Visco e l’arretratezza dell’Italia

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Siamo un Paese indietro nel tempo. Abbiamo un ritardo di venticimque anni e un cuneo fiscale che blocca il livello occupazionale. La stretta creditizia è sempre più invasiva.

Per cambiare marcia occorre rivedere le condizioni dei prestiti e rivedere quelli che sono gli effetti negativi sull’economia.

A pensarla così è Ignazio Visco, governatore di Bankitalia. Il nostro paese non è stato in grado di replicare agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi 25 anni. Per Ignazio Visco, secondo cui “l’aggiustamento richiesto e così a lungo rinviato ha una portata storica» e che necessita di un contributo decisivo della politica, della società e di tutte le forze produttive”, siamo indietro dunque di un quarto di secolo sui tempi rispetto al resto d’Europa.

I problemi, dunque, sono molti. A cominciare dal cuneo fiscale, che grava sul lavoro frenando l’occupazione e l’attività aziendali. Sono necessarie alcune riduzioni di imposte. Secondo Visco “non possono che essere selettive, privilegiando il lavoro e la produzione”. Parole che arrivano da Visco durante le Considerazioni finali all’Assemblea Ordinaria dei partecipanti a palazzo Koch. Assolutamente da combattere è poi l’evasione , anche nella dimensione sovranazionale. “L’evasione – come ha detto più volte il Governatore – distorce l’allocazione dei fattori produttivi, causa concorrenza sleale, è di ostacolo alla crescita della dimensione delle imprese”.

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