Visco interviene su caso MPS

 Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è intervenuto al Forex di Bergamo per parlare della situazione del paese. Rassicurando i presenti sulla buona salute del sistema italia bancario ed economico– il governatore ha anche tenuto a ribadire che per la seconda metà del 2013 è prevista la ripresa.

► Moody’s osserva Mps e gli ex dirigenti sono accusati di associazione a delinquere

Ma non è ancora tempo di deporre le armi. Visco precisa che il superamento della crisi economica che sta dilaniando il paese è possibile, ma solo se si continuerà a fare i passi giusti sulla strada del rigore.

In primo luogo la ripresa è legata a filo doppio con l‘equilibrio dei conti del nostro paese. Sono proprio i conti che, infatti, interessano gli investitori internazionali per decidere se dare o meno fiducia al paese.

Il mantenimento dell’equilibrio dei conti pubblici è la precondizione, non l’ostacolo alla crescita. Pur con la dovuta attenzione alla necessità di mitigare le conseguenze di natura sociale e distributive i programmi di risanamento devono continuare.

► Supervisione europea banche

Non mancano parole di conforto anche sulla questione di MPS. Secondo Visco, le gravi vicende che hanno colpito l’Istituto non pregiudicano la salute del sistema bancario italiano nel suo complesso. Ma, per evitare simili situazioni in futuro, Visco chiede che siano dati maggiori poteri a Bankitalia.

Via libera al prestito per Alitalia

L’incontro per decider le sorti di Alitalia si è tenuto questa mattina all’hotel Westin Palace di Milano alla presenza dei soli soci italiani. Una riunione che ha portato, secondo alcune fonti, alla decisione di dare il via libera al maxiprestito di 150 milioni di euro per la compagnia italiana, operazione alla quale Air France ha già dato il via libera.

Alitalia cederà sette slot su rotta Milano-Roma a Easy Jet

Restano ancora da definire i dettagli per il prestito che si è reso necessario per coprire le esigenze finanziarie della compagnia previste per il 2013. Tutti i soci pro-quota dovranno dare la loro parte, eccezion fatta per coloro che, per ragioni di difficoltà economiche, non possono permettersi di partecipare finanziariamente e dei soci che hanno rilevato le loro quote solo di recente.

Si parla comunque di una cifra che si aggirerà tra i 150-200 milioni di euro, ma tutte le decisioni definitive sono rimandate al 14 febbraio, quando si terrà una nuova riunione dell’azionariato di Alitalia.

► Piano Alitalia per evitare la bancarotta

Per Alitalia, però, i guai non finiscono qui. Dopo il blackout di ieri che ha fatto ritardare diversi voli, le varie associazioni di consumatori si sono già messe all’opera per capire se e in quale misura i passeggeri che hanno sofferto del disservizio possono avvalersi delle legge comunitarie per il rimborso.

A RCS tira aria di crisi

 La crisi colpisce uno dei colossi dell’editoria italiana. RCS – Rizzoli-Corriere della Sera – è uno dei maggiori editori italiani, una società enorme, quotata anche in Borsa.

Il gruppo ha annunciato oggi, per voce dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, che l’azienda metterà in atto un piano di ristrutturazione anticrisi, che prevede il taglio di 800 dipendenti, tra giornalisti e amministrativi, la vendita di ben 1o testate e la valorizzazione (ossia la vendita) di delle sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, situate nel centro di Milano.

 

Esuberi Benetton

Le testate che saranno messe in vendita sono A, Brava Casa, Astra, Max, Ok Salute, l’Europeo, Visto, Novella 2000, Yacht&Sail più tutta la parte dell’enigmistica. Se non si troverà un acquirente, le testate saranno cessate.

Tra i vari esuberi, se ne contano 640 in Italia e i restanti in Spagna, ma non si sa ancora come saranno distribuiti gli esuberi nelle singole divisioni. Il triste annuncio è stato anche accompagnato dalla notizia che anche i super manager aziendali sono disposti al sacrifico e il presidente Angelo Provasoli, l’amministratore delegato e i suoi collaboratori si ridurranno lo stipendio del 10%.

► Crisi Electrolux

I rappresentanti sindacali dei dipendenti Rcs hanno manifestato immediatamente una grande preoccupazione per questo annuncio, che, soprattutto in Spagna vanno a sommarsi ai pesanti interventi già attuati negli anni passati, dove solo nel 2012 sono stati tagliati 350 posti di lavoro.

Consumi giù di 45 miliardi in due anni

 E’ questo quanto emerge dalle ultime stime di Confesercenti, che mettono insieme i dati sui consumi dello scorso anno, che sono scesi di 35 miliardi di euro, e quelli di quest’anno, per il quale è stato stimato un ulteriore calo di 10 miliardi.Quindi, nel biennio 2012-2013, il calo dei consumi degli italiani si attesterà a meno 45 miliardi, che equivalgono ad una diminuzione della spesa per ogni famiglia pari a circa 2000 euro. Il tutto, ovviamente, a danno delle piccole e medie imprese.

► I consumi sempre in diminuzione con un leggero miglioramento

La colpa maggiore di questo crollo dei consumi è da imputare alla pressione fiscale -il prelievo fiscale previsto per l’anno in corso, con l’introduzione delle nuove imposte Imu, Tares e Ires, sarà complessivamente di 34 miliardi di euro- che peserà per 800 euro a famiglia.

Se lo stesso conto si applica alle aziende, già messe in ginocchio dalla crisi dei consumi, si ha una pressione fiscale pari a 14 miliardi, pari a 3000 euro per ogni azienda.

Ciò che il governo ha fatto per risollevare le sorti dell’economia, almeno secondo la Confesercenti, potrebbe invece rivelarsi un’ulteriore spinta verso la recessione. Infatti, questa pressione fiscale, andrà ad incidere sul Pil per lo 0,7%.

► Paniere dei consumi 2013

Secondo Marco Venturi, presidente dell’associazione, l’unica soluzione a questo problema è il taglio alle spese, attraverso il quale potrebbero essere recuperati ben 70 miliardi, con i quali ridurre la pressione fiscale e ridare ossigeno a famiglie e imprese.

Battuta d’arresto per il redditometro

 Il redditometro che deve misurare in modo dettagliato la ricchezza degli italiani, scovando le incongruenza tra redditi percepiti e dichiarati e spese realmente sostenute, è stato considerato fin da subito uno strumento luciferino. Vale a dire che tutti ne hanno riconosciuto la potenza e la scrupolosità.

 Cambiano le spese, attenti al redditometro

Peccato che sia stato messo a punto in modo troppo meticoloso e molti contribuenti sono andati nel panico. Adesso, per ritrovare la fiducia dei cittadini, l’Erario ha pensato di fare delle correzioni che appaiono come una vera battuta d’arresto del Redditometro.

 Che impatto hanno le spese medie Istat

In pratica è stato deciso che le spese medie dell’Istat saranno tenute in considerazione nel Redditometro, soltanto nel caso in cui nasca un contraddittorio tra il fisco e i contribuenti. In più non saranno tenuti in considerazione i risparmi accumulati dai cittadini nel 2009 e nel 2010, almeno nella prima fase dei controlli. Questo vuol dire che le disponibilità finanziarie dei cittadini finiranno sotto la lente d’ingrandimento soltanto se il contribuente sarà chiamato a presentarsi davanti all’amministrazione finanziaria. Infine, per quanto riguarda gli investimenti, il Fisco ha deciso di spalmare le somme in cinque anni.

► Parametri, spese e spia del Redditometro

Tutte queste novità sono state comunicate dall’Erario durante  un incontro che si è tenuto la settimana scorsa con tutte le associazioni di categoria. Adesso si attende di avere la certezza di queste prospettive, in due circolari dell’amministrazione finanziaria.

In Italia ogni giorno si perdono 480 posti di lavoro

Uno studio dell’ufficio studi della Confartigianato sul mercato del lavoro dal 2008 ad oggi, quindi nel periodo della crisi economica, ha mostrato che si sono persi 480 posti di lavoro al giorno. Sono questi i costi che l’Italia ha pagato, tra l’altro, per la crisi economica. E la situazione dell’occupazione non sembra risolta o in miglioramento.

Previsione di assunzione per i giovani
Come dimostra Confartigianato con il suo studio, gli occupati sono passati dai 23 milioni e 541 mila dell’Aprile 2008 a 22 milioni 723 mila, secondo i dati Istat. I posti di lavoro sono quindi diminuiti di 818 mila in quattro anni e mezzo che fa appunto 480 posti di lavoro in meno ogni giorno, posti di lavoro che sono stati persi.

Proposte per risolvere il problema della disoccupazione
La situazione riguarda in particolar modo i lavoratori giovani fino a 35 anni. Sono loro ad accusare maggiormente i problemi della perdita del lavoro o della difficoltà a trovarne uno. In questa categoria di persone, appunto giovai fino a 35 anni, il tasso di occupazione è diminuito di circa il 20% con quasi un milione e mezzo di posti di lavoro in meno.
Nello studio di Confartigianato, nei cinque anni presi in esame si mostra anche la trasformazione del mercato lavoro. Gli occupati a tempo pieno sono diminuiti del 5,1% mentre quelli con contratti part-time sono aumentati dell’11,3%.

 

La Robin Tax scaricata sui consumatori

Dopo che la globalizzazione si è imposta anche in Italia si è parlato di Robin Tax. La tassa di Robin Hood che doveva colpire i ricchi per aiutare la collettività.

Per la Corte dei Conti ci sono troppe tasse

Nel 2008 è stato proposto un provvedimento in cui l’etica doveva essere l’idea ispiratrice. La Robin Tax riguardava alcune tipologie di imprese, ma non mancavano gli scettici. Nel 2011 il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, in un periodo di crisi economica, ha inserito la Robin Tax nella manovra bis aumentando l’Ires dal 6,5% al 10,5% ed estendendo i settori che interessano la tassa che erano quelli petrolifero e della produzione di energia.

Quanto spenderanno gli italiani in tasse

Ora l’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas ha mostrato come la Robin Tax ha portato ad uno svantaggio per i consumatori. In 199 casi su 476 è stato dimostrato che la tassa è scaricata sui consumatori.

La relazione sull’attività di vigilanza del 2012 si riferisce ai due anni precedenti e mostra casi in cui la tassa ha portato ad una maggiorazione dei prezzi. L’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas afferma che “è ragionevole supporre che per ripagarsi la Robin Tax gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita”. Una situazione che contribuisce a fare aumentare lo spread con una variazione dovuta all’effetto prezzo che l’Autorità indica in circa 0,9 miliardi di Euro.

 

7 camicie assume in Italia

 Marchio leader nel settore dell’abbigliamento, con una specializzazione nella camiceria, 7 Camicie è presente con la sua rete di negozi in franchise in Europa, Stati Uniti, Cina, Australia, Emirati Arabi Uniti, Sudafrica, America Latina e Russia.

na grande network in continua espansione che ha fatto della sua specializzazione nel settore della camiceria il punto di forza con il quale si è imposto a livello nazionale

In questo periodo 7 Camicie sta cercando diversi profili professionali per le sue sedi italiane. Vediamoli nello specifico.

Addetti Vendite e Addetti alla Cassa per le sedi di Roma, Fiumicino, Marcianise e Pescara

– Visual per la sede di Roma

– Ufficio produzione per la sede di Roma

Inoltre l’azienda sta cercando anche un Commerciale per l’estero che avrà come base di riferimento la sede di Roma.

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti per ogni posizione e per l’invio della candidatura si rimanda al sito dell’azienda alla pagine lavora con noi.

 

 

Regioni e Comuni non riusciranno a rispettare il patto di stabilità

 La situazione in cui si trovano le finanze delle Regioni e dei Comuni è molto difficile e, secondo Graziano Delrio -presidente dell’Anci- e Vasco Errani -presidente della Conferenza delle Regioni- poterebbe divenire impossibile preparare dei bilanci nel rispetto del patto di stabilità.Questo è quanto si legge nella  lettera inviata al premier Mario Monti e al ministro dell’Economia Vittorio Grilli.

► Grilli su tagli spese

La lettera contiene un appello al governo che deve prendere atto di questa difficoltà oggettiva e pensare, quindi, ad un

provvedimento che risolva quelle questioni che oggi pregiudicano una corretta attività contabile e finanziaria degli enti.

Questo appello non è nuovo, perché già in sede di approvazione della legge di stabilità 2013 era stata evidenziata una difficoltà oggettiva dei Comuni e delle Regioni a predisporre i bilanci nel rispetto dei vincoli del Patto di Stabilità interno ed in considerazione dei tagli gravosissimi.

Il primo passo da fare è quello di rivedere quanto deciso per la Tares. Con la posticipazione del pagamento della prima rata a luglio, infatti, i comuni si troveranno con

un serissimo problema di liquidità ai Comuni che dovrebbero anticipare alle aziende i corrispettivi per erogare i servizi.

► Prima rata Tares posticipata a luglio

Le Regioni chiedono, in primo luogo, che siano rivisti i termini del taglio al fondo sanitario. Attualmente, infatti, quanto previsto non consentirebbe di garantire i servizi essenziali ai cittadini.

 

Nuovi guai per i giganti della tecnologia

 Non finiscono i guai per Cupertino. Adesso a prendersela con la Apple è Greenlight Capital, un hedge fund che partecipa alle azioni della società, che ha intenzione di intentare una causa per non permettere il cambio dello statuto proposto dal board dell’azienda.Il problema fondamentale verte sulla questione delle azioni privilegiate, delle quali Cupertino vorrebbe evitare l’emissione. La questione gira intorno ad un problema molto semplice: Apple, grazie alle ottime performance in borsa, si trova con una liquidità monstre pari a circa 137  miliardi di dollari, in larga parte già fuori dal paese.

► Internet diventa a pagamento

Greenlight Capital, che parla per voce del suo timoniere David Einhorn, ritiene che il cambiamento dello statuto, che sarà discusso a fine febbraio, violi la legge perché sarà presentato in blocco con altre due proposte a favore degli azionisti. Questo vuol dire che porre il veto impedirebbe agli stessi di beneficiarne.

Il pomo della discordia sono le azioni privilegiate, azioni a cedola garantita, che Apple vorrebbe utilizzare per la restituzione di ulteriori capitali agli azionisti. Già nella prossima settimana saranno redistribuiti circa 10 miliardi di dollari, che fanno parte della prima parte del dividendo dello scorso anno, per un totale di 45 miliardi di dollari in tre anni.

► Gli utili di Facebook in crescita ma il titolo affonda

Secondo i calcoli di Einhorn, per ogni 50 miliardi di dollari di azioni privilegiate cedute agli azionisti, gli investitori potrebbero ricevere 32 dollari a titolo.