Il settore dell’edilizia perde oltre il 22% dall’inizio della crisi

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 Dall’inizio della crisi economica, nel lontano 2007, l’edilizia ha pagato e continua a pagare il prezzo più alto della crisi. E’ questo il messaggio che arriva dall’ultima indagine compiuta da Confartigianato, che ha lanciato l’allarme sulle condizioni delle imprese artigiane nell’ultimo periodo. 

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Il settore delle costruzioni, infatti, a partire dal 2007, ha perso il più alto numero di posti di lavoro, cosa che ha innescato una reazione a catena anche sulle produzioni che al mondo dell’edilizia sono più tipicamente legate. Tra il mese di settembre 2012, dunque, e il mese di settembre 2013, nel comparto artigiano italiano sono andati perduti oltre 123 mila posti di lavoro e e circa il 4,3 per cento delle imprese prima attive è stato costretto alla chiusura.

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Se si guarda la stessa situazione su di un periodo più lungo, tuttavia, si nota che gli esiti per il settore edile sono ancora più drammatici. Tra il 2007, anno di inizio della crisi economica, e il 2012 i posti andati in fumo nel settore dell’edilizia sono stati 400 mila.

Poco hanno potuto fare contro questi numeri le agevolazioni e i benefici governativi concessi con il bonus ristrutturazioni, anche se hanno fatto aumentare e non di poco la percentuale degli italiani decisi a compiere lavori di manutenzione nel 2013 o nel 2014. Nel mese di settembre 2013 questo incremento è stato quantizzato in oltre il 37 per cento su base tendenziale, quindi rispetto ai 12 mesi precedentemente trascorsi.

Il settore delle costruzioni, inoltre, dal 2007 ad oggi, ha perso un valore aggiunto pari al 22 per cento del suo totale.

 

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