Le donne al Sud lavorano meno

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 Ci sono almeno due elementi che possono influenzare in modo deciso il rating del nostro paese: la situazione economica e la situazione lavorativa. Per quanto riguarda il panorama economico, in questo momento, non ci sono grossi barlumi di speranza visto che anche Mario Draghi ha posticipato la ripresa al 2014.

Le imprese attanagliate dal pessimismo

Il settore lavorativo-professionale, purtroppo, non va meglio e l’ultima ricerca che riguarda l’occupazione femminile nel paese, non depone e favore dell’Italia. I dati sono forniti dall’Istat e riguardano il 2012. In pratica si parla del tasso di disoccupazione tra i giovani e dell’inattività degli italiani, nonché della distribuzione geografica dei posti di lavoro.

La crescita dell’Europa è ancora lontana

Quello che emerge è che il tasso di disoccupazione femminile nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, è salita fino al 49,9 per cento. Un dato preoccupante, aggravato dalla presa di coscienza del fatto che le donne inattive tra i 24 e i 60 anni sono addirittura il 60 per cento della popolazione.

Nel 2012, si scopre che una donna su cinque, residente nel Sud del paese, era disoccupata e questa quota di “non lavoratrici” è cresciuta in un anno, dal 2011 al 2011 del 3,2 per cento. I dati, però, non sono indicativi di una situazione di discriminazione visto che anche per gli uomini, questi non sono tempi d’oro. Al Sud, infatti, la disoccupazione maschile è in crescita del 3,8 per cento fino al 15,9 per cento e se poi si fa una zoom tra i giovani, quelli tra i 15 e i 24 anni, di scopre che i disoccupati sono il 45,1 per cento.

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