Grecia, al via il terzo piano di salvataggio

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Il premier ellenico Alexis Tsipras riceve il nulla osta del Parlamento circa l’accordo con i creditori sul terzo salvataggio della Grecia, tuttavia perde il suo governo: la sinistra di Syriza ha annunciato che non voterà la prossima fiducia all’esecutivo.

E l’incertezza politica sul futuro ha fatto tremare i mercati tanto che la Borsa di Atene è nuovamente crollata. Il voto decisivo è giunto in mattinata dopo una maratona iniziata nella notte con il dibattito sul disegno di legge che contiene l’accordo raggiunto martedì tra il governo di Atene ed i creditori internazionali per il terzo piano di salvataggio del Paese.

Decisivo l’intervento di Tsipras che ha utilizzato parole drammatiche: “Il sì al piano di salvataggio è fondamentale per la Grecia, con un prestito ponte si tornerebbe a una crisi senza fine”. L’accordo è stato approvato con 222 voti a favore, 64 contrari e 11 astenuti. L’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, però, ha votato “no” preparando la nascita di una nuova formazione politica.

La palla passa adesso all’Eurogruppo che si riunirà nel pomeriggio a Bruxelles. In caso di via libera l’ultima parola spetterà ai Parlamenti nazionali con lo scoglio della Germania che ancora insiste per un prestito ponte “in attesa di avere maggiori dettagli sul piano della Grecia”, anche se il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble si è detto “fiducioso sull’intesa” per il salvataggio. Ma ha aggiunto che “è essenziale” un chiaro impegno del Fmi sugli aiuti alla Grecia.
Anche perché i tedeschi sono consci del fatto che governo Tsipras non abbia più le forze per reggersi sull’attuale maggioranza: Syriza è ormai spaccata in due correnti, da un lato c’è chi appoggia l’esecutivo, dall’altro chi osteggia l’intesa con i creditori. Senza un’intesa in Europa si aprirebbe quindi la strada a un finanziamento ponte di 6,06 miliardi di euro per tre mesi. Un’ipotesi che Tsipras cerca di scongiurare in qualunque modo. Da Bruxelles, però, la partita si risposterà ad Atene dove il premier chiederà la fiducia per il suo governo dopo il 20 agosto, quando avrà rimborsato il prestito in scadenza della Bce.

 

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