Fuga di cervelli triplicata in dieci anni

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 Il rapporto Istat “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente” ha messo in luce una situazione tragica per i giovani laureati italiani. Negli ultimi dieci anni (dal 2001 al 2011) il numero dei ragazzi che hanno scelto di andarsene dalla propria patria per cercare lavoro all’estero oscilla tra le 29 e le 39 mila unità.

Le mete verso cui si rivolgono i giovani con un titolo di studio universitario e con più di 25 anni sono principalmente Germania, Svizzera, Regno Unito e Francia, dove emigra circa il 44% del totale; fuori dall’Europa le mete più ambite sono il Brasile e gli Stati Uniti. Ma le percentuali cambiano se si prendono in considerazione solo gli emigrati con laurea, le cui principali mete di destinazione sono la Gran Bretagna (11,9%), Svizzera (11,8%), Germania (11%) e Francia (9,5%).

L’indagine dell’Istat non mette solo in evidenza l’aumentato numero dei cervelli in fuga, ma chiarisce anche come stanno cambiando le dinamiche dell’emigrazione: il numero dei laureati che hanno lasciato il paese è passato dall’11,9% del 2002 al 27,6% del 2011, mentre la percentuale degli emigrati che hanno titolo di studio fino alla licenza media è diminuito dal 51% al 37,9%.

Alla fine del decennio di preso in considerazione il saldo migratorio è negativo per tutte le categorie di emigrati: -5.200 individui con titolo di studio fino alla licenza media, -6.300 quelli con diploma e -10.600 laureati.

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