Tassi Usa, Fed in procinto di abbandonare la linea morbida

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A partire da mercoledì prossimo, la Fed non sarà più “paziente” nella sua intenzione di “normalizzare” la politica economica americana.

Andiamo con ordine per inquadrare al meglio le prossime azioni. Successivamente a quello che è l’avvio del Quantitative easing da parte della Banca centrale europea, che ha compresso i rendimenti dei titoli di Stato a nuovi minimi, i mercati spostano il loro focus sugli Stati Uniti. Il Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve, si riunisce in settimana per aggiornare le stime sulla ripresa Usa e al fine di dibattere su quando iniziare a rialzare il costo del denaro. Ecco il parere dei principali analisti:

Dal comunicato finale dovrebbe essere espunto il riferimento alla pazienza nel muovere i tassi, che ha sostituito dallo scorso dicembre la locuzione “considerable time” (quello che la Bce dice con “a lungo”). Gli esperti si dividono tra l’indicare a giugno o settembre un possibile momento per iniziare a smuovere il costo del denaro. In ogni caso, non ci saranno indicazioni chiare su questo aspetto e gli osservatori dovranno soppesare ogni virgola del discorso di Janet Yellen, il governatore Usa. Anche perché le recenti indicazioni macro sono state contrastanti: il mercato del lavoro viaggia a gonfie vele, ma tutti gli altri dati recenti sono stati deludenti.

Ecco perché Jellen probabilmente userà la massima cautela nel garantire al mercato e agli ascoltatori che il supporto della Fed non verrà mai meno e che si userà tutto il tempo a disposizione per non provocare choc all’economia che balla da sola il ritmo della ripresa, mentre l’Europa fatica a uscire dalla recessione.

 

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