Prestiti alle aziende italiane, dati poco incoraggianti

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C’è un buon +5,5% nel paniere delle richieste di prestito presentate dalle imprese italiane alle banche durante i primi tre mesi del secondo semestre del 2014. Un dato incoraggiante, soprattutto se confrontato con lo stesso periodo del 2013.Il trend positivo perdura ormai da più di un anno, ma c’è da dire che la crescita ha fatto registrare una leggera attenuazione in confronto a quella che aveva fatto ben sperare le parti in causa nel primo semestre dell’anno. La domanda aveva infatti sfiorato quota +15,9% nel primo trimestre e quota + 8,0% nel secondo.

I dati sono stati interpretati a seguito delle cifre contenute nel rapporto del Barometro CRIF, e afferiscono alla richiesta di credito elaborata in virtù del patrimonio informativo di EURISC.

Tuttavia il ‘sentiment’ non è brillante. Dall’analisi CRIF si evince che le domande, più che a creare sviluppo e realizzare investimenti significativi, siano indirizzate a supporto dell’attività corrente e a operazioni di ‘mantenimento’.

Il direttore Sales & Marketing di CRIF Simone Capecchi ha così spiegato le dinamiche:

L’andamento della domanda di credito rappresenta un indicatore di straordinaria efficacia per valutare lo stato d salute delle imprese e il loro livello di fiducia nei confronti del futuro. Dall’analisi dei dati del nostro Barometro emerge una domanda di credito che si conferma ancora sostenuta, che deve però fare i conti con un’offerta che risente del peggioramento della qualità del portafoglio crediti e del costo del rischio che ha eroso nel corso degli anni la redditività degli Istituti.

Se si prendono in analisi i primi nove mesi dell’anno, non sarà difficile notare che il numero di domande di finanziamento effettuate dalle aziende individuali è aumentato facendo segnare un +12,0%. Per le società invece l’aumento è leggermente più piccolo: +8,9%. L’importo medio richiesto da parte delle aziende è invece diminuito leggermente attestandosi a 69.659 euro di media contro i 70.301 del 2013.

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