I brand più a rischio dopo la svalutazione dello Yuan

Home > News > Mondo > I brand più a rischio dopo la svalutazione dello Yuan

Da poco più di tre giorni le tradizionali “blue chips” (ovvero le aziende a grande capitalizzazione) hanno ceduto il passo a un’altra categoria, le “red chips”, le aziende maggiormente esposte alla Cina.

 

Occorre menzionare Prada, Richemont e Swatch, tra le più grandi, integrandole a un nutrito gruppo di società italiane a media capitalizzazione (Danieli, Moncler, Tod’s e Ferragamo) e molti nomi europei, grandi e piccoli, da Kone a Infineon, passando per Aixtron e Ams, Jc Decaux, Intertek e Continental. Titoli spesso bersagliati dalle vendite in Borsa, in questi giorni, perché considerati più esposti agli effetti negativi della svalutazione dello yuan.

Sicuramente è presto per tracciare un bilancio degli effetti che questo movimento avrà sui singoli bilanci, però è ovvio che maggiore è la presenza su quei mercati, in termini di fatturato, e più sensibile sarà l’impatto. E proprio prendendo in considerazione questo aspetto, il giro d’affari in Cina, gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno stilato una classifica delle società del Vecchio Continente più esposte al mini-yuan.

I settori che risultano maggiormente impattati, perché più presenti, sono quelli del lusso, il comparto automobili e quello dei beni durevoli. Non a caso tra le auto troviamo Peugeot, Bmw, Volkswagen e Volvo, mentre ancora più cospicuo è lo schieramento delle società del lusso. Proprio quei marchi che negli anni passati avevano costruito una parte consistente dei loro successi sulla tumultuosa crescita dei consumi cinesi e sulla voglia di prodotti di alta gamma e invece da qualche tempo si trovano alle prese con il rallentamento della domanda, unita ad una certa disaffezione rispetto a marchi che cominciavano ad essere percepiti come troppo “inflazionati”; negli utimi tempi poi la forte campagna anti-corruzione portata avanti dal governo ha comportato in particolare il calo delle vendite di orologi di lusso e di superalcolici.

 

Lascia un commento