Il settore del turismo in crisi per le troppe tasse e pochi servizi online

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 L’Italia ha circa il 75% del patrimonio artistico del mondo. Arte e anche storia, cultura, un clima mite, un cibo apprezzato in tutto il mondo e spiagge e mare con importanti località per le vacanze. Su queste basi si potrebbe dire che l’Italia può vivere di turismo, ma le cose nn stanno in questo modo.

In effetti, il nostro Paese ha tutto quello che serve in termini di risorse naturali, storiche e artistiche per fare del turismo il motore dell’economia nazionale. Dai dati mostrati negli ultimi anni si vede però una situazione di crisi del settore. Una crisi imputabile a diversi elementi che potrebbero essere sintetizzati come troppe tasse e poca innovazione.

 

Gli effetti della crisi su viaggi e turismo

 

Nel rapporto 2014 di Italiadecide, che è stato illustrato in un convegno al quale hanno partecipato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Presidente della Camera Laura Boldrini, si legge che l’economia del turismo in Italia vale 161 milirdi di euro, che corrispondono al 10,2% del Prodotto interno lordo (Pil). Nel decennio che va dal 2002 al 2012 il nostro Paese ha perso il 30% degli introiti turistici. La quota dell’Italia nel mercato mondiale è scesa al 3,7% dal 5,5%.

Il settore del turismo in Italia ha grandi potenzialità, che si riferiscono come detto agli elementi naturali, storici e artistici, ma ha anche dei limiti. Questi sono soprattutto le imprese troppo piccole, le troppe tasse e un certo ritardo online. Sembra che le bellezze da sole non bastano ed è necessaria anche una strategia di successo. In altri Paesi con meno risorse il turismo frutta maggiormente.

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