Energia solare, exploit del mercato

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Siamo dinanzi a un vero e proprio exploit di mercato. A seguito del boom dell’eolico, è arrivata l’era dell’energia solare.

Tra le rinnovabili di nuova generazione, l’energia prodotta dal vento fino a ora non ha avuto rivali: in base alle ultime rilevazioni, l’eolico nel mondo ha coperto il 13% del totale “green”, mentre l’energia dal sole si è fermato a un modesto 3 per cento e soltanto grazie agli ingenti investimenti realizzati negli Stati Uniti e in Cina.

Un gap destinato a ridursi nei prossimi anni, con una corsa che porterà il solare a coprire il 25% della produzione mondiale di energia. Lo sostiene un report appena pubblicato da Ubs. Secondo gli analisti della banca svizzera, questo risultato sarà raggiunto entro il 2050, partendo dall’attuale 4% della capacità globale, mentre dovrebbe raggiungere il 10% del totale entro il 2025. Medesima progressione per gli investimenti totali: se nel 2014 non hanno superato i 250 miliardi a livello mondo, già fra dieci anni saranno raddoppiati a 500 miliardi, per poi esplodere entro il 2050  a 3mila miliardi.

Ma da che cosa sarà provocato questo salto in avanti dei numeri? Sempre in base al report di Ubs, così come è avvenuto per l’eolico la differenza nei prossimi anni la faranno i grandi impianti. Fino all’anno scorso, l’80% del fotovoltaico nel mondo è rappresentato da i piccoli impianti domestici o legati a piccole attività (dai terreni agricoli ai tetti dei capannoni e dei centri commerciali). Il calo dei prezzi, lo sviluppo delle tecnologie, le politiche pubbliche di sostegno e le economie di scale spingono, invece, per favorire i grandi impianti sul modello di quanto sta già accadendo nel Usa. Dove i grandi impianti arrivno fino a 5.200 megawatt di potenza installata, contro i 3 kilowatt del domestico.

 

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