E se la disabilità fosse un valore aggiunto per il lavoro?

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 Succede in Germania. Molte aziende, in particolar modo le aziende che basano il loro business sulle nuove tecnologie, si stanno avvalendo sempre più spesso di persone con disabilità fisica o psicologica per testare i loro prodotti.

Tra le prime aziende tedesche a fare questo passo c’è la Auticon, azienda informatica che ha assunto sette persone affette da disturbi autistici a Berlino, quattro a Düsseldorf e molto presto ce ne saranno altre cinque nella sede di Monaco.

La prossima a farlo sarà la Sap, azienda che si occupa di applicazioni per le imprese, con un progetto molto grande che prevede l’assunzione di alcune centinaia di persone autistiche in tutto il mondo come programmatori e collaudatori di software.

Le sperimentazioni sono già partire in India e in Irlanda e l’obiettivo minimo da raggiungere è quello di avere persone con disturbi autistici tra il proprio personale in una percentuale dell’1%, la stesa percentuale delle persone autistiche sulla popolazione mondiale.

Ma perché questa concentrazione sull’autismo?

Questo disturbo, che comporta nel soggetto malato atteggiamenti ripetitivi e limitati, in realtà dà al malato anche una grande capacità di concentrazione e una forte memoria fotografica. Inoltre, le persone autistiche solitamente hanno anche uno sviluppato senso per i numeri e per i calcoli matematici in generale come anche la capacità di identificare i piccoli dettagli.

Chiunque abbia un minimo di esperienza nella programmazione sa quanto queste caratteristiche siano un valore aggiunto.

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