L’India è nei guai

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 Il crollo della rupia che ha contribuito all’erosione del capitale dei magnati indiani, è soltanto un indice che testimonia il cambiamento in atto nei paesi BRICS. Le cosiddette economie emergenti, infatti, non sono più una calamita per gli investitori che preferiscono spostare il loro business in America dove la ripresa è iniziata e il mercato appare più stabile.

Mercati emergenti non più appetibili

Ma cosa sta succedendo in India? Il Subcontinente, per tantissimo tempo, è stato considerato il fulcro dell’economia mondiale a causa della gioventù della popolazione e del potenziale economico del paese. In realtà la situazione economica indiana è in una fase calante da un anno a questa parte.

La popolazione è certamente giovane e i lavoratori indiani costano anche pochissimo ma è ridotto anche il numero degli imprenditori stranieri che vogliono scommettere su questo paese e portano in India le loro società. Gli imprenditori, ormai, hanno capito di dover lottare contro una burocrazia, quella indiana, molto corrotta e spesso incapace di rispondere alle esigenze dei “capitalisti”. In più mancano le infrastrutture per far decollare alcuni particolari business.

La rupia torna ai minimi storici

Il governo indiano, preso atto del contesto, ha smesso di credere nella crescita del paese, ha rinunciato alle aspettative ce parlavano di una crescita del paese superiore al 10 per cento già nel 2012. Anche per il 2013 sono state tagliate le stime di crescita.

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