Obama spinge per il raggiungimento di un mini-accordo anti Fiscal Cliff

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 Il Fiscal Cliff americano è sempre più vicino e tutti i membri del Congresso ne sono consapevoli, ma questo non ha impedito ai repubblicani di rimandare al mittente il piano di emergenza redatto dallo speaker repubblicano della camera  John Boehner.

Obama, in partenza per le Hawaai dove passerà il Natale, chiede di raggiungere un mini accordo che possa salvaguardare il popolo americano da un aumento delle tasse di circa 2.200 dollari pro-capite, che andrebbe a influire sui consumi e sull’economia che si sta lentamente riprendendo.

Non c’è alcuna ragione per non tutelare gli americani. Almeno accordiamoci ora su quanto siamo tutti d’accordo.

Dal momento che, almeno sul fatto che gli americano non debbano subire un aumento generalizzato delle tasse solo perché gli eletti non riescono ad accordarsi sulla soglia minima alla quale applicare l’aumento delle aliquote, sia i democratici che i repubblicano la pensano allo stesso modo, Obama chiede che, in questi dieci giorni che mancano alla scadenza per il Fiscal Cliff, si riesca a raggiungere un accordo, seppur minimo.

Una manovra di emergenza che consentirebbe di poter prendere tempo per ulteriori dibattiti e proposte. Anche se il fallimento del piano di Bohemer ha allungato un’ombra scura sulle possibilità di dialogo tra le due fazioni opposte.

 

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