Jobs Act, pregi e difetti di una riforma che crea contrasti

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L’anno che volge al termine è stato foriero del Jobs Act. Ma quali sono i suoi vantaggi?

Il benefit per le imprese è evidente. Le imprese hanno un quadro di maggiore certezza su ciò che avviene in caso di licenziamento. Per molti giovani c’è il benefit di avere un contratto a tutele crescenti a tempo indeterminato, con il diritto alle ferie, alla malattia, alla maternità che altrimenti non avrebbero mai avuto con i contratti precari. Questo è il vantaggio per i giovani lavoratori. E poi la possibilità di entrare, nel caso perdessero il lavoro, in un circolo virtuoso per un successivo ricollocamento. Questo è il parere del Ministro Poletti, che aggiunge:

I lavoratori assunti con contratto a tutele crescenti hanno un contratto a tempo indeterminato con tutti i diritti previsti e l’opportunità di consolidare positivamente il loro rapporto di lavoro. Mi sembra un cambiamento radicale rispetto al passato ed è sbagliato non volerlo vedere. Finalmente si offre ai giovani l’opportunità di un contratto che non ha una scadenza, di dimostrare quanto valgono e di cominciare a programmare la propria vita. Le aziende per assumere hanno bisogno di certezze. Hanno bisogno di sapere cosa succede nel caso abbiano necessità di ridurre la propria manodopera. Ora queste certezze ce l’hanno. Le imprese hanno sicuramente delle responsabilità e il dovere di fare bene la loro parte. Noi non siamo subalterni alle imprese e non ci affidiamo solo a loro per la ripartenza dell’economia. Lo dimostra il decreto sull’Ilva. E lo dimostra il fatto che oltre che sul mercato del lavoro siamo intervenuti su diversi fattori che impediscono, o non facilitano, gli investimenti e la crescita dei consumi”

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