Contratti a termine, cosa cambia con la riforma di Renzi

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 L’arrivo di Matteo Renzi e della sua squadra di Governo dovrebbe essere il punto di svolta per far tornare l’Italia ad essere un paese dall’economia fiorente. Tra i punti cardine del programma che si è dato l’ex Sindaco di Firenze trova uno spazio di tutto rispetto la questione dei contratti di lavoro e delle loro tante, troppe, tipologie.

Il punto della questione allo studio dei tecnici e degli addetti ai lavori è trovare una soluzione che dia alle aziende e alle imprese lo stimolo ad assumere nuovo personale, così da dare lavoro ai tanti, e soprattutto giovani, disoccupati italiani.

Per quanto riguarda la questione dei contratti, le novità che saranno introdotte nei prossimi giorni mirano a regolarizzare i contratti a tempo determinato, eliminando vincoli ed obblighi a carico del datore di lavoro. Tre le novità che saranno introdotte, almeno secondo l’ultima versione della bozza del decreto legge a riguardo.

Contratti a termine, cosa cambia con la riforma di Renzi

Contratti a termine rinnovabili per otto volte in 36 mesi senza causale

Nella bozza del decreto si legge che il datore di lavoro può sempre instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato senza causale, nel limite di durata di trentasei mesi, sempre che i contratti siano in corso di svolgimento e che la proroga del contratto sia effettuata per la stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato inizialmente stipulato.

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Per i contratti a termine limite del 20% per ogni datore di lavoro

Non c’è un limite massimo stabilito per legge del numero di contratti che un datore di lavoro può stipulare, ma è stata indicata la soglia del 20% dell’organico totale, dando così maggiore libertà ai datori di lavoro di assumere personale in base alle diverse esigenze.

Contratti a termine anche per le imprese fino a 5 dipendenti

Anche le micro imprese potranno avvalersi dei contratti a tempo determinato, ma solo uno alla volta se l’organico totale non supera i cinque dipendenti.

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