La performance della Yellen che ha parlato dell’economia ha dato il via ad un vivace dibattito su quanta della “hawkishness” (restrittività) dimostrata sia stata veramente intenzionale e quanta sia dovuta alla sua inesperienza come comunicatrice, e quindi sarà oggetto di ritrattazione nei prossimi giorni.
Personalmente, sono convinto sia stata precisa intenzione della Chairwoman segnalare al mercato che la FED è più ottimista sullo scenario macroeconomico e quindi ritiene appropriata una stance di politica monetaria leggermente meno accomodante, spiega Marco Lastrico di Barabino & Partners S.p.A. Questa stance si è manifestata con un’attenuazione della guidance sui tassi, nella quale a indicazioni quantitative non ne sono state sostituite di qualitative, e la pubblicazione di un consenso tra i membri che vede i fed funds salire più rapidamente rispetto a 3 mesi fa.
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Questo messaggio, assolutamente intenzionale, è stato opportunamente ammorbidito nei toni dalla Yellen, sminuendo l’importanza della “dot plot” (il grafico che rappresenta le previsioni dei singoli membri), garantendo che i tassi rimarranno sotto i livelli considerati normali dal FOMC nel lungo periodo, e cosi via. L’unico aspetto la cui intenzionalità può essere messa in dubbio è l’indicazione che i tassi potrebbero cominciare a salire 6 mesi dopo il termine del tapering, emersa nel Q&A ( il particolare che più ha spaventato il mercato).
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Per il resto, a mio modo di vedere, sostenere che la Presidente del FOMC non credeva che l’interpretazione di statement e conferenza sarebbe stata hawkish, è fare torto alla sua professionalità. Personalmente, ne traggo la conclusione che la FED sarà un po meno prudente delle attese nel ritirare lo stimolo, in quanto convinta che l’economia abbia raggiunto sufficiente forza da poterne fare a meno.