L’Autorità bancaria europea ammonisce gli istituti sui bonus manageriali

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Arrivano i risultati dell’indagine sui compensi complementari o discrezionali che vengono assegnati al top management delle banche dell’unione europea, pubblicato dall’Autorità bancaria europea. Il rapporto ammonisce alcuni gruppi bancari, nel complesso 39, che hanno classificato determinate componenti complementari nella parte fissa dello stipendio.La strategia servirebbe per scavalcare i paletti imposti sui bonus dalle direttive europee, nello specifico nel rapporto tra remunerazione variabile e fissa contemplato dalle norme europee sino al 100% della retribuzione fissa o fino al 200% se approvato dall’assemblea degli azionisti.

Le componenti discrezionali o complementari sono state sviluppate proprio a seguito dell’approvazione delle direttiva. L’Eba aveva già affermato che le componenti complementari della remunerazione, denominate  “role-based” per essere considerate parte fissa della remunerazione dovevano avere carattere “permanente”. Di contro, nei fatti hanno viene invece osservato un carattere discrezionale, in maniera tale che le banche possano alzare queste componenti in maniera unilaterale e senza alcuna giustificazione.

Dunque i cosiddetti compensi “role-based” andrebbero classificati come parte variabile della remunerazione. L’Eba ha proposto alcuni esempi. Il primo concerne il rispetto del rapporto del 100% tra remunerazione variabile e fissa per un compenso così distribuito: compenso fisso 100 (di cui 50 da compenso role based), 100 variabile. La direttiva Ue pare rispettata, ma non è proprio vero. Se infatti la componente discrezionale fosse correttamente posizionata nella parte variabile, allora questa parte dello stipendio sale a 150 e quella fissa scende a 50, dunque il rapporto tra le due non è del 100% ma del 300%.

L’Eba invita le autorità europee competenti a muoversi in questa direzione imponendo agli istituti di credito di classificare correttamente questa voce nella parte variabile dei compensi entro il 31 dicembre del 2014, in maniera tale da impedire l’aggiramento della direttiva europea sui paletti ai bonus.

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