Facebook vuole Waze ma quanto costa

 Quando un’azienda procede con un’acquisizione o con un grosso passo commerciale, bisogna vigilare sull’operazione e tentare di capire come sarà interpretata dal mercato e dagli investitori. Soltanto così si possono anticipare i movimenti del mercato. Vediamo quindi qualche notizia interessante che riguarda Facebook.

Lo stipendio di Zuckerberg

Il social network per eccellenza, infatti, sta per acquisire Waze, sembra infatti che le trattative siano a buon punto Waze è un’applicazione di navigazione propria dei dispositivi mobili che è aggiornata in continuazione da chi la usa. L’affare, in termini economici, potrebbe fruttare a Waze, circa un miliardo di dollari.

Facebook dovrà rimborsare 62 milioni agli azionisti

Facebook, ha bisogno realmente di un servizio di mapping nella sua cornice blu? Probabilmente no, ma conoscere chi sono i 50 milioni di utenti di questa applicazione, ha sicuramente la sua importanza. Sono tante, infatti, le persone che si scambiano informazioni sulle indicazioni stradali, il traffico, gli incidenti. Insomma, Waze, con riferimento alla viabilità, funziona comunque da social network. Gli utenti, infatti, possono anche lasciarsi dei messaggi reciproci.

Per capire quanto può essere conveniente per Facebook questa operazione, c’è da considerare anche un aspetto squisitamente commerciale: l’applicazione in questione genera enormi ricavi dalla vendita di pubblicità e così si sostiene. Facebook, dunque, potrebbe approfittarne anche per ampliare il suo business nel settore mobile.

51mila abbonati in meno per Sky

Sky Italia non ha messo a disposizione i suoi dati sui conti trimestrali. Anche per quanto riguarda News Corp, l’azienda ha deciso di mettere al sicuro i dati della controllata italiana. L’unica cosa che si è riusciti a capire è che i ricavi sono in calo. Di fatto sembra che abbiano detto addio a Sky Italia circa 51 mila abbonati.

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Per Sky Italia, insomma, si mette male, ma quanto male? Lo vuole sapere New Corp, ma lo vogliono sapere anche gli analisti. Peccato che il colosso guidato da Murdoch non sia mai stato generoso in termini di reportistica. Sull’ultimo trimestre 2013, invece, più del dettaglio dati, ha pesato la notizia legata alla perdita degli abbonati.

 

 Un miliardo e mezzo di telefonate in meno nel 2012

A marzo 2013 è stato completato il terzo trimestre e il bilancio è stato che dall’inizio dell’anno fiscale, Sky Italia è stata abbandonata da 51 mila abbonati. Precedentemente erano stati persi altri 28 mila abbonati. Gli affezionati della società italiana, allora, restano 4,78 milioni ma sulle performance dell’azienda è ancora mistero.

Abbonamento Sky – Richiesta di recesso anticipato dal contratto

New Corp, allora, adesso vorrebbe mettere il dito nella piaga, provando a racimolare dati da ogni report precedente ma la situazione è quanto meno difficile.

Quale yen aiuta Toyota

 Una delle aziende più importanti del mondo e del Giappone è la Toyota che ha chiuso l’anno fiscale con un utile operativo di 1320 miliardi di yen che in euro si traducono in circa 10 miliardi. L’anno scorso l’utile operativo era stato di soli 335 miliardi e si era andati ben al di là delle stime di febbraio che fermavano questo utile a 860 miliardi.

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Il fatturato della Toyota, dunque, è cresciuto del 18,7 per cento arrivando fino a 22 mila miliardi di yen con un utile netto che è passato da 283,5 a 962,1 miliardi. Questi numeri non raccontano soltanto della ripresa economica Giapponese ma anche della capacità di Toyota di tornare leader mondiale della quattro ruote.

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Molto di questo successo è dovuto all’indebolimento dello yen rispetto al dollaro e all’euro. Senza l’effetto positivo e propulsivo della valuta nazionale, l’utile operativo avrebbe avuto ben 150 miliardi di yen in meno.

Akio Toyoda ha commentato gli ottimi dati della sua azienda spiegando che questo effetto monetario sta aiutando moltissimo i produttori di auto. Una specie di traino anche se la competizione è ancora molto dura. Probabilmente pesa ancora l’effetto del terremoto del marzo del 2011.

I traders sono in via d’estinzione

 stiSe avete visto almeno una volta il famoso film “Una poltrona per due”, avete quanto meno un’immagine molto cinematografica del trader. Si tratta degli intermediari che nella borsa o nei mercati secondari, si occupato dello scambio di azioni, valute e commodities.

L’economia e la finanza in particolare, fino al 2008, anno in cui ha avuto inizio la crisi economica più colossale della storia, non erano state al centro dell’attenzione. Dopo il 2008, invece, si è iniziato a pensare ai trader, al loro ruolo nelle contrattazioni, alla loro capacità di determinare trend e quotazioni.

Nessuno si spiega il crollo dell’oro

La conoscenza dei traders, però, è fondamentale per capire come si muovono gli indici in borsa, oppure che effetto può avere un declassamento dell’agenzia di rating, sull’andamento dei titoli in borsa.

 Le direttrici del mercato 2013 individuate da JP Morgan

Oggi, molti traders, lavorano seduti ad una scrivania e con tanti software accuratissimi, seguono l’andamento delle quotazioni ed individuano il momento giusto per far partire gli scambi. Ci sono però tanti traders, forse quelli che hanno conquistato l’immaginario collettivo, che sono invece operativi sui trading floor ed operano dunque a geti, urlando, insomma partecipando in modo molto animato alle aste.

Il trading floor è una specificità della borsa di New York.

Finito il Cda Telecom, panico in borsa

 Il consiglio di amministrazione di Telecom si è tenuto nella giornata di ieri e all’ordine del giorno c’era l’approfondimento del progetto di integrazione con 3 Italia oltre che lo scorporo della rete. Da discutere, inoltre, i dati dei conti del primo trimestre del 2013.

► Accelerate le trattative tra Telecom e 3 Italia ma è scontro

Il Consiglio di amministrazione è durato circa sei ore e sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento i conti aziendali, con la rispettiva valutazione dell’integrazione tra Telecom, H3G e 3 Italia. L’integrazione possiamo dire che non è in discussione, mentre è sicuramente oggetto di disputa lo scorporo della rete.

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Il consiglio d’amministrazione, a detta di Fitoussi, è andato molto bene anche se oltre questa dichiarazione, né lui né gli altri consiglieri hanno rilasciato delle interviste ai giornalisti. Il mese prossimo ci sarà quindi un ulteriore consiglio di amministrazione.

Questo primo meeting doveva servire a chiarire le idee ai soci di Telecom che non erano ancora ben disposti verso l’integrazione delle diverse realtà telefoniche. Come al solito la mancanza di una visione univoca, di una prospettiva unitaria, ha determinato un andamento altalenante del titolo Telecom che ha chiuso la giornata di contrattazioni con un -0,62%. Perde anche Telefonica, il socio spagnolo, con un -0,81 per cento.

Amazon vuole crescere col mobile

 Negli Stati Uniti sta crescendo in modo esponenziale il commercio elettronico e anche per questo sta crescendo una realtà come quella di Amazon che sta per esplodere in un settore molto caldo e lucroso com’è quello del commercio mobile.

► Amazon tra bilanci deludenti e ottimi rendimenti

Amazon.con Inc è conosciuta nel settore pubblicitario come il più grande rivenditore di Internet e dentro Amazon, elaborando i dati messi a disposizione da questo sito, si ha la possibilità di conoscere i gusti e le scelte della gran parte dei consumatori distribuiti nel mondo.

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Amazon, però, non ha mai sfruttato a pieno il suo potenziale. Adesso, grazie ai report di Business Intelligence, si comincia a parlare di quello che può succedere in futuro. In primo luogo la diffusione di uno smartphone siglato Amazon e poi la possibilità di Amazon di diventare anche un attore importante nel mercato pubblicitario mobile.

Amazon, quindi, avrebbe delle buone intenzioni per aggredire il mercato, partendo da alcuni settori importanti: il primo è senz’altro la vendita di tablet, il secondo, invece, è la vendita di software tramite l’Appstore, poi c’è la vendita dei supporti e infine la vendita di smartphone.

Il punto focale, però, sarà la vendita di annunci per cellulari.

L’iBond di Apple piace agli investitori

 La società di Cupertino, la famosa Apple, legata il suo successo non solo alla vendita dei prodotti della Mela morsicata ma anche alla capacità di presentare questi prodotti al pubblico, tipica di Steve Jobs. Non è un caso che alla morte di uno dei suoi leader più carismatici, sia la società che il titolo abbiano iniziato a perdere quota.

Adesso la Apple è costretta a lanciare la sua prima emissione di obbligazioni, la prima in assoluto dal 1997. Questo tipo di strumenti di finanziamento sono stati considerati migliori rispetto al rimpatrio dei capitali. Per Apple, portare circa 100 miliardi di dollari detenuti all’estero, in America, avrebbe voluto dire pagare moltissime tasse.

Boom smartphone premia Samsung

Da qui l’intuizione: chiedere un prestito agli investitori per riacquistare i titoli Apple e pagare il dividendo agli azionisti. In genere, infatti, basta dire che è la Apple a lanciare dei bond per incuriosire chi opera in borsa. Questi iBond però, non devono essere considerati il simbolo della fine dell’azienda, infatti la solidità finanziaria del colosso di Cupertino non è in discussione.

Come farà a sopravvivere Apple

Deutsche Bank e Goldman Sachs si stanno occupando del collocamento del prestito e fino a questo momento hanno già raccolto richieste pari a 40 miliardi di dollari. L’obiettivo è raccogliere tra i 15 e i 18 miliardi di dollari.

Boom smartphone premia Samsung

 Molte aziende d’informatica, soprattutto quelle che si occupano della vendita di PC, sono state penalizzate dai trend del mercato, visto che i famosi desktop sono stati praticamente accantonati per lasciare posto a dispositivi che hanno miniaturizzato in qualche modo la navigazione. Parliamo, è chiaro, di smartphone e tablet.

Il 2013 sarà l’anno di Samsung?

Un’azienda che è al contrario è cresciuta molto è stata la Samsung che ha fatto dello sviluppo degli smartphone il suo core business. Nel primo trimestre dell’anno, quindi, i conti della Samsung Electronics sono cresciuti molto e tutto si deve allo sviluppo e soprattutto alle vendite relative al Galaxy S3 e al Galaxy Note 2 che sono stati i punti nevralgici del commercio del 2012.

Il colosso sudcoreano, in pratica, ha avuto un’evoluzione opposta a quella della Apple, sua diretta rivale, che invece ha fatto registrare un pesante calo delle vendite degli iPhone. La notizia relativa al colosso sudcoreano è stata data in occasione della presentazione del Galaxy S4 che già spopola nelle riviste di tecnologia.

Arriva Huawei dopo Samsung ed Apple

Gli utili netti dell’azienda, tanto per dare qualche numero, sono di 7150 miliardi di won soltanto nel trimestre gennaio-marzo. In dollari si parla di 6,44 miliardi. Rispetto a 12 mesi fa potremmo dire che c’è stato un rialzo del 42 per cento.

Lo stipendio di Zuckerberg

 Quando in un momento di crisi dell’azienda si scopre che il CEO della stessa azienda ha previsto per sé un aumento dello stipendio, gli investitori generalmente puniscono la scelta.

Marchionne e lo stipendio nel periodo di crisi

E’ già successo con Marchionne alla Fiat e con Bernabé per Telecom. Adesso nello stesso vortice descritto è entrato anche il mondo digitale e sotto accusa c’è proprio il capo di Facebook.

Superstipendio anche per Bernabé di Telecom

Il titolo del social network per eccellenza, in borsa, non è stato molto proficuo. Dal suo debutto ad oggi ha quasi visto dimezzarsi il valore iniziale e questo ha fatto sì che dopo pochissime settimane Mark Zuckerberg fosse mandato via dalla classifica dei 10 uomini più ricchi del mondo.

Una notizia che lo ha preso alla sprovvista proprio durante il viaggio di nozze in Italia. Adesso, invece, si apprende che per il 2012, il suo assegno da CEO di Facebook, è stato di ben 1,99 milioni di dollari. L’assegno è stato firmato dall’amministrazione dell’azienda che Zuckerberg ha fondato e di cui è CEO. 

 Facebook dovrà rimborsare 62 milioni agli azionisti

Rispetto al 2011 si tratta di uno stipendio maggiorato del 16 per cento. Nel 2011, infatti, il giovane magnate del mondo digitate aveva incassato “appena” 1,2 milioni di dollari.

Come farà a sopravvivere Apple

 Dalla morte di Steve Jobs in poi, il declino dell’azienda di Cupertino è stato praticamente “totale”. Adesso il nuovo management è costretto per la prima volta a fare i conti con un titolo che in borsa tende a non crescere. Per questo non sorprende che si cerchi affannosamente una soluzione. Nel tardo pomeriggio del 23 aprile, quindi appena qualche giorno fa, la Apple ha pubblicato i dati relativi al secondo trimestre fiscale ed ha annunciato di aver ricavi per 43,6 miliardi di dollari.

Apple pronta per le ultime novità

Questo risultato è stato al di sopra delle migliori attese degli analisti, però anche se può sembrare grandioso in un momento di crisi economica, in realtà copre la riduzione dell’utile netto che ha subito una flessione del 18 per cento. In pratica per la prima volta in 10 anni l’utile ha subito un calo sensibile e non è andato oltre i 9,5 miliardi di dollari.

Apple chiede aiuto agli executive

Lo scorso anno, tanto per fare un confronto, l’utile netto della Apple era di 11,6 miliari di dollari. I dati in questione, però, non hanno impensierito gli investitori e nemmeno gli azionisti perché finora le vendite dei dispositivi continuano a restare al di sopra della soglia di sicurezza.

In più per quanto riguarda l’ultimo trimestre, l’azienda di Cupertino annuncia di aver venduto 37,4 milioni di nuovi iPhone che sono 2,3 milioni in più rispetto al 2012. Lo smartphone della Mela morsicata continua a piacere.