Dati Eurispes sul lavoro in Italia

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 Il Rapporto Eurispes sulle famiglie italiane non solo mette in luce le difficoltà che gli italiani stanno attraversando per quanto riguarda le questioni prettamente economiche come la gestione e il sostentamento della famiglia, ma pone anche l’accento sulla situazione occupazionale italiana e la spaccatura che ancora persiste tra Nord e Sud.

Le ‘raccomandazioni’

Ciò che emerge fin da subito è che la ‘spintarella’, ossia la raccomandazione, è ancora un’usanza ben radicata nel nostro paese. La usano almeno un cittadino su cinque, ma non, come verrebbe da pensare, nelle regioni del sud: la spintarella è una pratica di uso comune soprattutto al nord.

 

Per il Rapporto dell’Eurispes sono state intervistate 1.500 persone, e su questo totale il 21,2 per cento ha ammesso di essere ricorso alla propria rete di conoscenze per ottenere un lavoro. Nello specifico è accaduto per il 17,2% dei cittadini meridionali, il 12,1% di quelli delle isole, il 25,5% degli abitanti delle regioni del Nord-Ovest e il 20,8% nel Nord-Est.

I concorsi pubblici

Il tanto caro concorso pubblico, quello che dovrebbe dare il lavoro ‘ministeriale’ al quale in molti ancora aspirano -per intendersi quello considerato noioso dalla Fornero- è più utile per trovare lavoro al Centro-Sud che al Nord e sono le donne che riescono maggiormente ad ottenere un impiego passando per questa via (19,8% di donne contro il 14,9% di uomini).

Il ricorso al concorso, però, scende con l’abbassarsi dell’età: più gli intervistati sono giovani e meno dichiarano di aver avuto un lavoro tramite concorso (25,4% tra 45 e i 64, 8,1%  tra i 25 e i 34 anni, 9,7% tra i 18 e i 24 anni). Uno dei motivi di questa tendenza è il percorso di studi effettuato: infatti, più si arriva in alto con i titoli, maggiormente si ricorre alla candidatura spontanea.

Rapporto tra lavoro e stipendio

Più della metà degli intervistati ha dichiarato che lo stipendio garantito dal loro attuale posto di lavoro non è sufficiente a sostenere il nucleo famigliare. Quando non si riesce con le proprie forze si ricorre spesso alla famiglia di origine (19,6% degli intervistati) un dato che fa riflettere sulla differenza di condizioni economico-sociali tra le vecchia generazione e la nuova.

Anche per questo un quarto degli intervistati tra i 35 e i 44 anni (il 25,4%) afferma di non riuscire a fare progetti per il futuro perché la situazione lavorativa non permette di fare progetti a lungo termine.

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