L’Ue sblocca i fondi per i terremotati

Giungono buone notizie da Bruxelles. L’Unione Europea ha sbloccato i fondi da stanziare alle zone colpite dal Terremoto in Emilia del maggio Scorso. L’intesa formale è stata raggiunta sulla base di 670 milioni di euro. Siamo dunque dinanzi a un grosso passo in avanti rispetto al congelamento dei fondi stessi avvenuto durante la scorsa settimana.

Dopo aver appreso la notizia, il Premier italiano Mario Monti ha voluto manifestare la sua gioia, nel corso di una conferenza stampa di Palazzo Chigi con il collega britannico Cameron:

“Esprimo la soddisfazione del governo italiano per il via libera definitivo ai fondi Ue per il terremoto in Emilia. E’ un tema sul qule ci siamo intensamente adoperati perché era giusto e doveroso che il risultato fosse confermato”.

Oggi, i ministri delle finanze dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo sullo sblocco dei fondi a sostegno delle aree colpite dal terremoto emiliano. Hanno contribuito a raggiungere e formalizzare l’intesa Svezia, Finlandia e Gran Bretagna. La decisione passa con un voto a maggioranza. Germania e Olanda erano contrarie.

Venerdì scorso queste cinque Nazioni si erano dichiarate contrarie allo sblocco di fondi supplementari nel bilancio Ue di quest’anno per i terremotati dell’Emilia.

Vasco Errani, Commissario per la Ricostruzione e Presidente della Regione Emilia commenta così la notizia del “semaforo verde”:

‘La notizia dello sblocco dei fondi per il terremoto ci riempie di soddisfazione, questa e’ l’Europa che ci rappresenta tutti. Abbiamo fatto bene, sin da subito, a riporre fiducia negli impegni gia’ presi dalla Commissione europea. Voglio ringraziare i parlamentari italiani ed europei, il nostro Governo e quanti si siano mobilitati per sostenere il giusto diritto delle popolazioni terremotate a un sostegno solidale che sara’ molto importante nella fase di ricostruzione gia’ avviata”.

La decisione sugli aiuti alla Grecia è stata rinviata

Grecia, si tornerà a discutere degli aiuti il 20 novembre. Il Parlamento ellenico ha approvato il Bilancio 2013 e l’Eurogruppo ha fatto ulteriori passi in avanti al fine di raggiungere un accordo sui nuovi finanziamenti da destinare ad Atene.

Restano però molte cose da risolvere. Nello specifico alla Grecia si vogliono concedere due anni in più. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 30 miliardi.

Occorre dunque capire dove trovare questi finanziamenti, nonché trovare un’intesa con il Fondo Monetario Internazionale circa la sostenibilità del debito.

Il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker si dichiara ottimista:

“Il 20 novembre tutti i problemi troveranno una risposta. Siamo molto vicini a un accordo e farò di tutto perché sia presa una decisione formalmente corretta”.

Al termine della riunione è stata diffusa la seguente nota:

“I ministri delle Finanze dei 17 si sono trovati d’accordo sull’opportunità di concedere due anni supplementari (dal 2014 al 2016) ad Atene per la riduzione del deficit sotto il 3% alla luce dei recenti sviluppi economici. L’Eurogruppo spera che il 20 ci siano anche tutti gli elementi necessari per dare il via libera alla prossima tranche da 31,2 miliardi di euro in modo che questa possa essere erogata entro fine mese”.

Il presidente Juncker ha dunque sottolineato che venerdì 16 la Grecia non andrà in default attraverso un’operazione di rollover sui titoli di Stato a breve termine.

Eurozona salva grazie agli interventi della BCE

 Tutti i paesi della zona dell’euro hanno subito i contraccolpi della crisi, anche la Germania, paese in cui l’economia e sempre rimasta molto solida, inizia ad avere dei problemi.

Ma, secondo gli esperti, il peggio dovrebbe essere passato e, se si è riusciti a evitare le conseguenze peggiori, è stato solo grazie agli interventi mirati della Banca Centrale Europea la quale, anche se a volte ha dovuto prendere delle decisioni impopolari e spesso osteggiata nelle sue scelte, ha fatto in modo che la crisi mondiale distruggesse i mercati dell’Euro.

I mercati stanno registrando dei lievi miglioramenti, che possono essere attribuiti anche alla ripresa dell’economia americana, anche questa lenta e difficile, ma comunque importante, e, soprattutto, la ripresa della domanda da parte dei paesi e delle economie emergenti.

Ma i rischi ancora ci sono. Si tratta soprattutto di rischi legati alla bassa crescita economica, alla crisi del debito sovrano e alla debolezza attuale del sistema bancario, messa ancor più in difficoltà dalla sua frammentazione e dai nuovi titoli di reversibilità. Tra gli strumenti approntati dalla BCE l’Outright Monetary Transactions, ossia interventi mirati al ripristino dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria per quanto riguarda i titoli di Stato.

Una medicina a volte amara, quella della BCE, a cui si aggiungono gli interventi per la riforma strutturale necessari nei paesi che hanno subito maggiormente gli effetti della crisi, ma che, lentamente, sta dando i suoi risultati.

 

 

La ripartenza dall’Islanda

 Un noto film italiano si augurava di non ricominciare sempre tutto da capo ma di salvare almeno tre cose. Se volessimo operare un ragionamento simile sulla condizione europea, potremmo essere certi che non tutto è perduto, soprattutto se si considera la rivoluzione in atto in Islanda.

In questo paese ci sono i famosi tre elementi per ripartire nello sviluppo: tecnologia, referendum e iniziativa popolare. Sono queste le parole d’ordine del popolo islandese che alla fine del mese scorso ha approvato la prima web costituzione della storia.

Un consiglio direttivo di 25 cittadini estranei alla politica è stato nominato con l’incarico di consultare la popolazione sul nuovo testo costituzionale, considerati i principi fondamentali del testo definiti dal Consiglio direttivo. Questo organo ha sfruttato la tecnologia e soprattutto i social network come Twitter, Facebook e Youtube per entrare in contatto con la popolazione. 

La partecipazione all’evento è stata straordinaria e un referendum alla fine di ottobre ha interrogato i cittadini sulla conformità della bozza della web costituzione. L’ultima parola spetta sempre al governo ma si esclude la possibilità di un rovesciamento di fronte repentino.

I titoli di stato islandesi si rafforzano considerato anche il fatto che la nuova costituzione rafforza gli strumenti del referendum e delle leggi d’iniziativa popolare. L’Islanda si configura dunque come un terreno d’investimento privilegiato. 

Programma UE per la salute

 L’Unione Europea finanzia tantissimi progetti a tema salute ed attualmente è in vigore un programma per la salute che va a coprire un quinquennio, dal 2008 al 2013. Il che vuol dire che in base alla disponibilità di fondi europei, c’è ancora un anno di tempo per presentare le proprie proposte.

In effetti a livello europeo è stata anche definita una strategia Europa 2020 che si propone di raccogliere tutti gli investimenti nella salute e affrontare con più determinazione un problema che affligge quasi tutta l’Europa, l’invecchiamento demografico.

Ogni anno sono fissati il piano di lavoro, gli inviti a presentare proposte, le sovvenzioni e non solo. Una volta pubblicati i bandi di gara, chi può partecipare, presenta le proposte poi valutate dall’UE.  In generale sono chiamati a presentare delle proposte anche le organizzazioni dei paesi che non aderiscono al programma, a patto che siano d’aiuto nella realizzazione degli obiettivi.

La partecipazione ai bandi è aperta agli istituti di ricerca e alle università, alle autorità pubbliche, alle ONG e alle imprese e le norme sono variabili in base al tipo di finanziamento erogato. Per partecipare devono compilare un modulo di candidatura e poi contattare un referente nel proprio paese che sia in grado di conoscere la tematica oggetto del bando.

Tutte le informazioni possono essere consultate in questo sito.

Monti non accetta il blocco Ue dei fondi ai terremotati

Mario Monti non ci sta. Non accetta che l’Unione Europea blocchi i fondi a favore dei terremotati. Così facendo valori quali la solidarietà, alla base della stessa Ue, andrebbero violati.

Così, durante il suo fine settimana lavorativo, il Presidente del Consiglio è stato a colloquio con il presidente della Commissione Barroso e con il Presidente del Parlamento europeo Schulz. Tema della discussione? il possibile blocco dei finanziamenti. Si parla di una cifra che si aggira intorno ai 670 milioni di euro, valevoli per la ricostruzione post-terremoto dell’Emilia.

L’eventuale veto che si profila è definito da Monti inaccettabile. Così il Primo Ministro italiano ha fatto sapere a Barroso e Schulz che tale rifiuto potrebbe conseguire alla posizione assunta da alcuni Stati Membri e che sarebbe del tutto inaccettabile per l’Italia, nonché gravemente lesivo dei principi di solidarietà alla base della stessa Unione Europea.

Quella dei finanziamenti è una questione purtroppo non ancora risolta. Venerdì scorso, cinque paesi membri (Germania, Olanda, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna) avevano bloccato i finanziamenti, poi sbloccatisi nuovamente in serata. Durante il colloquio, Barroso ha tranquillizzato Monti, comunicandogli che la Commissione in qualità di mediatore all’interno del Comitato di conciliazione si impegnerà al massimo per conferire all’Italia i fondi richiesti. Il negoziato riprenderà domani, martedì 13 novembre.

Schulz, da parte sua, ha invece garantito a Monti che la delegazione del Parlamento nel Comitato di conciliazione configurerà come condizione pregiudiziale l’approvazione dell’emendamento di bilancio che consenta di sbloccare i fondi pari a 670 milioni per il terremoto.

 

Le borse chiudono la settimana “contrastate”

 I listini europei, in questa settimana, cruciale per l’America dove è stato rieletto Presidente Obama per la seconda volta, sono stati sostenuti proprio dai dati americani che hanno superato le attese degli investitori, soprattutto sul finire della settimana.

Una chiusura, quella di oggi che si può definire contrastata visto che alle perdite registrate a metà della giornata sono seguiti dei recuperi incredibili. Per quello che riguarda Piazza Affari abbiamo assistito ad una giornata davvero molto poco movimentata con il Ftse Mib che è rimasto praticamente fisso perdendo soltanto lo 0,09 per cento.

In particolare hanno fatto da traino tutti i dati sulla fiducia dei consumatori che è salita a livelli che non si registravano più dal 2007. Peccato soltanto per la tensione sul fiscal cliff statunitense e la preoccupazione per la crisi del debito europeo. 

A Piazza Affari ha guadagnato terreno Finmeccanica grazie alla conferma del piano di dismissioni dell’azienda. Allo stesso modo Telecom ha registrato qualche aumento dovuto a dati trimestrali in linea con le attese, ma soprattutto risultati che consentono all’azienda di mantenere gli obiettivi del 2012.

Non sono andati altrettanto bene titoli come Mediolanum e Autogrill che invece la settimana scorsa avevano fatto registrare performance interessanti. Riguardo i cambi si deve tener presente del calo dell’euro rispetto al dollaro.

Tre cose da sapere sull’Euro

L’euro è entrato in vigore il I gennaio del 2002, momento dal quale sono passati quasi undici anni. Pian piano la moneta unica è entrata a far parte della nostra vita quotidiana, soppiantando gradualmente le monete precedenti dei diversi paesi.

Se per un primo periodo molti cittadini dei paesi coinvolti nell’introduzione della moneta unica europea si sono sentiti in difficoltà, dopo qualche tempo la situazione si è normalizzata e l‘utilizzo dell’euro è divenuto facile e regolare. Ora abbiamo molta più conoscenza della nostra moneta, ma sicuramente ci sono delle cose ancora da scoprire.

Quelle che trovate di seguito sono tre informazioni interessanti e curiose di cui, quasi sicuramente, non eravate a conoscenza. Le riportiamo in occasione della presentazione di Europa, la nuova serie di euro che entrerà in circolazione nei prossimi anni e che, gradualmente, soppianterà le banconote attualmente in circolo.

Ogni cittadino di ogni paese dell’Unione Europea effettua mediamente tra le 300 e le 400 transazioni in contanti ogni anno.

Se si disponessero in successione tutte le banconote da 5 euro attualmente in circolazione si potrebbe coprire quasi cinque volte la circonferenza del nostro pianeta.

Con le banconote da 5 euro presenti sul mercato nel 2012 si potrebbe coprire la distanza tra la terra e la luna.

Europa: come saranno le nuove banconote da 5 euro

 La motivazione principale al lungo lavoro fatto dalla Banca centrale europea per la creazione di nuove banconote che andranno a sostituire i vecchi euro attualmente in circolazione è l’adeguamento della moneta unica a nuovi standard di sicurezza per proteggere i cittadini dalla contraffazione delle monete.

La progettazione delle nuove banconote è stata affidata, per quanto riguarda la parte grafica, a Reinhold Gerstetter, bozzettista di Berlino e, per la parte tecnica, ad un team di esperti che, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie nella riproduzione delle immagini, è riuscita a creare una serie di banconote che assicurano una continua protezione dei biglietti dalla falsificazione. I tre cambiamenti principali che si potranno vedere sulla prima banconota a entrare in circolazione, quella da 5 euro, sono l’ologramma, la filigrana e il numero.

L’ologramma dei 5 euro della serie Europa

 

L’ologramma con ritratto dei nuovi 5 euro è visibile muovendo la banconota. La striscia argentata rivela il volto della dea greca Europa, lo stesso che si trova sulla filigrana. Sulla striscia è presente anche una finestra e la cifra del valore.

 

 

La filigrana dei 5 euro della serie Europa

 

 

La filigrana delle nuove banconote da 5 euro è visibile se si guarda la banconota in controluce. Così facendo apparirà l’immagine sfumata che mostra il ritratto di Europa, la cifra del valore e una finestra.

 

 

La cifra del valore dei 5 euro della serie Europa

 

La cifra del valore delle nuove banconote da 5 euro è di colore verde smaltato e si può vedere muovendo la banconota. La cifra brillante produce l’effetto di una luce che si sposta in senso verticale passando dal verde smeraldo al blu scuro.

 

 

Europa: la nuova serie dell’Euro

Sono passati quasi 11 anni da quando nei paesi dell’Unione Europea è iniziata a circolare l’Euro, la moneta unica che ha permesso di abbattere molte frontiere economiche e culturali. Da quel giorno l’Euro è diventata la moneta corrente di un numero sempre maggiore di paesi (si è passati da 12 del 2002 ai 17 del 2012) e, attualmente, sono 322 milioni le persone che lo usano.

Ora è arrivato il momento di cambiare l’aspetto dell’Euro e Mario Draghi, presidente dalla BCE, nella sua conferenza di Francoforte dell’8 novembre, ha annunciato la nuova serie della moneta unica europea: si chiamerà Europa (dal nome della dea greca) e entrerà in circolo a partire dal prossimo anno.

Il restyling subito dalle banconote si è reso necessario per elevare gli standard di sicurezza contro la contraffazione delle banconote e per renderle più resistenti all’usura.

La prima banconota della nuova serie che entrerà in circolazione è quella da 5 euro – la presentazione ufficiale avverrà il 10 gennaio del 2013 – seguita poi da tutti gli altri tagli delle banconote.

Sarà un processo lungo e graduale che porterà alla sostituzione delle banconote attualmente in circolazione, che, comunque, manterranno il loro corso legale.

La nuova grafica degli Euro della serie Europa, che comunque manterranno i colori e le dimensioni di base, è stata realizzata a Berlino dal bozzettista indipendente Reinhold Gerstetter.

Tutte le informazioni e gli approfondimenti sono contenute nello speciale di Mondo Economia dedicato alla nuova serie dell’Euro:

Europa: come saranno le nuove banconote da 5 euro

Euro. Le caratteristiche e la storia della moneta unica europea.

Produzione e distribuzione dei nuovi euro

Euro, le nuove banconote sono ispirate a Europa

Attivato il portale per conoscere il nuovo Euro

Tre cose da sapere sull’euro