Ungheria, strategie per ravvivare l’economia

Sale in maniera esponenziale l’attesa per una riduzione dei tassi di interesse in Ungheria. Una previsione plausibile dopo che la banca centrale ha diminuito drasticamente le stime d’inflazione per l’anno in corso dal 2,5% di settembre allo 0,9%.

L’Ungheria rimborsa il Fondo Monetario

 La scelta effettuata dall’Ungheria è a dir poco sorprendente. Questo paese, infatti, a sorpresa, ha deciso di rimborsare il Fondo Monetario Internazionale che le aveva elargito dei fondi. L’annuncio ufficiale è stato dato direttamente dal premier Orban che da sempre si è distinto nel Vecchio Continente per il suo atteggiamento antieuropeista.

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A questo punto però, visto che il clima generale dimostra che la ripresa è vicina ma non in essere, c’è da capire da dove l’Ungheria abbia preso i soldi per rimborsare il FMI e a che tasso d’interesse abbia ottenuto il prestito. Qualche analista ha provato a fare i conti in tasca al paese in questione. Sembra che l’Ungheria sia stata aiutata molto dall’incremento degli investimenti tedeschi. In più pare che abbia operato un taglio deciso della spesa sociale e si sia avvantaggiata della crescita dello 0,5 per cento del PIL nel primo semestre dell’anno.

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Per chi investe in opzioni binarie una notizia del genere è fondamentale, ma è inaspettata e quindi soltanto gli amanti del rischio hanno  tratto giovamento dalla situazione. Le finanze pubbliche dell’Ungheria, ad ogni modo, sembrano a posto e da più settori arriva il plauso per la politica conservatrice del premier Orban.

Budapest, quindi, che aveva ottenuto il prestito del FMI nel 2008 con l’opera del governo socialista, adesso è pronta a ripartire.

La situazione ungherese e quella inglese a confronto

 L’Europa non è un continente solido in questo momento, visto che a parte qualche tensione di natura politica, sta affrontando una crisi economica che finora non era stata opportunamente considerata.

L’euro sta soffrendo e la natura di questa sofferenza si lega alla stabilità dei governi e alle relazioni che il Vecchio Continente intrattiene con l’economia americana e con quella cinese. Affrontiamo ora, più nel dettaglio, il problema ungherese, prima di effettuare un piccolo parallelismo con l’Inghilterra.

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L’Ungheria è il prossimo problema da risolvere per l’Europa, adesso impegnata nella scelta del salvataggio di Cipro, prima che siano pubblicati i dati sulla ricchezza delle famiglie europee. Il neo premier ungherese, Viktor Orban, per esempio, è riuscito ad avere il sostegno del Parlamento, necessario per un cambiamento della Costituzione, ma allo stesso tempo, dalle Camere, ha ottenuto l’invito a chiudere i ponti con l’Europa.

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Una scelta che per questo paese potrebbe essere anacronistica ed antieconomica. Lo sostengono numerosi analisti promotori dell’euro che scoraggiano ogni stato che decida di valutare l’uscita dalla moneta unica.

In piazza le proteste verso la condotta del premier sono state vigorose e anche Bruxelles ha ribadito più di una volta che la politica di chiusura del premier Orban rischia di essere “perseguita”. Un giro di vite autarchico si è avuto anche quando il presidente ha nominato governatore della banca centrale un suo fedelissimo.

Il parallelo con l’Inghilterra è semplice nel momento in cui si considera che il paese è estraneo all’euro, ma allo stesso tempo si augura di stipulare accordi bilaterali con Bruxelles che gli diano una posizione di rilievo, un po’ come è successo alla Svizzera.