Stagnazione: per il momento ci salvano le esportazioni

L’Istat riferisce sullo stato dell’economia italiana e aleggia lo spettro della stagnazione, con tutti gli indicatori, tranne le esportazioni, che vanno in quella direzione. È lo stesso presidente dell’Istituto di statistica, Gian Carlo Blangiardo, a presentare i dati in un’intervista, evidenziando come siano i dati industriali, in particolare, a dare prospettive negative, piuttosto che il Pil.

Non sono tutte nubi, per l’Italia, e i segnali “buoni” vengono da esportazioni e occupazione. Si scrive tra virgolette perché i due settori non hanno certamente numeri esaltanti, ma in tempo di crisi ci si accontenta anche di dati mediocri, ma che almeno non vanno verso la direzione della stagnazione.

Il resto non promette nulla di buono, anche se l’Italia continua a cercare la via d’uscita ad un’economia che non riesce a decollare. E per decollare si intende almeno agganciarsi alla mediocre media europea.

La situazione

In effetti la situazione non è rosea per l’intero continente e nemmeno per l’America. La locomotiva tedesca si è fermata da tempo, e l’America offre dati scoraggianti. Dagli Stati Uniti arrivano notizie che prospettano una recessione a breve, con l’inversione dei rendimenti e il taglio dei tassi da parte della Fed.

Il presidente Istat risponde a domande precise, e cerca di fare chiarezza. Meglio o peggio della crisi del 2011? Difficile fare il paragone, secondo il presidente intervenuto al meeting di Rimini, con la situazione attuale che parte da altri contesti.

Oggi infatti c’è la guerra commerciale tra Cina e Usa, la Brexit e la situazione italiana, a frenare l’economia. La novità è rappresentata dalla Germania, in forte difficoltà, dopo aver travolto tutto e tutti nella fase più delicata della crisi.

In Italia il dato positivo è l’aumento dell’occupazione, ma non sufficiente a garantire una ripresa, se non la si lega alla qualità del lavoro.

Forse è questo l’aspetto più deprimente della situazione italiana. L’offerta di lavoro è ripartita, ma stipendi e competenze richieste restano al palo. Precarietà, part-time e sottoutilizzo delle competenze sono ancora la piaga del mercato del lavoro italiano.

Se nel 2018 il paese torna al livello occupazionale del 2008, solo i lavoratori dell’informazione e comunicazione hanno migliorato il loro livello.

Beni alimentari, le vendite sono in crescita

La capacità di spesa delle famiglie, dopo la piccola ripresa dello scorso anno, è nuovamente in calo. Così, scendono le vendite al dettaglio. Lo riferisce l’Istat confrontando i dati del luglio 2016 con quelli del luglio 2015. La sola buona notizia è che le vendite di beni alimentari hanno fatto segnare un +0,3%.

Gli occupati salgono nel secondo trimestre

Scende il tasso di disoccupazione, cresce il numero degli occupati. Buone notizie durante il secondo trimestre 2016: le fornisce l’Istat, che fa segnare un nuovo miglioramento concernente il mercato del lavoro.

Pil italiano, la crescita è nulla

Nessuna crescita durante il secondo trimestre per il Pil italiano. A rivelarlo è l’Istat, che non ha individuato alcun rialzo contrariamente alle aspettative del Governo.

Istat, aumentate le retribuzioni contrattuali

Sono aumentate le retribuzioni contrattuali: ad aprile, secondo quanto dichiarato dall’Istat, hanno fatto registrare un incremento pari allo 0,2% in confronto al mese di marzo e dell’1,2% nei confronti di aprile dello scorso anno.

Aumenta la forza lavoro, calano disoccupati e inattivi

Apparentemente, la notizia dell’aumento del tasso di disoccupazione puo’ essere un campanello d’allarme. Non lo è se si pensa che l’Istat rileva il tasso di disoccupazione calcolando il rapporto fra i disoccupati e il totale della forza lavoro (dato dal numero di chi lavora e di chi cerca lavoro ma non lo trova).

Italia fuori dalla crisi?

Un’analisi agrodolce. Fatta di conferme positive, ma anche di conferme negative. L’Italia si avvia ad uscire dalla lunga e lacerante crisi degli ultimi anni, secondo l’Istat. I dati della crescita sono positivi, all’interno dell’annuale rapporto emesso dall’Istituto. Ma il Meridione versa ancora in condizioni critiche.

Istat prevede crescita Pil italiano

Il Prodotto interno lordo italiano potrebbe crescere dell’1,1% entro la fine del 2016. A dirlo è l’Istat, coerentemente con le stime fornite dalla Commissione europea.