Abolizione finanziamento pubblico ai partiti: le norme per la trasparenza

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 Il ddl che contempla l‘abolizione spalmata in tre anni del finanziamento pubblico ai partiti porta con sé una serie di regole di trasparenza, di democrazia interna ai partiti, chiamati a dotarsi di uno statuto, ma anche di bilanci certificati, come condizioni per usufruire delle agevolazioni e degli incentivi fiscali.

Detrazioni erogazioni liberali

Per ciò che concerne le detrazioni, le erogazioni liberali in denaro, effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici, avranno dall’imposta lorda una detrazione pari: al 52 per cento per importi compresi fra 50 euro e 5.000 euro annui; al 26 per cento (stessa percentuale di detrazione riservata per erogazioni alle Onlus) per importi tra i 5.001 e i 20.000 euro.

Fondi

Il provvedimento contempla che i partiti politici che hanno avuto nell’ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera o al Senato potranno avere accesso alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito (Ire). Una decisione che assumerà il contribuente, sempre a decorrere dall’anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l’elenco dei soggetti aventi diritto.

Modalità contributi cittadini

I contributi dei privati sono una misura compensativa: sono fissati entro un determinato stanziamento, i fondi non espressamente attribuiti dai privati mediante l’opzione del due per mille, saranno distribuiti ai partiti proporzionalmente alle somme stanziate in via esplicita. Fonti ministeriali spiegano anche che il finanziamento pubblico sarà sostituito da tre fonti di aiuto: detrazioni, libera scelta dei cittadini con il 2 per mille e servizi, come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi.

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