Mercati azionari in preda alla Fed e alla Borsa cinese

Home > News > Mondo > Mercati azionari in preda alla Fed e alla Borsa cinese

I mercati azionari, governati dalla volatilità, procedono invertendo la rotta con repentini cambi di segno, tra il più e il meno. A gravare sono le incertezze sulle intenzioni della Fed sul rialzo del costo del denaro e la caduta della Borsa cinese che non si risolleva neanche con il taglio dei tassi.

Shanghai ha provato a rialzare la testa dopo le turbolenze devastanti delle ultime due sedute, ma alla fine ha chiuso ancora in rosso dell’1,3%. Il taglio dei tassi e delle riserve obbligatorie che le banche devono detenere, deciso dalla Banca centrale cinese per aumentare la liquidità a sostegno dei corsi azionari, non è riuscito dunque a convincere gli investitori e la volatilità ha continuato a giocare la parte del leone. I mercati europei sono rimasti volatili, mentre le autorità di Pechino hanno aperto un’indagine su cinque broker per verificare il loro operato.

Milano, dopo un passaggio in positivo, alla fine è tornata a cedere chiudendo in calo dello 0,81% sotto 21.500 punti. Francoforte ha perso l’1,21%, Parigi l’1,4%, Londra l’1,69%. Sul listino milanese si mette in evidenza Saipem, dopo l’annuncio di Schlumberger che rileverà Cameron per 14,8 miliardi di dollari. Ieri, il paniere Euro Stoxx 600 – rappresentativo del Vecchio continente – aveva recuperato il 4,2%, mentre oggi è scivolato di un punto e mezzo.

Per contrastare la volatilità, per il terzo giorno di fila il New York Stock Exchange ha invocato la rule 48, che consente di non disseminare i prezzi in vista dell’apertura delle contrattazioni. La scelta ha facilitato gli scambi: quando in Europa i listini si avviano a chiusura, il Dow Jones sale dell’1,6%, il Nasdaq e l’S&P500 dell’1,4%.

 

 

Lascia un commento