Dogs of the Dow: una strategia di investimento Interessante

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 Una delle strategie di investimento in azioni più semplici che ci siano si chiama Dogs of the Dow. Si può mettere in pratica anche per Piazza Affari. Ha un pregio (la semplicità) e qualche difetto (funziona poco più di un lancio di dadi).

E’ proprio quando il nuovo anno incomincia le sue danze che sono i giorni giusti per mettere in pratica una delle strategie di investimento più semplici e conosciute che ci siano: i Dogs of the Dow (cani del Dow, l’indice della Borsa Usa).

Ecco come può essere messa in pratica per il principale listino di Piazza Affari secondo un’analisi dell’ufficio studi di Altroconsumo Finanza, ma anche qualche osservazione cruciale per la sua efficacia. È quanto ti offre una strategia di investimento che si propone di dare a chi la segue la soddisfazione di sentirsi esperto di finanza col minimo sforzo. È una strategia che batte con sicurezza il mercato? No, ma nel lungo periodo non fa neppure peggio e questo è di per sé sufficiente a renderla migliore di molte gestioni professionali.

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Pregi e difetti

Dogs of the Dow è la strategia che ti permette di puntare sui “segugi” di una Borsa, ossia su quelle azioni che sono considerate i cani da slitta che tirano la volata a tutta la “muta” dei titoli di un listino azionario. Il suo scopo è battere la Borsa sceglie ndo i titoli migliori, ma senza dedicare a questo investimento più che il paio d’ore necessario a spulciarsi un giornale finanziario e farsi quattro conti con la calcolatrice. Si mette in pratica così: i primi giorni del nuovo anno tra i titoli che fanno parte di un listino azionario (30 nel caso dell’indice Dow Jones della Borsa Usa, 40 nel caso del FTSE Mib italiano) si scelgono i dieci titoli (dogs, cioè cani, o meglio segugi) che hanno il rapporto tra dividendo e prezzo di mercato più alto nell’ultimo giorno dell’anno.

A ogni azione si dedica un decimo di quanto si vuole investire in azioni e poi. poi è finita, non si fa più nulla fino al 31 dicembre dell’anno successivo. A quel punto si rifanno i conti e si vendono le azioni che non sono più tra i segugi del listino e si arrangiano i pesi in modo da iniziare l’anno nuovo con i nuovi segugi.

 

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