Per il mattone è crisi nera

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 Il mercato degli immobili fatica terribilmente a ripartire. Con il crollo dei prezzi, negli ultimi due anni è sparito un terzo del valore di mercato degli appartamenti. Eppure le transazioni non ripartono: Nel 2006 Si vendevano un milione di case l’anno. Ora se ne vendono la metà.

Da Venezia al Mondo

La città che soffre di più è Venezia. Ma in tutta Europa il settore, reo secondo gli economisti di aver distrutto l’economia mondiale, soffre. Non sono qui da noi.

Fine di un’epoca

Il crollo del comparto immobiliare e delle costruzioni, il cui ciclo è connesso a doppio nodo al ciclo del credito, è stato il primo segno della fine di un’era. Anche in Italia, un Paese dove non si può parlare, come in altri, dell’esplosione di una bolla che aveva drogato la crescita degli anni precedenti, la caduta è stata rovinosa e, ad oggi, densa di conseguenze per gli effetti di avvitamento che rischia di avere per l’intera economia.

45 miliardi bruciati

Il bilancio di cinque anni, tra minuscoli segni di ripresa, che avevano dato speranze nel 2009 nella fine della discesa, e il nuovo crollo intervenuto negli ultimi due anni, è solo l’ultima disfatta.

Sono 45 i miliardi di euro persi, un terzo del valore perso fino al 2012, con la prospettiva di un 2013 che non andrà molto meglio.

Inoltre, nel 2006 le compravendite erano state poco più di un milione di case, oggi sono ridotte a 530 mila. Dimezzate, dunque.

I prezzi sono stati tagliati di un terzo, in Italia e nelle grandi città. Circa mezzo milione di invenduto nelle nuove costruzioni tra i 60 e i 70 miliardi di euro fermi. Riprendere tutto con questo arretrato è cosa ardiua. A ciò si aggiunga una caduta di investimenti nel settore delle opere pubbliche, e il quadro (tragico) è completo.

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