I democratici americani non cedono: aumenteremo le tasse ai ricchi

 Barack Obama è ottimista sull’accordo per il Fiscal Cliff, e crede che sarà possibile raggiungerlo anche entro Natale. Di diverso avviso il sui Segretario al Tesoro Timothy Geithner il quale, in una intervista alla CNN ha ribadito che i democratici non hanno intenzione di raggiungere nessun accordo se verrà messa in discussione l’ipotesi della tassazione per i ricchi.

In effetti, uno dei punti principali della campagna elettorale di Barack Obama è stato proprio quello di prendere dei provvedimenti a favore della classe media, riportando le tasse sui grandi patrimonio a livello dell’amministrazione Clinton.

Geithner ribadisce:

Non ci sarà accordo sul budget al Congresso se i repubblicani non vogliono un aumento delle tasse che le riporti al livello in cui erano sotto l’amministrazione Clinton, epoca in cui l’economia americana era florida. Non ci sarà accordo senza un aumento delle tasse.

Geithner in qualità di negoziatore principale dell’amministrazione Obama nelle trattative con il Congresso per la riduzione del deficit, ha chiesto ai repubblicano di fare un’altra proposta, che dovrà arrivare il prima possibile. Infatti, il tempo inizia a stringere: si ha solo un mese prima che il Fiscal Cliff proceda automaticamente, a causa della scadenza degli sgravi fiscali e dei tagli alla spesa pubblica per complessivi 600 miliardi di dollari.

 

Le crisi in Europa e in America

 La crisi economica e finanziaria che stiamo vivendo ha una portata globale. A fronte di tante economie emergenti che stanno tirando fuori le unghie, ci sono tanti colossi economici che stanno venendo meno. In realtà da un continente all’altro la crisi è vissuta in maniera differente.

Chi investe in opzioni binarie e quindi specula anche sulla crisi deve tener conto della diversificazione degli indicatori che possono suggerire in che direzione andrà il mercato. Per esempio, in questo momento la crisi interessa sia l’America che l’Europa ma mentre il Vecchio Continente arranca, gli States sembrano crescere.

La situazione europea. L’Eurozona non riesce a reagire alla crisi, per cui si sono bloccati i consumi e le politiche del lavoro messe in campo dai vari stati, non riescono effettivamente a creare occupazione. Non aiutano le varie politiche di austerity, né la mancanza di un’interpretazione unica della crisi da parte di tutti gli stati membri dell’UE. Molti sono convinti che saranno necessari tantissimi sacrifici prima di vedere la luce, ma altri considerano possibile l’uscita dalla crisi solo a patto di una svalutazione della moneta unica.

La situazione americana. In America c’è crisi e nonostante questo la fiducia dei consumatori è ancora alta, non sono ancora in atto politiche di austerity, mentre si adotta una politica fiscale e monetaria espansiva. In questo modo il PIL resta ad un livello interessante e il rapporto tra il Prodotto Interno Lordo e il debito si è in qualche modo stabilizzato. Sicuramente ci sono prospettive più interessanti rispetto all’Italia.

Cresce la preoccupazione per il Fiscal Cliff

Il Senato Usa ha rilasciato ulteriori indicazioni non molto positive per quanto riguarda il percorso di discussione del Fiscal Cliff. Di conseguenza, Wall Street ha chiuso con un forte ribasso. Le ragioni del calo sono relative ai timori sul “fiscal cliff”. Il capogruppo della maggioranza al Senato, Harry Reid, ha dichiarato che sono stati fatti scarsi progressi nelle trattative sul fiscal cliff. La Casa Bianca ha comunque negato che le discussioni si trovino a un punto morto. E’ stato così annullato l’effetto positivo dell’intesa riguardante la Grecia e di alcuni dati macroeconomici americani migliori delle stime tra cui gli ordini di beni durevoli, in rialzo per il sesto mese consecutivo.

La seduta in ribasso ha influenzato i mercati azionari europei, succubi della condizione economica americana degli ultimi tempi.

Milano: Il Fits-Mib registra una flessione dell’1%;

Londra: -0,4%;

Francoforte: -0,5%;

Parigi: 0,5%. T

Banco Popolare fa registrare i titoli peggiori, anche per via del fatto che Moody’s ha messo sotto sorveglianza per un possibile downgrade il suo rating ‘Baa3’.

Male anche Mps dopo l’annuncio della nuova emissione di bond. Poco forte l’impatto sui listini del via libera della Commissione Ue alla ristrutturazione delle banche spagnole.

L’Euro è in ribasso. Passa di mano a 1,2891 dollari contro gli 1,2930 registrati ieri dopo la chiusura di Wall Street e a 105,54 yen.

Tokyo: chiusura in calo per la borsa giapponese. La prima dopo quattro ottime sedute in rialzo. Lieve rimbalzo dello Yen.

 

 

Il rally di fine anno è ipotizzabile?

 Alla fine dell’anno, in genere, le borse finiscono sull’ottovolante e questo fa piacere agli investitori che dalle oscillazioni ricavano il loro rendimento. Adesso siamo a pochi giorni dall’avvio dell’ultimo mese dell’anno e ci si chiede come reagiranno i mercati a questa scadenza naturale.

Dicembre sarà sicuramente influenzato dalla risoluzione della questione greca che già oggi ha fatto incrementare il valore di tutte le borse d’Europa. A livello UE, però, resta ancora da decidere su un documento importante: la legge di bilancio.

In più, sul versante americano, occorre capire in che modo sarà gestito il fiscal cliff che è la grande zavorra dell’economia a stelle e strisce. Gli analisti ritengono che anche qui sarà trovato un accordo in tempi rapidi. Allora per orientarsi tra gli indici è opportuno fare una piccola retrospettiva andando a spulciare tra gli andamenti delle borse negli anni passati.

Dal 2002 al 2011 il classico rally di fine anno si è verificato ben 5 volte su 10, almeno per quanto riguarda Piazza Affari e la migliore delle performance della borsa italiana si è avuta alla fine del 2009 con una crescita del 6 per cento del Ftse Mib. Sempre in Italia si sono registrati tre rialzi consecutivi dal 2004 al 2006 e nel 2010 quando la borsa ha chiuso con un buon +5,59 per cento.

Per il 2013 il Ftse Mib è dato in rialzo ma ancor meglio andrà per gli indici di Wall Street. Quanto sono affidabili queste previsioni?

USA: le prove che sarà un anno di gloria

 L’investimento in opzioni binarie obbliga a prendere in considerazione tutte le ipotesi e gli elementi che contribuiscono alla definizione di un trend. In questi mesi molti analisti hanno iniziato a fare previsioni sul 2013 e sotto la lente d’ingrandimento ci è finita anche l’America.

In un articolo precedente abbiamo trattato i due volti della medaglia: gli scettici che sono sicuri che nel 2013 l’America non riuscirà a reagire al fiscal cliff e alle altre numerose sfide economiche che si trova davanti agli occhi; di contro ci sono molti altri analisti fiduciosi che l’avvio lento del primo trimestre sia soltanto un passaggio verso una crescita degli USA.

Questa seconda ipotesi sembra aver trovato delle giustificazioni nella realtà. Il presidente Obama, infatti, si deve barcamenare tra la gestione delle imposte e delle spese al fine di evitare una nuova recessione. Al tempo stesso per il 2012 può gioire di un incremento del PIL che dovrebbe fissarsi nel range 1,7-2 per cento. Un dato molto utile a chi compra opzioni binarie boundary.

La FED era stata molto più ottimista, è vero, prevedendo una crescita al 2,4% ma questo non vuol dire nulla, visto che ci sono anche altri segnali incoraggianti nell’economia americana: la riduzione del tasso di disoccupazione sceso sotto la soglia dell’8 per cento e il miglioramento della fiducia dei consumatori che si attesta all’84,9.

Warren Buffet rilancia il suo appoggio alla politica di Obama

 I privilegiati d’America devono pagare più tasse. A dirlo è Warren Buffet che, da sempre pro-Obama, che, pur facendo parte della classe degli uomini più ricchi del mondo, dalle pagine del New York Times rinnova la sua posizione e le sue proposte.

Già nel 2011 la prima proposta per una tassazione dei patrimoni dei super ricchi americani, che ora viene rivolta direttamente al Congresso degli Stati Uniti e propone una tassazione del 30% sui redditi che vanno tra $1 milione e $10 milioni e del 35% nel caso il reddito superi queste cifre.

Secondo l’investitore, che si trova al terzo posto della classifica di Forbes dei 400 uomini  più ricchi d’America:

Una regola semplice come questa bloccherà gli sforzi di quei lobbisti, avvocati e rappresentanti del Congresso avidi dei soldi dei contribuenti, volti a tenere le tasse che pagano i ricchi ben al di sotto di quelle imposte a gente che ha un reddito che è solo una frazione, rispetto al nostro.

Il reddito medio del gruppo (i 400 di Forbes) nel 2009 è stato di 202 milioni dollari – che equivale a un “salario” di 97.000 $ per ora. Tuttavia, più di un quarto di questi ultra ricchi hanno pagato meno del 15 per cento di imposte sul reddito, la metà meno del 20% e alcuni non pagano niente.

Questo oltraggio indica la necessità di più di una semplice revisione verso alto delle aliquote fiscali, anche se questo è il punto di partenza. Appoggio la proposta del presidente Obama di eliminare i tagli fiscali di Bush per i contribuenti ad alto reddito. 

Buffet rinnova quindi il suo appoggio ad Obama e alle sue proposte per il risanamento dell’economia americana ed è molto importante per il presidente degli stati Uniti e per il suo mandato che la proposta della tassazione dei ricchi arrivi proprio da un ricco.

Proiezioni sull’America

 L’America, come anche il Messico, è sotto la lente d’ingrandimento degli analisti finanziari che si chiedono come reagiranno le strutture degli States agli stimoli del prossimo anno.

Per quanto riguarda il Messico sembra ci sia accordo per le riforme e quindi il paese dovrebbe superare abilmente i pregiudizi nei suoi confronti e configurarsi come una delle più belle economie emergenti del 2013. Ma chi investe in opzioni binarie ha bisogno anche di altri trend.

Un’analisi interessante nasce dalla valutazione di quel che sta succedendo in America. Rispetto agli USA gli analisti si chiedono se il 2013 sarà l’anno che registra la fine del sogno americano o se al contrario la Presidenza di Obama regalerà al paese un nuovo momento di gloria.

Gli analisti del Leap propendono per la prima ipotesi perché l’America ha in pancia troppe sfide da sostenere, quella del fiscal cliff, ma anche il debito pubblico e la bolla fiscale. In più non c’è accordo tra repubblicani e democratici e questo potrebbe risultare fatale per l’avanzamento dei lavori del Congresso. Il collasso economico è alle porte.

Diversa è la valutazione di Bernanke che invece ritiene che superato il fiscal cliff – e ormai questa ipotesi è scontata – a partire dal 2013 ci potrebbe essere la ripresa dell’economia americana.

Wall Street nel giorno del Ringraziamento

 La performance dei listini europei, molto interessante in seguito ai risultati dell’asta dei Bonos spagnoli, è sembrata ancora più brillante alla luce del rallentamento di Wall Street dove la giornata di scambi di ieri è iniziata in modo debole, per il fatto che oggi il Giorno del Ringraziamento.

I rialzi a Wall Street sono stati molto deboli in mattinata, hanno sfiorato un lieve +0,5 per cento. I broker erano probabilmente molto più interessati ai festeggiamenti del Thanksgiving. Basta pensare che il Dow Jones è cresciuto soltanto dello 0,38%, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,34% e lo S&P ha fatto segnare il +0,23%.

Sicuramente le quotazioni sono state influenzate anche dai dati sui sussidi di disoccupazione che sono calati pur restando al di sopra delle 400 mila unità. In qualche modo è stato determinante per il blocco delle assunzioni, l’arrivo e il perdurare delle conseguenze dell’uragano Sandy.

Entrando nello specifico dei titoli che sono sul mercato americano, c’è da rilevare un interessante +1,92 per cento delle azioni HP che hanno reagito un po’ timidamente al tracollo di ieri, quando l’azienda ha presentato dei conti molto deludenti  legati all’acquisizione sbagliata dall’azienda Autonomy.

Il taglio del rating da parte dell’agenzia Fitch, sul versante opposto, ha influito sulla pessima performance di Best Buy.

Opzioni binarie e fiscal cliff: il nuovo anno

 L’America sta tentando di affrontare nel modo più sereno possibile la prospettiva del baratro fiscale e il fatto che abbia saputo rispondere in modo tempestivo alle richieste degli investitori ha entusiasmato le borse, sia quelle europee sia quella di Wall Street.

Adesso su questa situazione che sta monopolizzando anche la cronaca finanziaria internazionale, si stanno concentrando gli investitori, soprattutto coloro che acquistano in modo prevalente oppure esclusivo le opzioni binarie. Perché a loro, per ottenere un rendimento, è chiesto di interpretare un trend.

Sicuramente c’è molta sensibilità per gli appuntamenti inseriti nell’agenda finanziaria. Il primo è a fine anno, la fine dei tagli fiscali previsti dall’amministrazione di Bush Jr che aprono le porte ad una nuova panoramica per il 2013.

Ecco cosa si prevede per il prossimo anno. Il primo gennaio le famiglie americane vedranno incrementare la loro tassazione del 2 per cento per effetto dell’eliminazione delle agevolazioni. In più, 26 milioni di famiglie dovranno pagare anche le Tasse Alternative Minime che sono destinate alle famiglie più ricche d’America, quelle che superano una quota di reddito definita dallo staff di Obama.

La Casa Bianca, però ha già in mente anche di tagliare il budget di governo, ridurre i finanziamenti per l’Ente federale assistenza statale e tagliare i fondi al dipartimento Istruzione. Così si dovrebbero riportare in cassa circa 800 miliardi di dollari l’anno ma a che prezzo?

Ripresa e Quantitative Easing

 Chi investe in opzioni binarie o chi fa trading nel mercato ForEX conosce sicuramente l’autorevole opinione di Nouriel Roubini, il presidente di RGE Monitor, un’azienda che si occupa di analisi in ambito finanziario. Roubini è anche professore all’Università di New York e in un recente post per Ecomonitor è intervenuto sul Quantitative Easing.

La prima domanda che gli è stata posta in merito al programma di alleggerimento promosso dalla FED possa realmente incidere sulla crescita economica degli Stati Uniti che stenta a ripartire. Sicuramente il QE3 andrà più a fondo di quanto hanno fatto le precedenti manovre, che si parli di QE1 e QE2 o che si prenda in considerazione l’Operation Twist.

Il QE3 è più duraturo nel tempo, più consistente e richiede un grosso sforzo anche alla Fed che spera di avere una risposta solerte dai mercati azionari. L’allegerimento monetario dovrebbe favorire la ripresa degli investimenti ma si associa ad una contrazione fiscale.

Il fatto che l’America cresca lentamente 8+1,6% in un anno) e il fatto che ci sia una diminuzione fiscale dell’1 per cento, non impedisce al paese di entrare in una fase di recessione che il QE3 può soltanto in parte arginare.

Un effetto indiretto che si può avere sull’economia è probabilmente una nuova iniezione di fiducia, ma sarà tutta da misurare.