Marchio Alfa rimane in Fiat, anche dopo la fusione con Chrysler

 Non si tratta di soldi o di affari. Quando c’è di mezzo un brand che ha fatto la storia di una casa automobilistica e che,da sempre, è stato il fiore all’occhiello della produzione, non ci sono cifre che possano valerne la cessione. E’ quanto afferma Sergio Marchionne, numero uno del Lingotto, che, in un’intervista al periodico americano Automotive News, ha paragonato l’Alfa Romeo all’Audi:

Se andate a chiedere l’Audi alla Volkswagen non ve la daranno, non è un questione di soldi e lo stesso vale per l’Alfa.

Confermando che il nuovo modello – Giulia, che sarà l’erede della 159 – è già in fase di progettazione e che sarà prodotta negli stabilimenti italiani.

La Giulia sarà una prima iniezioni di fiducia, che sarà seguita da quella dei risultati della fusione tra Fiat e Chrysler: la produzione dei modelli del marchio americano potrà portare le vendite a 4 milioni e 300 mila veicoli, la metà dei quali (2,6 milioni) con le insegne Chrysler.

Marchionne interviene anche sulla possibilità di aiuti statali, come successo in Francia dove il governo ha concesso 7 miliardi di euro per salvare il gruppo Psa Peugeot-Citroen

Il rischio è che ci siano interventi degli Stati destinati a proteggere le entità nazionali che non necessariamente faranno bene al mercato europeo. Stiamo tutti aspettando le determinazioni dell’Unione Europa sul fatto se l’intervento sia corretto e all’interno delle regole.

 

Spending review, i tagli per il settore ospedaliero

 I tagli previsti per il settore ospedaliero in Italia voluti dal governo tecnico rischiano di diminuire pesantemente le opportunità di cura e di assistenza per i cittadini italiani.

Con la spending review potrebbero essere tagliati circa 7000 posti letto (attualmente in Italia la disponibilità è di 230 mila) e di chiudere circa 257 ospedali privati accreditati, portando il numero dagli attuali 406 a 149. Gli ospedali privati che rischiano la chiusura sono quelli con meno di 80 posti letto.

I governatori delle regioni sono già pronti a dare battaglia per evitare una tale diminuzioni di posti letto che potrebbe rivelarsi un dramma per la popolazione e cercheranno, la prossima settimana quando è prevista la Conferenza Stato-Regioni sull’argomento, di arrivare, per quanto possibile, ad un compromesso con il Ministro Balduzzi.

Sono tantissime le realtà messe a rischio dal provvedimento che, non solo comportano una minore possibilità di accesso alle cure per i malati, ma anche una sostanziosa perdita di posti di lavoro. Gabriele Pelissero, presidente dell’Aiop, commenta:

Ma è corretto che un provvedimento tanto delicato non passi dal Parlamento? I criteri adottati per riorganizzare la rete di cure sono estremamente rigidi ed è come se mettessero in una gabbia di ferro il sistema ospedaliero. Non solo: da una prima valutazione del provvedimento per gli ospedali privati accreditati ci sarebbe una perdita di circa 10 mila posti letto e altrettanti posti di lavoro.

Fisco, le novità riguardanti l’agricoltura

Il comparto primario è sicuramente il settore che in questo periodo fa da traino all’economia italiana, posizionandosi davanti a comparti quali quello automobilistico e quello industriale.

Non vi è dubbio che l’agricoltura stia attraversando un buon momento di forma. Le novità fiscali approvate dall’emendamento presentato due giorni fa per quanto concerne il disegno di legge sulla stabilità, ne tengono conto e considerano molto il settore.

Parliamo, anzitutto, delle società agricole.

A decorrere dal 2013, Snc, Sas ed Srl agricole ritorneranno alla tassazione originaria: quella che si basa sulla differenza dei costi e dei ricavi. Confermate invece le previsioni contenute nel testo originario circa gli acconti d’impresa. Essi dovranno essere rideterminati tenendo in considerazione il bilancio e non con riferimento ai redditi catastali, a partire dal gennaio del prossimo anno.

Soffermiamoci su ditte individuali e società semplici. Queste due micro-categorie continueranno a determinazione il reddito sulla base dei criteri catastali.

Resta da considerare la nuova situazione fiscale relativa ai terreni agricoli.

La rivalutazione dei redditi dominicali e agrari dei terreni del 15% verrà applicata dal 2013 e non da quest’anno, come invece era stato inizialmente stabilito all’interno dell’originaria legge di stabilità.

Vi era infatti una rivalutazione del 15% che è ridotta al 5% se i terreni sono posseduti e coltivati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.

Fisco, le altre novità dell’emendamento

Le principali novità fiscali approvate in seguito all’emendamento presentato due giorni fa sono le seguenti:

– le aliquote Irpef restano invariate;

– nel 2013 aumenteranno le detrazioni dei figli a carico;

– l’aliquota iva si innalzerà dal primo luglio 2013 di un punto percentuale (dal 21 al 22%);

– invariata l’aliquota Iva del 10%;

– taglio di circa 1,4 miliardi al cuneo fiscale;

Restano da analizzare le altre novità fiscali contemplate nell’emendamento.

PENSIONI DI GUERRA

Per quanto riguarda coloro che percepiscono una pensione di guerra c’è da leggere bene quanto redatto all’interno dell’emendamento presentato 48 ore fa.

Si attesta che l’esenzione dell’Irpef per le pensioni di guerra non si applicherà nel caso in cui gli emolumenti verranno percepiti, a titolo di reversibilità, da soggetti che presentano un  reddito complessivo superiore a 15mila euro.

Inizialmente, l’originario testo della legge di stabilità contemplava l’annullamento dell’esenzione in tutti i casi di reddito complessivo superiore a 15mila euro e non soltanto ai casi di reversibilità della pensione.

Al momento la situazione è la seguente: l’esenzione Irpef è attualmente attivabile per le pensioni di guerra di ogni tipo e per le relative indennità, gli assegni collegati alle pensioni privilegiate ordinarie, nonché per le pensioni relative a decorazioni dell’ordine militare e alle medaglie al valor militare.

I cambiamenti futuri sono da esaminare con precisione.

 

 

Irap per le imprese, aumenta la deduzione

Sono diverse le novità fiscali presenti nel nuovo emendamento sul disegno di legge sulla stabilità presentato due giorni fa dai relatori.

Imprese, professionisti e piccole imprese non rimangono certo fuori dai giochi.

La novità è che a partire dal 2014 la deduzione dalla base imponibile Irap per tutti i soggetti passivi Irap dovrebbe far registrare un aumento. Parliamo di soggetti passivi che si distinguono dalle amministrazioni pubbliche.

Stando a questo disegno di legge, attestiamo che lo sconto fiscale ritornerebbe così ai livelli contemplato precedentemente rispetto al primo giorno di gennaio del 2008.

In base a ciò, dunque, a prescindere dal valore della produzione la deduzione dovrebbe essere applicata indipendentemente dal valore della produzione, solo ed esclusivamente nel caso in cui si abbia una base imponibile Irap inferiore a 180.999,91 euro.

Così facendo, gli importi di deduzione dovrebbero aumentare nel contempo alla riduzione della base imponibile. L’emendamento presentato quarantotto ore fa contempla anche l’aumento dell’ulteriore deduzione prevista per ditte individuali, snc, sas e professionisti.

PROFESSIONISTI E PICCOLE IMPRESE

Appare dunque opportuno soffermarci anche sugli aspetti riguardanti proprio le piccole imprese suddette e i professionisti.

Sempre in relazione all’emandamento di due giorni fa,  imprese e i professionisti che non hanno a libro paga lavoratori dipendenti e che impiegano pochi beni strumentali dovrebbero dunque essere esentati dall’Irap a partire dal 2014.

Ciò prevede che l’importo massimo dei beni strumentali da utilizzare sarà determinato con decreto del ministro dell’Economia e delle finanze. Si cercherà, pertanto, di determinare i parametri per l’esenzione dall’Irap dei soggetti non organizzati. A questo pro, è prevista una dotazione annua di 248 milioni di euro nel 2014 e di 292 milioni di euro a decorrere dal 2015.

Fisco, aumento delle detrazioni sui figli a carico

Tra le novità fiscali approvate successivamente al disegno di legge sulla stabilità, il Governo annuncia un aumento relativo alle detrazioni fiscali sui figli a carico, a partire dal prossimo anno.

Di cosa si tratta?

A partire dal primo di gennaio del 2013 è previsto un aumento della detrazione di 150 euro.

Non si tratta più, pertanto, di una cifra pari a 800 euro. Con l’aumento la detrazione sarà di 950 euro da pagare per ciascun figlio a carico.

Per “figlio a carico” si intende un figlio (anche) naturale riconosciuto, adottivo, affidato o affiliato.

Uno status quo, quello del figlio a carico, che dunque prescinde dal fatto che conviva o meno con i genitori.

Non è dunque rilevante neanche l’eventuale residenza all’estero, la condizione o meno di studente cioè lo svolgimento di stage o tirocini gratuiti o prestazioni di lavoro produttive di reddito da parte del figlio.

Un aumento significativo, regolato in tutte le sue forme e in tutti i suoi dettagli, che inciderà maggiormente sulle spese familiari e che in qualche modo aggrava il tetto di reddito di un nucleo.

La legge di stabilità contempla inoltre l’aumento da 900 euro a 1.220 euro, da pagare per ciascun figlio che abbia un’età inferiore a tre anni. Anche questo aumento sarà attivo a partire primo gennaio 2013, data che rappresenta l’avvio delle nuove decorrenze per quanto riguarda le news fiscali approvate in seguito all’emendamento presentato due giorni fa.

Le novità fiscali approvate

L’emendamento al disegno di legge sulla stabilità ha reso attive diverse modifiche sul fronte fiscale. Esaminiamo in breve quelle già approvate:

ALIQUOTE IVA

L’emendamento ha deciso per l’ aumento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21% al 22%.

Lo stesso emendamento ha deciso che rimane invariata l’aliquota del 10 per cento.

Il disegno di legge di stabilità aveva previsto che a partire dal primo giorno di luglio 2013, le aliquote Iva del 10% e del 21% sarebbero aumentate di un punto percentuale (articolo 40, decreto legge 6 luglio 2011, n. 98.

In virtù dell’emendamento di due giorni fa è stato deciso solo l’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22% sulle operazioni effettuate a partire dal prossimo luglio.

ATTIVITÀ’ ESTERNE

Ivie (sigla di imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero) e Ivafe (sigla di imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero) saranno applicabili dal 2012 e non dal 2011.

CUNEO FISCALE

A partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2013, la deduzione dalla base imponibile Irap cosiddetta del cuneo fiscale, che è in altri termini è quella collegata al costo del personale dipendente assunto a tempo indeterminato subirà un aumento.

Camusso giudica negativamente il primo anno di Governo Monti

Susanna Camusso ieri era a Terni per partecipare alla manifestazione di sciopero generale durata quattro ore. Durante il comizio seguente ha sottolineato che l’atto di ieri, con venticinque milioni di giovani disoccupati che hanno partecipato, è la dimostrazione del fallimento di un modello societario:

“Venticinque milioni di giovani disoccupati sono ciò che decreta il fallimento dell’austerità e dice del tradimento verso chi ha lottato per una Europa sociale”.

La Camusso ha poi volto il suo sguardo anche alle altre città del Vecchio Continente:

«Oggi tutte le piazze d’Europa dicono basta all’austerità perchè con l’austerità stiamo rovinando il futuro: l’Europa è stata una grande risposta alla guerra ma facciamo sempre più fatica a vedere quell’Europa lì».

Durante il comizio al termine dello sciopero, la Camusso ha così commentato il primo anno di Governo Monti:

«I cittadini hanno bisogno di sapere la verità, di sapere cosa succede: i mesi che abbiamo di fronte sono mesi in cui aumenteranno la disoccupazione e i problemi, e sarà così per le politiche che sono state fatte, non perchè c’è una maledizione sul nostro Paese. bisogna dire che il Paese è ogni giorno più povero, la responsabilità è di costruire una strada diversa da questa. Il momento è buono per  fare un bilancio, ora che il governo Monti sta per compiere un anno. Il governo Monti compie un anno, ed è stato un anno di disastri e non risposte al mondo del lavoro, un anno che ha tolto fiducia e speranza ai giovani del Paese, punto centrale della storia dell’industria, dove c’è una azienda simbolo della cecità e della mancanza di politica industriale in Europa. Se si affronta così il problema dell’Antitrust (lo stabilimento dovrebbe essere ceduto per problemi antitrust dopo la fusione Thyssen Outokumpu) questa diventerà l’Europa dei piccoli che non possono competere».

Ue prepara un taglio di 80 miliardi

Il Presidente permanente del Consiglio dell’Ue, Herman Van Rompuy, ha presentato una bozza di bilancio pluriennale per il periodo che va dal 2014 al 2020. Tale bozza prevede un taglio di 80,737 miliardi di euro, rispetto ai 1.091,5 miliardi integrati nell’iniziale proposta presentata dalla Commissione Ue.

Nel contempo, la presidenza Cipriota dell’Unione aveva sperato che i tagli non andassero oltre i 50 miliardi di euro. Van Rompuy, stupendo tutti, ha usato le “maniere forti”. Ora la sua bozza andrà sottoposta al negoziato fra i governi dei Paesi membri, l’Europarlamento e la Commissione europea.

La stessa Commissione non ha gradito i tagli al tetto iniziale, indicando di avere da sempre l’appoggio della maggioranza.

Van Rompuy, nella sua bozza, ha aggiunto un ulteriore taglio di 29,499 miliardi di euro concernente i fondi strutturali (inclusi quelli per le regioni) e in generale per la politica di coesione.  Verteva in 339 miliardi in questo caso la proposta della Commissione Ue.

Risentiranno di enormi tagli anche i fondi per la Politica agricola comune (Pac):

-25,5 miliardi per il periodo 2014-2020, rispetto a quanto proposto della Commissione. Alcune fonti dell’esecutivo comunitario giudicano la bozza parlando di “disastro” per la Pac e di “rischio rinazionalizzazione”.

Nello specifico italiano, l’agricoltura rischia di perdere complessivamente 4,5 miliardi di euro: oltre 2,5 miliardi di aiuti diretti ai produttori e 2 miliardi di fondi per lo sviluppo rurale.

Accordi bilaterali Italia e Algeria, una grande occasione per entrambi i paesi

 Il rilancio delle imprese algerine potrebbe essere un’ottima occasione per aiutare l’economia italiana a uscire dalla crisi. Lo dice il premier italiano Mario Monti che, direttamente ad Algeri, ha siglato diversi accordi economici e commerciali con il paese africano.

Monti si è recato ad Algeri insieme al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, degli Esteri Giulio Terzi, dell’Interno, Annamaria Cancellieri e della Difesa Giampaolo Di Paola, con l’obiettivo di rinsaldare i rapporti economici e commerciali tra Italia e Algeria, primo partner commerciale a partire dal primo semestre del 2012.

I principali settori su cui si è concentrato il vertice, che ha portato alla firma di cinque accordi, sono quelli dell’energia e delle rinnovabili, della difesa e delle infrastrutture.

L’Italia si pone, quindi, come passaggio preferenziale per l’apertura dell’Europa verso l’Algeria e, dato il numero di piccole e medie imprese presenti nel paese, questa partnership è un’occasione anche per l’Italia:

Il presidente algerino Bouteflika e il governo hanno chiesto che l’Italia si ponga accanto all’Algeria come sponsor per aiutare a promuovere lo sviluppo economico del Paese, su una linea di diversificazione rispetto alla grandissima dipendenza attuale dalle risorse energetiche. Gli accordi firmati aprono una strada nuova a beneficio dell’economia italiana.