Frequenze Tv, pochissime le offerte alla gara

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 Si pensava di raccogliere oltre un miliardo di euro, ma si è rischiato il flop. È arivata infatti una sola offerta per l’assegnazione delle frequenze tv nazionali in Dvb t: a manifestare il proprio interesse è stato il gruppo Cairo che nel 2013 ha rilevato da Ti Media La7. Alla gara non potevano però prendere parte gli operatori che detengono tre o più multiplex, cioè Mediaset, Rai e Telecom Italia Media Broadcasting. Ora spetterà al ministero valutare i requisiti amministrativi della domanda, mentre Cairo avrà trenta giorni di tempo per presentare l’offerta economica per uno o più dei tre lotti di frequenze messi a gara, con il vincolo della copertura del 51% della popolazione italiana entro 5 anni.

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L’Italia spera così di chiudere la procedura d’infrazione aperta dalla Ue nel 2005 per la pluralizzazione dell’offerta televisiva: col cambiamento dall’analogico al digitale l’Italia, come il resto d’Europa, si era impegnata ad estendere il mercato televisivo. Sicuramente a convincere Cairo a presentare un’offerta sono state le prospettive di sinergie tra il suo canale televisivo e l’infrastruttura: oggi per trasmettere La7, Cairo paga un affitto dello spazio a Timb, mentre se possedesse un suo multiplex non lo pagherebbe e potrebbe “cedere” lo spazio in eccesso (per i primi tre anni, però, la frequenza acquisita non potrà essere ceduta). A invogliare all’offerta di Cairo ha giocato anche il prezzo di saldo: la base d’asta è stata fissata a 30 milioni di euro. Nel 2011 le frequenze per la rete 4G erano state vendute agli operatori tlc a poco meno di 400 milioni di euro l’una.

 

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