Fisco, ancora indagini su Google

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Dall’Italia all’Irlanda. Si ampliano le indagini della Guardia di Finanza di Milano relativamente a Google per una presunta evasione fiscale.

Gli uomini delle Fiamme Gialle desiderano fare chiarezza non solo sui redditi della società italiana del motore di ricerca ma anche di quella irlandese per poter concludere la propria indagine. La decisione è stata presa alla luce di alcune “divergenze” tra le Fiamme Gialle e l’agenzia delle Entrate in merito a quali società del gruppo Google sono da imputare alcuni redditi. L’approfondimento di indagine dovrebbe quindi portare anche a un allungamento dei tempi dell’inchiesta penale del pm di Milano Isidoro Palma, che opera in coordinamento con la Gdf.

La procura di Milano ha aperto una inchiesta su Google, alla luce di accertamenti delle Fiamme Gialle sui bilanci 2008-2013. I magistrati ipotizzano che in quegli anni la società avrebbe dovuto versare nel nostro paese tasse per un imponibile di 800 milioni di euro, mentre sarebbero state presentate dichiarazioni dei redditi inferiori. Nei mesi scorsi sembrava raggiunta una intesa per il pagamento da parte del gruppo di 320 milioni di euro ma l’accordo è poi saltato e si è andati avanti con accertamenti e indagini.

In che modo Google bypasserebbe il Fisco? Ecco il parere degli esperti:

Il colosso Usa Google, nel 2012 ha incanalato verso le Bermuda 8,8 miliardi di euro per i pagamenti sulle sue royalty, oltre un quarto di più che nel 2011. Lo rivela il Financial Times, spiegando come in questo modo, attraverso una tattica chiamata ‘sandwich olandese’, Google risparmia miliardi di dollari di tasse. I dati provengono dalla controllata olandese di Google. In pratica, il gruppo prima sposta alle controllate irlandesi e olandesi gli incassi dei Paesi non statunitensi e poi invia, dall’Irlanda e dall’Olanda, alla sua controllata alle Bermude, i pagamenti sulle royalty miliardarie sui servizi e sui brevetti.

In questa maniera il gruppo, in base a quanto emerge riduce di un ulteriore 5% i suoi pagamenti fiscali, già drasticamente ridotti grazie al trasferimento del suo fatturato europeo a Paesi con aliquote ultra-basse come Irlanda e Olanda. L’aumento dei trasferimenti alle Bermude per il pagamento delle royalty dimostra che il giro di affari di Google è praticamente raddoppiato nel giro di tre anni, mentre i suoi pagamenti fiscali sono diminuiti. Il sistema inventato da Google per pagare meno tasse è consentito dalle attuali legislature fiscali internazionali ma sta attirando un mare di polemiche sul gruppo. “Evitare di pagare le tasse – ha spiegato l’amministratore delegato, Eric Schmidt – fa parte del capitalismo”. Noi, ha aggiunto, “sfruttiamo le leggi in vigore” e “siamo orgogliosi di questo schema”.

 

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