Tassi in discesa? Le banche sanno come difendersi

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Come difendersi dai tassi, in genere, è il titolo di una guida rivolta ai consumatori, a chi per pagare un immobile o sostenere una spesa importante, ha fatto ricorso ad un mutuo o ad un finanziamento. Oggi invece parliamo delle conseguenze che il ribasso dei tassi ha sulle banche e come queste hanno deciso di porvi rimedio. Immaginate di essere per un attimo la banca e di dover fare i conti con le richieste crescenti di surroghe e rinegoziazioni. Vi troverete a spiegare ai vostri clienti che non è proprio tutto come sembra, che se anche i tassi sono in picchiata per via dei ribassi estenuanti di IRS e EURIBOR, voi dove comunque mandare avanti la baracca.

Nello spiegare questa nuova esigenza, quella della banca di sopravvivere al ribasso dei tassi, è probabile che vi troviate a parlare di istituti di credito come Unicredit, Deutsche Bank o Banca Popolare di Vicenza che hanno variato i loro contratti di base inserendo una clausola che le tutela.

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In pratica si stabilisce che il tasso d’interesse applicato ad un finanziamento, anche quando questo sia rinegoziato, non può mai andare al di sotto dello spread stabilito in fase contrattuale. Unicredit scrive: “Il tasso di interesse applicato non potrà essere comunque inferiore allo spread contrattualmente previsto”.

Questa clausola mette al riparo la banca dal ribasso dei tassi anche nei periodi migliori di quello che stanno vivendo oggi gli istituti di credito. Deutsche Bank, tanto per continuare con gli esempio, ha introdotto nei contratti la frase: “a prescindere dalla quotazione del tasso Bce, come sopra rilevato il mese precedente l’atto di stipula del mutuo, ovvero come ricalcolato secondo il meccanismo di cui al precedente paragrafo, ai fini del calcolo del tasso di interesse del mutuo, detto valore non potrà comunque essere inferiore ad una soglia dello 0,01%”.

Un’operazione analoga è stata fatta dalla Banca OPopolare di Vicenza, che ha riformulato i suoi contratti di mutuo aggiungendo la clausola: ”la Banca ha previsto, nel caso di mutuo a tasso variabile indicizzato, l’inserimento di un tasso minimo di rimborso (cosiddetto “floor”). Questo significa che il tasso applicato al mutuo non potrà essere inferiore al tasso minimo stabilito contrattualmente, anche nell’ipotesi in cui il valore dell’indice, maggiorato dello 0,10 e dello spread, risultasse inferiore al predetto tasso minimo”.

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