Export Extra Ue in calo

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Cala il comparto dell’export italiano fuori dai confini europei durante giugno, in confronto al mese precedente, ma resta un avanzo commerciale pari 2,3 miliardi di euro.

A comunicarlo è l’Istat, precisando durante il primo semestre 2015, il saldo con i paesi extra Ue tocca i +13,9 miliardi, a fronte di +9,3 miliardi registrati nello stesso periodo del 2014. Durante i primi sei mesi dell’anno il surplus nell’interscambio di prodotti non energetici è di +29,4 miliardi (+30,5 miliardi nel 2014).

In confronto al mese precedente, i flussi commerciali con i paesi extra-Ue evidenziano a giugno dinamiche divergenti, con un calo delle esportazioni (-1,6%) e un incremento delle importazioni (+5,4%). I mercati di sbocco più dinamici sono a giugno Turchia (+27,1%), Stati Uniti (+23,4%), Giappone (+14,8%) e Svizzera (+9,1%); le vendite verso la Russia (-25,3%) sono invece in forte calo. Le importazioni da Asean (+33,7%), Eda (+32,6%), Stati Uniti (+25,2%) e Turchia (+20,4%) sono in marcata espansione, mentre si registra un forte calo dalla Russia (-11,2%).

Questi gli altri dati principali:

Il calo congiunturale delle esportazioni investe tutti i raggruppamenti principali di beni, a eccezione dell’energia (+12,3%). I beni di consumo durevoli (-5,3%) e i beni strumentali (-3,2%) presentano la flessione più marcata. La crescita congiunturale dell’import, estesa a tutti i comparti, è particolarmente accentuata per i beni strumentali (+13,5%) e l’energia (+6,7%).
Nel secondo trimestre del 2015, la dinamica congiunturale dell’export è lievemente positiva (+0,5%). Al netto dei prodotti energetici, in forte crescita (+33,7%), si rileva una flessione (-1,0%). I beni di consumo registrano una crescita rilevante (+3,6%). Nello stesso periodo, l’ampia crescita congiunturale delle importazioni è diffusa a quasi tutti i raggruppamenti principali di beni, risultando particolarmente accentuata per l’energia (+18,6%) e i beni strumentali (+8,7%). A giugno 2015, la marcata crescita tendenziale dell’export (+9,1%) è condizionata da una differenza nei giorni lavorativi (21 di giugno 2015 rispetto a 20 di giugno 2014). Al netto di questo effetto, la crescita tendenziale è pari a +5,6%. La crescita riguarda tutti i comparti ed è particolarmente intensa per l’energia (+30,8%).

 

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