I danni del maltempo rovinano l’economia

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 Quest’ultima ondata di maltempo, così forte da colpire nord e centro Italia, ha provocato danni che si attestano intorno al miliardo di euro.

E’ questo il conto complessivo dei danni, dei maggiori costi e delle perdite produttive provocate al sistema agricolo italiano da una primavera che è diventata una mina vagante e che ha già tagliato di oltre il 30 per cento i raccolti delle principali produzioni del settentrione italiano.

A fare la conta dei danni è la Coldiretti. L’ente, inoltre, ha chiesto di avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale per territori più danneggiati, così da tracciare il primo bilancio degli effetti del maltempo nelle diverse regioni.

La situazione di difficoltà è sotto gli occhi di tutti: a partire dallo stato dei fiumi e dei laghi come quello di Garda che ha oltrepassato il livello massimo storico del periodo, dopo che anche nel mese di maggio al nord è caduta il 24 per cento di pioggia in più e le temperature sono state più basse di 3,2 gradi nella seconda decade del mese, stando alle elaborazioni Coldiretti su dati Ucea.

Sono migliaia le aziende agricole nelle quali è andato perduto il lavoro di un intero anno e non c’è raccolto al nord che non sia compromesso, dal pomodoro al riso, dalle patate alla frutta, dalla soia al mais fino al fieno con gravi problemi per l’alimentazione degli animali.

Le temperature al ribasso hanno inoltre elevato anche i costi del riscaldamento delle stalle negli allevamenti di polli, suini e conigli. La più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, neve fuori stagione e un maggiore rischio per gelate tardive sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici che l’agricoltura – afferma la Coldiretti – deve affrontare. Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacità di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l’impatto dell’acqua.

 

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