Poste Italiane offre un ruolo azionario ai dipendenti

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 Sono numerose le interpretazioni che possono essere conferire al nuovo collocamento del 40% di Poste Italiane. I 146.000 dipendenti potranno avere un ruolo azionario. A loro potrebbe essere destinata una quota del 5%, incluse le agevolazioni per coinvolgere coloro i quali lavorano nel raggiungere gli utili e in vista della distribuzione di questi risultati.

Le modalità possono essere numerose. Si parla di sconti sul prezzo, finanziamenti, azioni gratuite per mantenere i titoli. Si arriva all’uso di Tfr con vare funzioni. Gli scenari sono numerosi e sicuramente si tratta di una grande chance che consentirà di analizzare la sensibilità dei lavoratori e dei sindacati valutando la loro probabile partecipazione al capitale di rischio della propria azienda.

Cis sono, naturalmente, sia ‘pro’ che ‘contro’. Un input proviene dall’articolo 46 della Costituzione italiana che recita: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.

Fino ad oggi questo trend è stato poco seguito. I sindacati sono stati coinvolti poco e lo stesso vale per le aziende coinvolte. I lavoratori, però, hanno diritto ad avere ingresso in qualità di soci. Nella cultura cooperativa ad esempio, la partecipazione dei prestatori d’opera è ricercata e la creazione di nuovi posti è uno dei valori forti, l’utilizzo di sconti infatti è stato sempre approvato.

Le quote azionarie ai lavoratori sono state abbastanza marginali, poco influenti sugli equilibri di potere. Quella di Poste, dunque, sarebbe sostanzialmente una novità.

 

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