Giappone nuovamente in crescita

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Successivamente alla massiccia iniezione di liquidità avviata dalla Banca centrale stampando moneta per acquistare debito pubblico e consentire investimenti statali, il Giappone è passato alla seconda fase d’attacco da tempo nei programmi del premier Shinzo Abe.

La notizia tanto attesa è arrivata e il Giappone ospiterà le Olimpiadi del 2020, a 56 anni di distanza dai Giochi del ‘64, che segnarono il definitivo “scongelamento” del Giappone sconfitto, nel frattempo già diventato un gigante economico.

In pochi mesi l’Abenomics, com’è chiamata la politica economica ultra-espansiva del premier nazionalista, ha ottenuto un risultato evidente: nel 2° trimestre dell’anno il Pil è cresciuto del 3,8%. Nello specifico, gli economisti avevano già scorto la svolta dai prezzi in aumento (+0,7%) dopo due decenni di deflazione e bassa crescita. Questo rincaro significa che i commercianti possono scaricare più agevolmente sui consumatori l’aumento dei costi. Merito in primo luogo di stipendi in crescita a un ritmo doppio dell’inflazione, che hanno irrobustito il potere d’acquisto, e della disoccupazione in calo, scesa al 3,7%. Il parere degli esperti.

A trainare la ripresa: l’incremento della produzione industriale (+3,2%) e degli investimenti (+1,3%). A monte di questo circuito virtuoso, appunto, l’Abenomics, un mix di Keynes e Friedman, due economisti meno lontano di quanto si pensi. Friedman chiedeva alle banche centrali di incrementare la liquidità, Keynes di investirla in opere pubbliche. Nel dettaglio, il progetto giapponese si poggia appunto su un aumento della spesa pubblica, a vantaggio degli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, nelle politiche sociali, nella difesa, con un target d’inflazione non superiore al 2%. Un piano che già si proietta al 2020, un evento da 7,8 miliardi di dollari di budget, di cui 4,4 miliardi destinati alle infrastrutture, con un impatto calcolato in 30 miliardi di benefici al sistema Paese. L’Abenomics si rifà anche alla ricetta espansiva della Banca federale di Ben Bernanke, finalizzata a uscire dalla crisi innescata dai subprime.

 

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