lontane” – alcune delle quali, sistemiche. Parliamo di materie prime critiche e giacimenti, di investimenti (anche europei) e di nuove competenze, che mettano in sintonia gli obiettivi ambientali e la riconversione industriale: Dobbiamo convincere le istituzioni UE ad agire con pragmatismo nella sfida della transizione ecologica e industriale. Stiamo lavorando a un piano Transizione 5.0 che coniughi gli obiettivi della digitalizzazione con quelli della transizione ecologica

In termini di materie prime, “L’Italia è un grande sistema industriale ma è importatore netto, caratteristica che ci ha obbligato negli anni a diventare i primi in Europa e i più efficienti nella circolarità dell’uso di risorse: un primato che dobbiamo mantenere”, ha osservato la Vicepresidente Da Ros. Confermata dal Presidente Realacci, che ha ricordato: “Siamo il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo, pari al 79.4%. Risparmiamo l’equivalente di 23 milioni di tonnellate di petrolio all’anno e di circa 63 milioni di tonnellate di CO2”.


La circolarità viene solitamente applicata solo ai rifiuti, ma ha a che fare con il modo di usare tutte le risorse nel tempo. Una visione più ampia, che Enel adotta dal 2015 proprio perché la decarbonizzazione richiede di ripensare l’intera catena del valore. Come ha osservato il Presidente Crisostomo, “una rivoluzione umanistica” in armonia con la rinnovata sensibilità ambientale ed energetica, “che dia soluzioni coerenti con l’idea di mondo delle nuove generazioni. Infatti, come ribadito dal Presidente Nicolais, “stiamo vivendo tante transizioni insieme, a cominciare da quella digitale, e questo richiede una profonda trasformazione culturale e sociale”.

Agire lungo tutta la catena del valore, dalle fonti energetiche e le materie prime, estendendone la vita e favorendone il riuso e il riciclo: un percorso che oggi Enel racconta nel “Viaggio nell’economia circolare”. Un documento che illustra i progetti finora avviati dal Gruppo su 4 assi portanti – modelli di business, materie prime, Città e territori, abilitatori – che vanno dalla governance e la digitalizzazione al coinvolgimento delle aziende partner, dal recupero e la re-immissione nel ciclo produttivo dei materiali alle tecnologie di storage. Un documento di strategia, progetti e risultati – tra i quali:

  • la 3Sun Gigafactory, oggi la prima d’Europa nella produzione di pannelli fotovoltaici avanzati
  • la partnership avviata con Vulcan per l’estrazione del litio e il suo impiego per l’energia geotermica;
  • lo sviluppo di soluzioni innovative come il trasporto pubblico elettrico, l’illuminazione pubblica smart e la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili, anche agricole.

Per consultare il documento, clicca qui.

Come dicevamo in apertura, le grandi sfide ambientali e sociali ci chiedono di ripensare i modelli di produzione e di consumo. E la risposta è proprio l’economia circolare – in grado di coniugare sostenibilità e competitività attraverso un’innovazione tecnologica, sì, ma soprattutto di pensiero.

Rinnovabili: accelera la transizione green

Nei prossimi 5 anni, crescita superiore agli ultimi 20 

Usare la crisi energetica per spingere sulla transizione e l’indipendenza energetica sostenibile: questo il messaggio principale del rapporto “World Energy Outlook 2022” presentato nella Sala Capitolare del Senato in un incontro al quale sono intervenuti il Direttore Esecutivo dell’International Energy Agency (IEA), Fatih Birol, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza, Gilberto Pichetto Fratin, e l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Enel, Francesco Starace.

L’elettrificazione è il futuro: il punto è come produrre e consumare l’energia elettrica in modo “pulito” e più efficiente – riducendo emissioni, sprechi e costi.

Come ha osservato il Direttore Esecutivo dell’International Energy Agency (IEA), Fatih Birol, “le macchine elettriche nel 2019 erano solo il 3%: nel 2030, in Europa, USA e Cina una vettura su due sarà elettrica”. Un trend confermato dai dati pubblicati nell’ultimo rapporto IEA che – proprio nel 2022, anno della crisi energetica – hanno rilevato:

  • in Italia, il raddoppio delle rinnovabili;
  • nell’Unione Europea, l’aumento del solare e dell’eolico (+41%), delle pompe di calore (+40%) e delle macchine elettriche (+15%), con rispettiva riduzione delle emissioni di anidride carbonica (-2.5%);
  • nel mondo, l’aumento dell’accesso all’elettricità e il raggiungimento di minori costi dell’energia solare;
  • complessivamente, una maggiore sensibilità ai cambiamenti climatici, alla sicurezza e all’indipendenza energetica.

Secondo l’AD di Enel, confermato dal Direttore Birol, quello che serve è la diversificazione delle risorse energetiche, tale da poter affrontare eventuali altre crisi, ma anche un progressivo adattamento delle vecchie generazioni tecnologiche e la loro sostituzione con tecnologie innovative. Anche per raggiungere un diverso equilibrio nella supply chain per gli impianti rinnovabili, oggi a traino cinese – e parliamo di cobalto, litio, rame, acciaio di alluminio, componentistica per pannelli solari e impianti eolici, batterie e pompe di calore.

Un futuro che porta inevitabilmente a due cambiamenti fondamentali: l’evoluzione tecnologica, dalla produzione stessa di energia pulita alle reti elettriche smart, e la trasformazione dei consumatori anche in produttori (prosumer). Per fare degli esempi:

Infatti, secondo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, «Nel panorama internazionale, l’Italia può avere un ruolo importante nelle rinnovabili, e gli investimenti sono in crescita. Ad esempio, per le comunità energetiche rinnovabili il PNRR prevede un investimento di 2 miliardi e 200 milioni nei prossimi 4 anni. Ci aspettiamo almeno 15mila comunità energetiche associando famiglie, imprese ed enti: una sfida, quella di essere consumatori e produttori di energia, che è dunque parte integrante del PNRR. La decarbonizzazione può e deve essere un’opportunità di crescita».

Come ha osservato il Direttore IEA, l’industria sta entrando in una nuova epoca, quella dell’energia pulita. Una sfida, un’opportunità e anche una responsabilità, che richiederà una diversa collaborazione tra Paesi. Un percorso possibile, nel quale l’Italia può fare da battistrada e motore della transizione energetica.

Transizione energetica: la strategia ENEL per la riqualificazione degli impianti

The solar panel is on the tracker

Riprogettazione, recupero e integrazione con la creazione di poli energetici, innovativi e sostenibili

Il percorso di transizione ecologica in corso coinvolge anche il patrimonio industriale di impianti energetici da valorizzare e al quale dare una seconda vita, attraverso un processo di riqualificazione e un nuovo sviluppo fondato su economia circolare, sostenibilità, innovazione e coinvolgimento di comunità e istituzioni locali.

Secondo la strategia di Enel, la riqualificazione ha come priorità la valorizzazione degli asset esistenti e la loro trasformazione in poli energetici integrati. Cioè, in luoghi dove combinare le diverse tecnologie utili ad accelerare la transizione energetica.

Due gli esempi significativi – il primo, di integrazione; il secondo, di riqualificazione:

  1. Sun Hunter, la futura fabbrica di tracker nella Centrale “Alessandro Volta” a Montalto di Castro, per produrre dispositivi che permettono ai pannelli fotovoltaici di seguire il Sole durante la giornata. Il progetto creerà fino a 70 posti di lavoro, offrendo opportunità occupazionali anche al personale proveniente dall’indotto della Centrale. La nascita della fabbrica sarà solo uno degli sviluppi che vedrà il sito, destinato a evolvere ulteriormente con l’installazione di un parco fotovoltaico della potenza di circa 10 MW e di sistemi di accumulo di energia per circa 245 MW. Mentre una parte degli impianti turbogas già presenti, rinnovati e resi più efficienti, resterà attiva a supporto della stabilità del sistema elettrico.

Con questo progetto, la Centrale diventerà il più esteso polo energetico multifunzionale in Italia, in un’ottica di economia circolare e di valore condiviso con il territorio.

  1. Il polo turistico innovativo di Porto Tolle, nell’area patrimonio Unesco nel territorio del Polesine. Un progetto grazie al quale un impianto industriale che ha partecipato attivamente alla vita e alla storia della comunità locale e del Paese potrà diventare punto di partenza per nuove opportunità e occasioni di sviluppo e di turismo sostenibile.

La transizione energetica comporta la riprogettazione delle Centrali per renderle più sostenibili e circolari. Ragione per la quale, già nel 2020, Enel ha lanciato quattro concorsi aperti ad architetti e ingegneri – alla ricerca di soluzioni in grado di trasformare gli impianti in infrastrutture moderne ed efficienti, nelle quali far convivere gas naturale, fonti rinnovabili e batterie per lo stoccaggio di energia. 

Le Centrali coinvolte sono state Eugenio Montale a La Spezia, Andrea Palladino a Fusina, Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia e Federico II a Brindisi. Tutti siti che hanno contribuito allo sviluppo industriale e sociale del Paese, fortemente legati ai territori che li ospitano.

Il principale obiettivo è quello di creare poli energetici sempre più integrati con l’ambiente nel quale sono inseriti, riducendo l’impatto paesaggistico attraverso un’idea nuova di Centrale, proponendo spazi aperti alla fruizione da parte dei cittadini e individuando un design centrato su principi di sostenibilità, circolarità e innovazione.

Una trasformazione energetica a tutto tondo. Che coinvolge generazioni, segmenti economici e competenze. E che si inserisce nel più ampio impegno di Enel per una transizione energetica giusta, fondata su quattro pilastri strategici:

  • riqualificazione degli impianti,
  • sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili (decarbonizzazione),
  • sviluppo di tecnologie di accumulo,
  • digitalizzazione delle reti elettriche.