Saldi estivi, vendite in progresso rispetto allo scorso anno

 Si è registrato un lieve miglioramento delle vendite dei saldi estivi. Stando allo studio di Federazione Moda Italia di Confcommercio si è avuto fino ad ora un aumento dello 0,78% in confronto allo scorso anno: lo scontrino medio e’ salito da 92 euro a poco meno di 98 euro.

In Europa in crescita il mercato dell’auto

 In Europa il mercato dell’auto mostra sempre segni di crescita. Il periodo della crisi che ha rischiato di stravolgere il mercato sembra essere passato e crescono le immatricolazioni nel mese di marzo. Il dato è di una crescita delle immatricolazioni a marzo del 10,6% nel confronto con il mese precedente. Per le auto nel continente questa è la settima crescita consecutiva che dimostra la ripresa del settore e la possibile stabilizzazione. Le immatricolazioni in Europa sono state di 1.449.148. Il mese di marzo del 2014 ha mostrato però il risultato più basso dal 2003 nel confronto annuo.

I dati sono stati diffusi da Acea, cioè l’Associazione di costruttori europei di automobili. L’aumento a livello di trimestre è stato del dell’8,4%. Il Paese dove la crescita è stata più alta è la Gran Bretagna con un più 17,7%, segue la Francia con un più 8,5%, poi la Germania con un più 5,4%. L’Italia è dietro questi Paesi con una crescita del 5%.

 

A gennaio il mercato auto ha fatto registrare una ripresa

 

Per quanto concerne le case automobilistiche, la quota di mercato maggiore è della società tedesca della Volkswagen. La Volkswagen a marzo ha una quota di mercato del 23,2% mentre nel trimestre la casa automobilistica tedesca ha una quota di mercato del 24,2%. Per la Fiat la quota di mercato è scesa ed è del 5,7% nel mese di marzo e del 6,2% nel trimestre. Le strategie dell’azienda italiana hanno evitato il fallimento e hanno aperto mercati anche all’estero, ma la quota di mercato è ancora bassa se confrontata con gli altri leader del settore europeo.

Negli Stati Uniti vendite le dettaglio in aumento sostengono la crescita dell’economia

 Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato il loro più grande aumento in 2 anni a marzo dimostrando che l’economia sta crescendo dopo il blocco indotto dal clima. Il rapporto sulle vendite al dettaglio è stato l’ultimo a indicare che la crescita dell’economia negli Stati Uniti è destinata ad accelerare nel secondo trimestre dopo un inverno insolitamente freddo e nevoso che l’ha rallentata all’inizio di quest’anno.

Il Dipartimento del Commercio ha detto che le vendite al dettaglio sono aumentate del 1,1 per cento il mese scorso, il più grande guadagno da settembre 2012, con entrate in aumento in quasi tutte le categorie. Gli economisti avevano previsto che le vendite al dettaglio, che rappresentano un terzo della spesa dei consumatori, sarebbero cresciute dello 0,8 per cento il mese scorso.

 

Negli Stati Uniti crescono le assunzioni a marzo

 

I dati, combinati con un miglioramento degli utili trimestrali di Citigroup, hanno spinto al rialzo Wall Street dopo un brusco sell-off nelle sessioni recenti. Il dollaro è salito contro un paniere di valute.

I dati sulle vendite al dettaglio, aggiunti a quelli recenti sull’occupazione, suggeriscono che l’economia degli Stati Uniti ha trovato slancio alla fine del primo trimestre. Le assunzioni sono in crescita e i sussidi di disoccupazione all’inizio di aprile sono scesi di nuovo al loro livello pre recessione.

Questi segnali rialzisti hanno rafforzato le speranze che la crescita quest’anno sarà la più veloce dal periodo 2007-09 e quindi da quando la recessione finita.

I dati delle vendite al dettaglio hanno portato alcuni economisti a migliorare le stime di crescita del Prodotto interno lordo (Pil) del primo trimestre. Molti economisti si aspettano una crescita di circa il 3 per cento nel secondo trimestre e per il resto dell’anno.

Le cosiddette vendite al dettaglio core sono aumentate dello 0,8 per cento a marzo. Le vendite al dettaglio del mese scorso sono state sostenute da un aumento del 3,1 per cento delle entrate nel settore delle automobili e dei negozi di ricambi, il più grande progresso dal settembre 2012. Tuttavia, anche escludendo le automobili, le vendite sono cresciute dello 0,7 per cento, il più grande aumento in un anno.

Il discount in crescita in Ital

 Nel periodo gennaio 2013-gennaio 2014 gli acquisti presso i Discount sono cresciuti, ma sono calate le vendite negli Ipermercati, soprattutto nel Sud e nel Nord-Est del paese.

Nel periodo di riferimento, in base ai rilevamenti Nielsen, lo scontrino medio dei Discount ha segnato un incremento del 2,2% , passando da 19,70 euro a 20,14 euro. Di contro lo scontrino medio battuto negli Ipermercati è diminuito del 4,5% , abbassandosi da 47,57 euro a 45,44 euro. Contrazione più limitata (-1,3%) per gli scontrini dei Supermercati passati da una media di 28,40 euro a 28,04 euro. Lo scontrino medio della spesa nelle tre tipologie commerciali ha complessivamente registrato un arretramento dell’1,5%, da 29,22 euro a 28,79 euro.

 

A gennaio vendite al dettaglio ferme

 

Nel Nord-Ovest ( Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia) il fatturato della grande distribuzione ha registrato solo una lieve flessione dello -0,29%, mentre lo scontrino medio è passato da 33,04 euro a 32,57 euro (-1,4%).
Nel dettaglio, cresce dell’1,3% lo scontrino medio dei Discount (da 21,02 euro a 21,30 euro), mentre quello degli Ipermercati scende da 49,31 euro a 47,64 euro (-3,4%), così come cala lo scontrino dei Supermercati (-2,7%, da 29,20 euro a 28,41 euro).

Alquanto più negativa la situazione nel Nord-Est (Emilia-Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia) dove il fatturato della distribuzione moderna è sceso dell’1,11% ed il valore medio dello scontrino è diminuito del 2,2%, da 32,32 euro a 31,62 euro. In quest’area solo i Discount segnano valori in crescita (+4,6% lo scontrino medio, passato da 20,09 euro a 21,01 euro), mentre Ipermercati e Supermercati registrano valori negativi, rispettivamente a -7,3% (da 51,01 euro a 47,27 euro) e -1,1% ( da 30,93 euro a 30,58 euro).

Di contro, nelle regioni centrali (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) si registra un progresso generale della battuta media per scontrino dello 0,3% (da 28,48 euro a 28,50). In contro tendenza va solo lo scontrino medio dei Discount che scende da 19,52 euro a 19,46 euro (-0,3%). Lieve la flessione dello scontrino dei Supermercati (-0,7% da 29,28 euro a 20,07 euro), più sensibile invece il ribasso (2,1%) degli scontrini degli Ipermercati, da 45,67 euro a 44,73 euro.

Nell’area Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia) il fatturato della grande distribuzione è sceso del 2,7%, così come è arretrato (-2,2%) il valore medio degli scontrini portatosi a 24 euro.
Nel dettaglio, a fronte di un’ottima crescita del 4,6% per gli scontrini dei Discount (da 20,09 a 21,01 euro),si segnalano una brusca flessione delle battute medie negli Ipermercati (-7,3%, da 51,01 euro a 47,27 euro) ed una contrazione più leggera nei Supermercati (-1,1%, da 30,93 euro a 30,58 euro).

A gennaio vendite al dettaglio ferme

 Il mercato interno in Italia continua a essere caratterizzato da poco movimento. La crisi mostra ancora gli effetti sulle famiglie italiane che non sono propense a spendere. Meno soldi, lavoro più precario e rischio povertà hanno portato la classe media italiana quasi a scomparire e questa dinamica si vede anche nelle vendite al dettaglio che negli ultimi anni hanno mostrato dati negativi e decrescita.

L’Istat ha mostrato i dati sulle vendite al dettaglio nel mese di gennaio. Le vendite sono ferme su base mensile con una crescita che è pari a zero. Su base annua le vendite al dettaglio sono scese dello 0,9%.

 

Commercio al dettaglio in caduta

 

L’Istituto di Statistica certifica quindi che l’inizio del 2014 vede il commercio al paloe  ancora in difficoltà. Lo scorso anno le attività commerciali chiuse per problemi economici sono state moltissime a livello record e la dinamica non sembra migliorare. Non fa differenza iol settore alimentare, che solitamente è la roccaforte del commercio e delle vendite. A gennaio anche la vendita al dettaglio di generi alimentari è stata pressoché ferma su base mensile, mentre su base annua la flessione è dello 0,1%.

In crescita le vendite nei discount del 3,1% tendenziale. In aumento anche la grande distribuzione dell’1%, i supermercati dello 0,2% e gli ipermercati dello0,6%  mentre scendono del 2,5% le vendite nei piccoli negozi.
Con la crisi è normale che cresce la vendita al dettaglio in discount e ipermercati. I primi perché hanno prezzi più bassi e i secondi perché mettono molte offerte a disposizione dei clienti. La dinamica dei piccoli negozi sembra invece destinata a soffrire in  quanto costretti a spese più alti e quindi ad applicare anche prezzi maggiori.

Il mercato dell’auto in Europa cresce da sei mesi

 Il mercato europeo dell’auto da sei mesi a questa parte dà segnali di una discreta ripresa, registrando anche  in febbraio un incremento del 6,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In questo quadro, sono salite anche le vendite di FCA Fiat Chrysler Automobiles che ha immatricolato 59 mila vetture, con un aumento del 5,8% rispetto al febbraio 2013.

In particolare Panda (con 14.550 unità) e 500 con 12.000 unità) sono risultate le city car più vendute in Europa, occupando una quota di mercato del 29,9% nel segmento A. Bene anche la Freemont che con il 5,1% di quota si colloca nella top ten del suo segmento, così come Jeep che è cresciuta in quasi tutti i principali mercati. Alfa Romeo e Lancia hanno conseguito buoni fatturati rispettivamente in Germania e Francia.

 

L’auto made in Germany corre di più

 

Oltre alla crescita complessiva registrata sul mercato italiano (con vendite a +7,6%), la Fiat ha ottenuto positivi risultati in Francia con immatricolazioni in aumento dell’1,9% in un mercato che ha perso l’1,4%, nel Regno Unito (vendite a +14,4% rispetto al +3,1% del mercato) e soprattutto in Spagna dove, a fronte di una crescita del mercato interno pari al 17,8 %, Fiat Chrysler Automobiles ha incrementato le proprie vendite del 50,5%.

Nel bimestre gennaio-febbraio 2014, FCA ha immatricolato in Europa più di 119 mila vetture.

Tornando al continente europeo, a febbraio il mercato francese è stato l’unico a registrare una contrazione delle vendite, con 141.290 immatricolazioni, pari a -1,4% rispetto allo stesso mese del 2013.

Tutti gli altri Paesi europei hanno invece contribuito alla crescita del mercato continentale, con incrementi che vanno dal +3,1% della Gran Bretagna (68.736 unità) al +4,3% della Germania (209.349), dal +8,6% dell’Italia (118.328) al +17,8% della Spagna (68.763).

La localizzazione del negozio di moda

 Il settore della moda e del lusso ha un aspetto che è fondamentale, l’immagine. Certo, questo elemento riguarda probabilmente ogni prodotto, ma nel caso della moda ha un peso più importante in quanto determina i risultati e le vendite.

L’immagine di un negozio di moda e di un brand si costruisce negli anni e riguarda molti aspetti come lo stile, la pubblicità, la comunicazione, la localizzazione ecc.

 

Moda: il Made in Italy si regge sugli acquisti dei top consumer

 

L’importanza della localizzazione è conosciuta da tutti i marchi di moda. Se, ad esempio, un turista americano non trova un certo marchio di moda nella shopping street di una certa città, accanto a quelli più importanti, penserà che quel marchio sia un gradino più in basso degli altri. E questo è un aspetto che influisce sulle vendite e rende conto dell’importanza della localizzazione.

I brand di moda del lusso investono molto sull’aspetto della localizzazione consapevoli che questo riguarda l’immagine e la pubblicità. Nel centro delle città più importanti ci sono spesso i “flagship store” dei marchi più importanti, cioè i negozi principali che rappresentano l’azienda. Questi store sono probabilmente in perdita, visto che sonno spesso grandi e considerando i costi degli affitti nel centro delle città, ma sono mantenuto perché riguardano l’immagine del brand e quindi sono un investimento.

Per i marchi meno grandi, ma in un certo senso anche per le multinazionali del made in Italy, nella scelta della localizzazione del negozio si fa riferimento a diversi fattori che riguardano appunto l’immagine ma anche aspetti sociali ed economici. I dati considerati sono, ad esempio, il tipo di persone che risiedono nella zona, la tipologia di clienti che passano per quella via, il reddito medio delle persone che transitano nell’area del negozio ecc.

Crisi, le vendite crollano ai livelli del 1990

 La crisi non lascia l’Italia. Le vendite al dettaglio nel 2013 sono crollate del 2,1% rispetto al 2012. È quanto rilevato dall’Istat, che spiega che è il calo annuo più forte dall’inizio delle serie storiche comparabili, almeno dal 1990.

In calo le vendite al dettaglio

 Il 2013? Un anno negativo per i commercianti. Neanche il Natale ha risollevato le sorti di un settore, quello delle vendite al dettaglio, che ha fatto registrare un calo su base annua del 2,6%. Di semestre in semestre la flessione si è fatta più profonda.