I conti correnti italiani sono troppo cari e l’Antitrust sprona le banche a ridurre i prezzi

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 Nonostante negli ultimi anni il costo dei conti correnti sia sceso, secondo l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, fa notare come sia possibile far scendere ancora questo costo, fino ad arrivare ad un risparmio ulteriore per i consumatori che può arrivare anche fino a 180 euro.

Quello che manca ancora nel nostro paese è la libera concorrenza nel settore bancario, e questo è il motivo principale per il quale i prezzi dei conto corrente in Italia sono ancora così alti.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – II

Negli ultimi tempi sono stati fatti dei progressi, che l’Antitrust ha identificato in una modificazione della struttura del mercato e delle dinamiche della concorrenza, nata in seguito all’entrata in vigore della normativa secondaria in materia di trasparenza ed informativa sui servizi bancari, ma si può ancora fare di più.

L’Antitrust ha messo in evidenza, infatti, la possibilità di risparmiare sui costi del conto corrente passando da una banca all’altra, ma, a causa di una cronica mancanza di informazioni e di trasparenza da parte delle banche, e anche a causa di una ancora troppo pesante prassi burocratica che rallenta le procedure di chiusura e di rinegoziazione dei conti correnti, questa possibilità non può ancora essere sfruttata a pieno dai consumatori.

Come dimostra l’indagine che l’Antitrust sta effettuando sugli istituti di credito italiani fin dal 2011, ci sono stati alcuni margini di miglioramento, ma per quanto i tempi di passaggio da un conto ad un altro si siano ridotti, basta avere una carta di credito o la Viacard per vederli dilatare anche fino a 37 giorni.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – I

L’Antitrust ha per questo proposto di rendere obbligatoria la chiusura del conto entro 15 giorni, in linea con quanto previsto dalla proposta di direttiva comunitaria attualmente in discussione.

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