Norvegia: nel terzo trimestre rendimento piatto per il fondo sovrano

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A Oslo, è risaputo, vi è il fondo sovrano più grande al mondo: è pari a 860 miliardi di dollari. Nel terzo trimestre, esso ha fatto registrare il rendimento più basso da oltre dodici mesi a questa parte. Il fondo pensionistico pubblico ha invece generato solamente lo 0,1%, mentre l’azionariato ha reso negativamente per lo 0,5%. L’obbligazionario, di contro, ha mostrato un rendimento dello 0,9% e il comparto immobiliare ha portato un rendimento pari all’1,5%.

Ma cosa ha influito su questa performance stagnante? Pesa, in primo luogo, l’instabilità finanziaria dell’Europa, la quale incide per il 43,6% sugli investimenti complessivi del fondo norvegese. L’azionariato europeo ha reso negativamente del 4,3%, mentre quello nord-americano ha creato un ritorno del 3,4% e quello di Asia e Oceania del 2,3%.

Per ciò che concerne i bond pubblici, essi hanno reso maggiormente al fondo nel trimestre quelli di Giappone, Austria e India; quelli che hanno, al contrario, fatto accusare le maggiori perdite sono stati i titoli di Germania, Francia e USA. Questi i dati resi noti dagli esperti:

Alla fine di settembre, il fondo ha accresciuto la sua quota di investimenti sul mercato a reddito fisso delle economie emergenti dal 12% di fine 2013 al 12,9% degli investimenti complessivi del comparto, mentre le esposizioni verso la Russia sono state tagliate all’1,1%. Il fondo sovrano di Oslo ha registrato nel 2011 perdite per il 2,5%, a seguito della crisi del debito sovrano esplosa nell’Eurozona. Il governo norvegese ha indicato nello 0,5% il rendimento-obiettivo che il fondo deve cercare di ottenere nell’arco del trimestre, target non raggiunto nel periodo luglio-settembre, sebbene i due trimestri precedenti abbiano fruttato rendimenti elevati. Alla fine di settembre, il fondo risultava avere investito il 61,4% delle sue risorse in azioni, il 37,3% in obbligazioni e l’1,3% sul mercato immobiliare. Per mandato, può detenere mediamente nell’anno il 60% degli investimenti in azioni, il 35% in obbligazioni e il 5% sul mercato immobiliare.

 

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