Il contenuto del decreto sul potenziamento dei controlli ISEE

 In questo post proporremo un approfondimento del contenuto del Decreto Interministeriale che è stato varato in data 8 marzo 2013 e che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, nel numero 149 del 27 giugno 2013. Il Decreto Interministeriale riguarda, nello specifico, una serie di misure prese per rafforzare il sistema di controlli sull’ ISEE – l’ indicatore della Situazione Economica Equivalente. 

Come si rileva un’attività commerciale?

 Sono incrementate le aperture di partite IVA al fine di intraprendere un attività in proprio: ma conviene sempre iniziare una nuova attività o a volte vale la pena di rilevarne una già avviata? Quali sono i suggerimenti da dare a tutti coloro che desiderano od hanno in preventivo di rilevare un’attività commerciale già esistente?

Anzitutto, subito dopo aver progettato l’acquisto di un’attività commerciale, l’informazione è fondamentale: occorre fare una stima delle spese a cui si andrà in contro e confrontarle con i guadagni preventivati. Per fare ciò sarà utile consultare il bilancio, fatture attive e passive dell’attività in questione, costi fissi e non, che potrete tranquillamente chiedere al titolare cedente. In questo modo si potrà anche determinare il vero valore economico dell’attività stessa.

In caso di attività specifiche è fondamentale accertarsi di avere la licenza o i permessi necessari all’esercizio o dei titoli professionali adeguati: accertato questo e pattuito il prezzo di cessione dell’attività, il compratore dovrà subentrare con una nuova partita IVA, che dovrà essere richiesta preventivamente all’Agenzia delle Entrate. Avrà luogo poi la cessione dell’attività tramite atto notarile: sarà il notaio che successivamente si attiverà per la registrazione dell’atto pubblico presso il Registro delle Imprese.

Ma prima di procedere al rilevamento di un’attività commerciale, è consigliabile vivamente accertarsi, oltre del valore reale che dovrà essere, come già detto dimostrabile, anche della presenza di debiti in essere con fornitori, affittuari, INPS ed erario. Non bisogna assolutamente dare per scontate tali cose in quanto rilevare un’attività comporta anche prendersi carico dei contratti in essere e dei debiti eventuali.

Possibili aumenti per Irpef, Ires e Irap entro fine anno

 Gli analisti della Cgia di Mestre hanno di recente ipotizzato, sulla base di alcune stime, che le principali tasse che saranno chiamati a versare i contribuenti italiani ed in particolare le piccole imprese, potranno subire dei considerevoli aumenti entro fine anno.

Modello Eas per costituire un’associazione

 Parlare di costituzione o gestione di un’associazione (ad esempio di natura culturale) non vuol dire piombare nell’errore di essere generici o di riferirsi a quanto statuito dal codice civile.

Entrando nel dettaglio, ci sono alcuni adempimenti da fare. E quello più recente è il modello EAS che deve essere inoltrato anche mediante un Caf all’atto di una costituzione di un’associazione o quando nella sua organizzazione sono contemplate delle rilevanti innovazioni. Per costituire o gestire un’associazione ci si può servire del Modello Eas.

Il modello EAS è stato introdotto un paio di anni fa ed è un modello per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali di un’associazione e non è quindi una dichiarazione annuale dei redditi. Essa, semmai, va fatta quando ci sono utili derivanti da attività commerciali accessorie per le quali in molti i casi vanno perfezionati anche tutti gli adempimenti iva.
Nel modello EAS, peraltro, vanno segnalati tutti i dati relativi all’associazione, dei suoi rappresentanti.

Relativamente a talune agevolazioni fiscali previste dal Testo Unico nel citato modello andranno poi segnalati i riferimenti dell’atto costitutivo ed eventuali cambiamenti. Infatti tali agevolazioni sono possibili solo quando tali documenti sono stati prodotti con atto notarile, ovvero con atto con firme autenticate o più semplicemente se gli stessi sono stati depositati presso l’Ufficio del Registro. Per queste ragioni, se non sono state perfezionate tali formalità anche le associazioni con i migliori ideali sono fiscalmente soggette ad imposizione fiscale.

Come si autofinanzia un’associazione?

 Coloro che fanno parte di un’associazione sanno bene che molti dei progetti e degli obbiettivi da realizzare necessitano di denaro per essere portati fino in fondo. Esistono metodi efficaci di cui le associazioni si servono per autofinanziare i propri progetti.

Ogni iniziativa di autofinanziamento necessita di un certo impegno e delle determinate capacità e soprattutto ha bisogno di un’organizzazione attenta per evitare che il lavoro venga vanificato.

Sorteggio

Uno dei mezzi più semplici e veloci per raccogliere fondi è il sorteggio di regali. Occorre sorteggiare un oggetto che possa essere utile ad una fascia il più possibile larga di acquirenti, come ad esempio un lettore MP3 oppure un cesto di dolciumi per le feste. Il denaro da utilizzare per acquistare l’oggetto va quantificato in relazione agli scopi dell’autofinanziamento: se si desidera guadagnare una grande somma sarà necessario acquistare un regalo costoso e vendere i biglietti ad un prezzo relativamente alto (un esempio? 5 €). Occorre, però, fare attenzione a non esagerare. Solitamente pochi sono propensi a spendere molto per un sorteggio.

Il sorteggio essere effettuato in maniera che tutti sappiano che non si tratta di una truffa; appare dunque corretto assegnare ad ogni biglietto un numero da 1 a 90 ed annotare per ogni biglietto venduto il numero telefonico dell’acquirente, il numero del vincitore sarà il primo estratto della ruota nazionale in un giorno stabilito in modo che ognuno sappia se ha vinto o meno. Subito dopo l’estrazione si contatta il vincitore per fargli recapitare il premio.

Vendita

La vendita di piante o di oggetti fatti in casa è un metodo più fruttuoso, ma anche più dispendioso, per sovvenzionarsi. Per prima cosa è utile trovare un luogo per la vendita. Molti comuni organizzano fiere dell’agricoltura e dell’artigianato ed è facile prenotare un’area presso gli uffici comunali per poter vendere i propri prodotti; in alternativa è possibile richiedere il permesso per occupare in un giorno stabilito una porzione di suolo pubblico, dopodiché non rimane che procurarsi un tavolino ed un gazebo.

I prodotti da vendere sono tanti e richiedono tutti una certa passione per il lavoro manuale; si potrebbero vendere candele profumate fatte in casa, oppure portafiori, oppure decori natalizi, oppure torte e dolciumi. Chi invece ha il pollice verde potrebbe pensare di coltivare piantine per poi rivenderle.

Cena di autofinanziamento

Uno dei modi per riuscire a procurarsi una grande somma di denaro è organizzare una cena di autofinanziamento oppure una sagra. Ciò richiede un lavoro molto più impegnativo e difficile dei precedenti ma anche molto più soddisfacente.

Per prima cosa bisogna trovare uno spazio da adibire per una serata a sagra o a ristorante all’aperto  Se l’associazione è legata ad una parrocchia non sarà difficile richiedere un’area aperta, come ad esempio un campetto da calcio, da utilizzare, altrimenti si potrebbe richiede un’area al comune  Bisogna poi procurarsi tutto il necessario per cucinare: pentole, barbecue, bruciatori, bombole del gas, bacinelle; e tutto ciò che servirà per accogliere gli invitati: tavoli, sedie, gazebo, tovaglie, posate e piatti  Il luogo deve essere ben decorato: anche l’occhio vuole la sua parte  Poiché è un metodo molto impegnativo per autofinanziarsi sarà bene scegliere con oculatezza il numero di invitati e di pietanze in base alle proprie forze, e non strafare per evitare il fallimento.

Come detrarre le spese dell’ affitto dal 730

 In un post pubblicato in precedenza abbiamo visto quali diversi requisiti è necessario possedere per beneficiare delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per il canone di locazione.

Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

 Ancora pochi giorni di tempo a disposizione per le imprese, anche quelle individuali, e per i liberi professionisti italiani iscritti ai relativi albi od ordini, per dotarsi di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata.

La casella di Pec servirà per le comunicazioni con tutte le pubbliche amministrazioni italiani andando a sostituire, pur mantenendone il valore legale e giuridico, ogni forma di comunicazione che avveniva per raccomandata con ricevuta di ritorno.

► Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

Esistono due tipologie di PEC: uno gratuito fornito dallo Stato italiano e la PEC a pagamento, che a dei costi diversi in base al server prescelto.

Per avere una casella di PEC con il provider dello Stato Italiano è necessario consultare il portale messo a disposizione dal Governo (www.postacertificata.gov.it) e seguire gli step indicati per l’apertura della casella.

Se invece si vuola aprire una casella di PEC a pagamento – i servizi offerti sono di più – è necessario consultare il sito del provider prescelto e seguire le istruzioni.

Una volta che il proprio indirizzo di PEC è stato attivato presso il provider prescelto è necessario comunicare l’indirizzo al Registro Imprese nazionale – per imprese e ditte individuali – o al proprio albo o ordine in caso di liberi professionisti.

► Come funziona la Posta Elettronica Certificata

All’indirizzo www.digitpa.gov.it si trova l’elenco dei gestori di PEC autorizzati dl Governo.

Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

 Entro il 30 giugno 2013 tutte le imprese individuali italiane e i professionisti iscritti nei relativi albi ed ordini devono dotarsi di una casella di Posta Elettronica Certificata, pena il pagamento di un’ammenda che può variare dai a 103 a 1.032 euro, somma che comunque può ridursi di un terzo se l’apertura della PEC, e relativa comunicazione, avviene entro 30 giorni dalla scadenza.

► Come funziona la Posta Elettronica Certificata

Cos’è e a cosa serve la Posta Elettronica Certificata

La PEC (sigla che sta per Posta Elettronica Certificata) è una casella di posta elettronica della quale si dovranno dotare le imprese e i professionisti e che dovrà essere utilizzata per le comunicazioni ufficiali e la trasmissione dei documenti tra questi ultimi e le Pubbliche Amministrazioni.

La PEC, disciplinata con il D.P.R. 11 febbraio 2005 n. 68 e successivamente con il decreto legislativo 7 marzo 2005 n. 82, ha le stesse funzioni e la stessa valenza giuridica di una raccomandata con  ricevuta di ritorno.

I vantaggi della PEC

La Posta Elettronica Certificata fa parte del processo di semplificazione normativa e burocratica in atto nel nostro paese. Grazie alla Casella di Posta Certificata le imprese e i liberi professionisti potranno trasmettere documenti e comunicazioni alle pubbliche amministrazioni direttamente dal proprio pc, smartphone o tablet e queste avranno la stessa valenza di una comunicazione tramite raccomandata A/R.

► Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

Inoltre, essendo i messaggi inviati per mezzo di provider, sono sempre tracciabili e, nel caso si mancato recapito del messaggio al destinatario, il mittente viene avvertito in tempo reale e, nel caso il destinatario non legga il messaggio, il problema non sarà del mittente ma del destinatario.

Sanzioni per il ritardo del pagamento dell’ IMU

 Proprio nella giornata di ieri, come abbiamo avuto modo di segnalare, è scaduto il termine ultimo per il pagamento della prima rata dell’ IMU, l’ Imposta Municipale Unica a cui sono soggetti tutti i titolari di immobili che non hanno potuto godere della sospensione che il Governo ha autorizzato qualche settimana fa per decreto e che riguarda in particolare le prime case e i terreni e i fabbricati agricoli. 

Nessuna cartella esattoriale per le imprese creditrici delle PA

 Finalmente è stato approvato anche in terza lettura il decreto legge che sblocca i 40 miliardi necessari al pagamento dei debiti accumulati dalle pubbliche amministrazioni nei confronti di imprese e di professionisti italiani.

► Via libera definitivo al decreto sui debiti delle PA

Con questo provvedimento si potrà ridare un po’ di ossigeno alle imprese italiane che nei prossimi anni  si vedranno restituire i loro crediti.

Ma il decreto legge contiene anche degli altri importanti provvedimenti per le imprese, soprattutto di natura fiscale.

Il più importante riguarda sicuramente Equitalia: il Governo, infatti, prima di approvare in via definitiva il decreto, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno con il quale si è deciso il blocco delle cartelle esattoriali agli imprenditori e professionisti che possono vantare dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni.

Per potersi vedere bloccare le cartelle esattoriali, però, il credito vantato dall’impresa o dal professionista deve essere di importo uguale o superiore a quello della cartella esattoriale.

► Le novità del decreto legge sui debiti delle pubbliche amministrazioni

Anche se l’ordine del giorno per il blocco delle cartelle esattoriali ha riscontrato qualche resistenza all’inizio, l’aula ha poi votato unanimemente a favore per garantire alle aziende di poter davvero tornare ad essere produttive e salvare così anche molti posti di lavoro.