Come gli insegnanti possono rispondere alla lettera di Renzi

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C’è un po’ di attrito tra l’Esecutivo e il mondo della scuola tanto che è stato indetto uno sciopero per il 5 maggio con tanto di campagna d’informazione. La scuola è stata subito l’oggetto di un incontro dei vertici del PD cui Renzi ha manifestato l’intenzione di scrivere ai sindacati della scuola. Come potranno rispondere gli insegnanti?

Il premier si pone sempre come l’uomo del dialogo e per un affare delicato come lo è la riforma della scuola e l’assorbimento degli insegnanti precari, c’è bisogno di confronto. Peccato che dire di voler inviare una lettera ai docenti invitandoli a disertare lo sciopero del 5 maggio, sembri soltanto una trovata “pubblicitaria”, l’ennesimo spot che non fa bene alla politica e nemmeno ai precari.

La riforma della scuola, novità in materia di assunzioni dei precari

Il segretario della UIL Di Menna ha detto che il problema sono le assunzioni degli insegnanti che potrebbero non essere valutate positivamente dal governo, al contrario del licenziamento dei precari e del maggiore potere conferito ai presidi. Secondo i sindacati si stanno valutando i termini di un rapporto di lavoro senza avere per le mani un contratto.

Risarcimento accordato ai precari della scuola

Lo sciopero, tra l’altro, non è un pretesto ma richiede anche un sacrificio economico agli insegnanti. Poiché tutti questi elementi potrebbero non essere sufficienti per lasciar perdere l’idea della lettera di Renzi agli insegnanti, cerchiamo di capire come poi gli insegnanti potrebbero rispondere a Renzi.

Il premier tiene attivati numerosi canali di comunicazione che elenchiamo di seguito:

Si può anche indirizzare una lettera a “Presidenza del Consiglio dei ministri – Palazzo Chigi, piazza Colonna 370, 00187 Roma”.

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