I conti correnti italiani costano troppo

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 Aprire un conto corrente per la gestione del risparmio di tutti i giorni sembra questione di poco, soprattutto adesso che dopo la legge di Stabilità, è stato introdotto il concetto di Conto di base. In realtà, molte associazioni di consumatori, contraddicendo quanto riportato dalla Banca d’Italia, sostengono che i conti correnti nostrani hanno un costo eccessivo.

In regalo con il conto la PS3

Adusbef e Federconsumatori hanno replicato alla Banca d’Italia che ultimamente ha indicato un calo nelle spese per il mantenimento del conto corrente bancario, spiegando che i costi non sono quelli rilevati nella statistica ufficiale. Basterebbe infatti considerare le spese per il saldo dell’IMU, che possono raggiungere i 10 euro, per capire che si possono arrivare a spendere anche diverse centinaia di euro per la tenuta del conto.

I calcoli fatti dalle associazioni dei consumatori sembrano essere reali piuttosto che basati sulle stime e prendono il via dalle informazioni reperite direttamente dalle banche. In Italia ci sono, ad esempio, 10 istituti di credito che collezionano insieme l’85 per cento dei conti correnti tricolore.

Il conto corrente di base di Tercas

Secondo Adusbef e Federconsumatori il costo di gestione di un conto che sia a bassa operatività, è il 318% più costoso di quanto riporta la Banca d’Italia. Alla fine si arrivano a spendere anche 320 euro all’anno. Le banche usate per la rilevazione sono le 10 di cui si parlava in precedenza: Unicredit, Intesa San Paolo,  Bnl,  Mps, Banca Popolare, Carige, Popolare di Milano, Banca Sella, Popolare di Vicenza, Credem.

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