Governo annuncia digital tax

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Il governo annuncia la “digital tax”. A partire dal 2017, come ha detto il premier Matteo Renzi, ci sarà un’imposta che andrà a far pagare le tasse nel luogo dove vengono fatte le transazioni economiche e gli accordi per i grandi gruppi economici che operano su internet quali Google e Apple.

Sarà legge dal primo gennaio 2017: non per fare soldi ma per una questione di giustizia, in attesa di una norma europea. Una notevole marcia indietro in confronto a quando il premier si insediò a Palazzo Chigi, ma d’altra parte i tempi sono cambiati.

L’inversione di tendenza è stata accolta con soddisfazione da Scelta Civica che aveva appoggiato la proposta di legge del democratico Francesco Boccia nel 2013. La digital tax annunciata dal presidente del consiglio è la “messa a punto della proposta presentata a giugno da Scelta Civica” dice il segretario del partito e sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, rivelando che Renzi “ha accolto” mercoledì scorso lo schema sviluppato da Sc, “in un incontro di natura politica”.

Zanetti ha spiegato che i tecnici del ministero svolgeranno quindi “ulteriori approfondimenti” sulla proposta di legge che prevede l’assoggettamento al regime fiscale italiano (“non è una nuova tassazione”) per i soggetti non residenti che realizzano transazioni digitali con una continuità di sei mesi e una significatività in termini di fatturato pari ad almeno 5 milioni annui. In alternativa viene prevista una ritenuta alla fonte sulle transazioni del 25 per cento. Scelta Civica stima un gettito da 2-3 miliardi. Escluso, invece, un intervento sull’Iva perché “il regime – spiega Zanetti – è di competenza esclusiva dell’Ue”. Zanetti, poi, non esclude che l’imposta veda la luce già nel 2016.

 

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