Web tax contro le libertà fondamentali

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 Emer Traynor, portavoce del commissario europeo per la Fiscalità e l’unione doganale Algirdas Semeta non è convinto sulla normativa della Web Tax che pare “contraria alle libertà fondamentali e i principi di non-discriminazione dei trattati”. Etihad Airways potrebbe salvare Alitalia con 300 milioni, mentre Poste effettua l’aumento di capitale
Nello stesso Partito democratico , che ha proposto la norma sulla tassazione delle società che operano  attraverso la vendita tramite i portali di internet online si è aperta una spaccatura. Rispetto alle prime enunciazioni , la Web Tax è stata resa “più leggera” dopo l’intervento di Renzi alla prima variante dell’emendamento Pd. E il parlamentare Boccia ha proposto la revisione che toglie l’obbligo di aprire una partita Iva italiana per tutte le società, inclusi i colossi mondiali della portata di Google o Amazon, che realizzano commercio elettronico “diretto o indiretto”. L’obbligo rimane soltanto per chi fa uso di spazi pubblicitari, così come rimangono le difese del diritto d’autore e le nuove regole sulla tracciabilità.

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Il rappresentante della Comunità Europea ha inoltre spiegato: “Trattandosi per il momento di una semplice proposta – spiega dovremo analizzare il testo finale prima di dare un’opinione definitiva. Tuttavia, abbiamo seri dubbi sull’emendamento per come si presenta attualmente”. Quindi, da Bruxelles si fa strada la bocciatura ufficializzata dall’ufficio studi della Camera che ritiene che il comma bis della mozione esposta da Francesco Boccia (PD) “non è compatibile con la normativa comunitaria in materia di libertà di circolazione di beni e servizi”.

 

 

 

 

 

 

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