Per l’Italia deficit di bilancio entro i limiti e debito pubblico ancora in crescita

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 Il deficit di bilancio in Italia per il 2013 è rimasto stabile al 3% del Prodotto interno lordo (Pil), il massimo consentito per rispettare le leggi fiscali dell’Europa, come ha mostrato l’Istat.

Come è noto, i Paesi della zona euro devono mantenere i loro deficit di bilancio al di sotto del 3% del Pil per evitare sanzioni o un calendario di azioni da intraprendere per rientrare nei limiti issati da Bruxelles. L’Italia è uno dei pochi paesi dell’Unione Europea a non essere nella cosiddetta procedura per i disavanzi in eccesso.

 

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Il deficit, pari a 47,3 miliardi di euro, è stato frenato dalla drastica riduzione dei consumi del 2,6%. Le esportazioni sono aumentate dello 0,1% mentre le importazioni sono diminuite del 2,8%, sempre in base ai dati Istat. Le imprese private hanno tagliato gli investimenti di capitale, che sono calate del 4,7%, il doppio del calo del 2,2% del consumo interno complessivo.

Continua crescere il debito pubblico lordo che è salito al 132,6% del Pil dal 127% del 2012 e il 120,7% del 2011. Questo continua a essere un problema importante per l’Italia impegnata nelle misure di spending review.

La Commissione europea ha applaudito ai piani di bilancio proposti dall’Italia, ma ha insistito sul taglio del debito, che è il secondo più alto dopo la Grecia, al fine di beneficiare di una clausola che consenta investimenti pubblici supplementari.

Le entrate fiscali complessive sono diminuite dello 0,3% l’anno scorso dopo un salto del 2,5% nel 2012, il primo anno in cui gli aumenti fiscali che sono arrivati dalle politiche di austerità sono stati pienamente efficaci.
Le entrate da imposte dirette, quali tasse personali e di reddito d’impresa, sono aumentate, mentre le entrate da imposte indirette, quali le imposte sulle vendite, sono diminuite del 3,6% a partire dal 2012. L’Istat ha messo in mostra una caduta più ripida per il consumo interno complessivo.

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