Istituti bancari della Slovenia, salvi senza aiuto Ue

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 Le banche slovene necessitano di 4,758 miliardi di euro, cifra sostenibile, secondo quanto comunicato dalla Banca centrale e dal governo di Lubiana dopo gli stress test partiti a settembre su dieci banche supervisionati dalla Ue che puntavano a valutare la capacità del Paese di risanare le banche senza ricorrere a finanziamenti europei.

La Slovenia, in recessione dal 2011, era tra gli aspiranti a un salvataggio da parte dell’Ue proprio per lo stato del settore bancario gravato da una gran quantità di asset svalutati dal lungo periodo di difficoltà economica. Ma le cifre risultate dai test sono dicono che la Slovenia è sostenibile senza dover fare ricorso ad aiuti internazionali.

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Il governo aveva già comunicato di aver accantonato 4,7 miliardi di euro per rafforzare il settore. Saranno immessi nelle tre maggiori banche pubbliche, Nova Ljubljanska Banka, Nova Kreditna Banka Maribor e Abanka, 3,12 miliardi per ricapitalizzarle subito dopo l’autorizzazione della Commissione europea.

Le caratteristiche dei contratti futures

La ricapitalizzazione delle banche farà arrivare il debito pubblico sloveno al 75,6% del pil. Il ministro delle Finanze ha specificato che le tre banche dovranno ricapitalizzarsi per 2 miliardi in contanti e per 1 miliardo tramite bond. Tra gli altri istituti, Raiffeisen Slovenia ha bisogno di 113 milioni di euro, Unicredit Slovenia di 14 milioni e Hypo Alpe-Adria Bank di 221 milioni.

A queste il governo ha dato tempo fino al giugno 2014 per raccogliere 1,6 miliardi di capitali privati. Al termine del riassetto il governatore di Lubiana, Bostjan Jazbec ha assicurato,”le banche slovene saranno le meglio capitalizzate in Europa, e per i clienti non cambierà nulla”. Olli Rehn, il commissario europeo agli Affari economici e monetari, ha messo in risalto che i test hanno dimostrato che il Paese non necessita dell’aiuto della zona euro.

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