Meno dure le multe contro il lavoro nero

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 Il Decreto Destinazione Italia prevede multe salate contro il lavoro nero. Ma le commissioni Finanze e Attività produttive stanno pensando di intervenire a tal proposito contro l’inasprimento. Intanto hanno approvato l’emendamento dei relatori che raddoppia, ma non decuplica, le multe amministrative contro coloro i quali violano la normativa sulla durata massima a settimana dell’orario di lavoro e sui riposi.

L’approvazione di tale emendamento sembra un compromesso in confronto ad altri cambiamenti proposti dai deputati. Alcuni di essi contemplato l’abolizione dell’inasprimento, altri lo vincolano a un aumento massimo della metà dell’ammontare delle sanzioni.

Attualmente, non è dato descrivere precisamente gli effetti che l’emendamento avrebbe nel caso in cui venisse definitivamente approvato quando sarà convertito il Decreto legge. In ogni caso, le risorse provenienti dalle multe saranno finalizzate al Fondo sociale occupazione e formazione. Le “misure” di contrasto al lavoro sommerso e irregolare sono disciplinate dall’articolo 64 del Dl Destinazione Italia, strumento di legge che mira a far diventare più digeribili e attraenti le modalità di investimento nel nostro Paese. Appare palese che il sommerso è uno degli ostacoli da superare per far si che vi sia una perfetta concorrenza di mercato.

Il Decreto Legge ha aumentato le sanzioni, decuplicandole solo in alcuni casi. Nella versione in vigore al momento, a coloro i quali utilizzano lavoratori irregolari viene applicata la sanzione amministrativa che va da quasi a quasi 2000 euro (1950) a 15.600 euro per ogni lavoratore in nero. Sanzione che viene maggiorata di 95 euro per ogni giornata di lavoro (in nero) effettivamente svolta.

I proventi delle multe, elemento che ha destato alcune perplessità, andranno a finanziare anche le indennità degli ispettori del ministero.

 

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